Cospito, scorta a Delmastro, Donzelli e Ostellari. Il sottosegretario: «Dal Pd inchino ai mafiosi». È scontro

Attenzione su magistrati e forze di polizia. Attesa per decisione Nordio

Cospito, Delmastro e Ostellari sotto scorta per il caso del 41 bis
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 00:04

Una lista di persone ritenute a rischio e per le quali potrebbe essere necessario innalzare il livello di sicurezza, con servizi di tutela "assegnati" in via d'urgenza come quelli già attivati dal ministero della Giustizia per i due sottosegretari, Andrea Delmastro e Andrea Ostellari, e anche il vice presidente del Copasir, Giovanni Donzelli

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Cospito, assegnate le scorte

Dopo il rafforzamento della vigilanza sui luoghi sensibili, sale il livello di attenzione da parte degli apparati di sicurezza per prevenire possibili azioni violente degli anarco insurrezionalisti nei confronti di soggetti che, direttamente o indirettamente, possono essere collegati alla vicenda di Alfredo Cospito, l'anarchico ormai arrivato al 107esimo giorno di sciopero della fame in carcere.

A far trasparire i timori di una escalation, è l'aumento della soglia di attenzione di intelligence e forze dell'ordine che sale con il passare dei giorni, sia per le condizioni di salute dell'anarchico, sia in vista del 12 febbraio, termine entro il quale il ministro della Giustizia Carlo Nordio dovrà decidere in merito all'istanza di revoca del 41 bis presentata dal legale. Dalla Procura antimafia e antiterrorismo è arrivato uno spiraglio, far tornare Cospito al regime di alta sicurezza, mentre per il pg di Torino, che sostiene l'accusa nel processo in corso, deve restare al 41 bis. 

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La posizione del Pd. "Quello che è accaduto è di gravità inaudita. Il sottosegretario Delmastro ha diffuso informazioni che non erano divulgabili passandole ad un collega di partito, coordinatore di Fratelli d'Italia e vicepresidente del Copasir allo scopo di costruire una macchina del fango sul principale partito dell'opposizione: non è una supposizione, è un fatto dopo le dichiarazioni del Dap. Ci aspettiamo un sussulto dal ministro Nordio affinché non si presti ad offrire coperture a questi comportamenti inammissibili e pericolosi per la sicurezza nazionale e tuteli pienamente un organo tanto importante e prezioso qual è il Dap. A chi in queste ore sta continuando ad infangarci con gravi menzogne diciamo che noi non ci facciamo intimidire, che noi andremo fino in fondo a chiedere che Delmastro e Donzelli lascino i loro incarichi per il bene del Paese e della sua sicurezza e che non arretreremo nella tutela delle prerogative dei parlamentari che hanno il diritto ed il dovere di visitare le carceri. Il partito della presidente del Consiglio sta scrivendo davvero la pagina più nera di questa stagione politica. Giorgia Meloni non può fare due parti in commedia, da un lato la presidente del Consiglio che chiede unità dello Stato contro violenza e minacce e dall'altro il capopartito che, continuando a tacere, mostra di approvare e condividere questo attacco senza precedenti al principale partito di opposizione, fatto di cui si assumerà tutta la responsabilità politica". Così in una nota Debora Serracchiani capogruppo Pd alla Camera, Simona Malpezzi capogruppo Pd al Senato e tutte le parlamentari e i parlamentari di Camera e Senato.

