I sindacati in piazza a Roma sferzano il governo: «