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Il caso Cospito

Il Guardasigilli potrebbe anche non pronunciarsi, il che equivarrebbe ad un rigetto della richiesta. Per l'anarchico resterebbe a quel punto solo la Cassazione, che ha anticipato al 24 febbraio l'udienza - fissata inizialmente il 20 aprile e poi spostata al 7 marzo - sul no del Tribunale di sorveglianza di Roma al reclamo contro il 41 bis. Il 15 febbraio, inoltre, ci sarà nell'aula della Camera una nuova informativa del Governo sugli approfondimenti svolti da Nordio dopo la bagarre scatenata dalla parole di Donzelli. L'attenzione è dunque altissima su tutta una serie di soggetti coinvolti nella vicenda. Per i sottosegretari Delmastro, con delega alle carceri, e Ostellari, con delega al trattamento dei detenuti, sono state attivate misure di sicurezza «in via d'urgenza e temporanea» da parte del Dap: si tratta di una «tutela provvisoria» con un'auto blindata e la presenza di agenti, in attesa della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza a Roma prevista per il 10 febbraio nel quale potrebbe essere decisa l'assegnazione della scorta. E non si esclude che lo stesso possa accadere, anche su iniziativa delle varie Prefetture, per una serie di magistrati che sono chiamati ad esprimersi o che in passato hanno indagato sulla vicenda Cospito, oltre ad esponenti delle forze dell'ordine e dell'amministrazione della Giustizia. 

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Le altre misure

Sono inoltre state già impartite una serie di raccomandazioni, come quelle sull'apertura di eventuali plichi e buste oltre ad una serie di luoghi sensibili da tenere sotto stretta osservazione (e possibilmente evitare, per alcuni). Nel vertice che si è tenuto al Viminale lo scorso 1 febbraio, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha fatto il punto con i vertici di polizia e intelligence, decidendo un innalzamento delle misure di tutela per gli obiettivi sensibili, dalle sedi diplomatiche a quelle istituzionali, dalle carceri ai magistrati. Erano stati quindi messi sul tavolo scenari di una possibile evoluzione della minacce, oltre alla richiesta di un continuo monitoraggio sul web dei siti d'area anarchica e di un'attenzione costante sugli ambienti carcerari e sulle aree più dure dell'antagonismo. Da Torino a Padova fino all'università La Sapienza di Roma, non è infatti un caso che siano apparse scritte e volantini minacciosi a sostegno dell'anarchico. In uno di questi è tornata la frase «se muore Alfredo Cospito, i giudici sono tutti obiettivi». E nel suo ultimo proclamo, l«internazionale nerà ha rilanciato una nuova »chiamata internazionale alla mobilitazione«, invitando movimenti e collettivi ad organizzare una serie di azioni davanti alle ambasciate italiane per fare pressioni su Roma: »facciamo sapere allo Stato italiano che se Alfredo muore - è il proclama e la minaccia - saremo il suo peggior nemico«.

Lo scontro politico

FdI non ha abbassato i toni, anzi. E il Pd ha fatto lo stesso. E allora Giorgia Meloni ha lanciato «un appello trasversale: non dividiamoci - ha detto - Richiamo tutti alla responsabilità». Che è stato un modo per spostare il dibattito «su un altro livello»: perché il Paese «è oggetto di attacchi da parte degli anarchici», ha spiegato la presidente del Consiglio, e invece l'attenzione è concentrata solo sullo scontro fra i partiti. È però vero che i protagonisti della vicenda hanno fatto di tutto per tenere alta la tensione, fra insulti e denunce in tribunale. Lo scontro è stato innescato qualche giorno fa alla Camera dal deputato di Fdi Giovanni Donzelli, che ha accostato la sinistra alla mafia e ai terroristi perché alcuni parlamentari Pd hanno fatto visita in carcere all'anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame per sostenere una battaglia cara anche alla criminalità organizzata, quella contro il carcere duro. A irrobustire una polemica politica già corposa c'ha pensato Andrea Delmastro (FdI), il sottosegretario alla Giustizia che ha fornito a Donzelli le intercettazioni di Cospito citate in Aula per attaccare i dem. Il Pd, ha detto Delmastro, «dovrà spiegare all'opinione pubblica quell'inchino ai mafiosi». È stato come il tappo che salta. Dal Pd sono volate accuse di «linciaggio», di «squadrismo fascista», di uso di «metodi da ventennio»: e al termine di un'assemblea dei gruppi di Camera e Senato, i parlamentari hanno annunciato «querele e richieste di risarcimento danni».

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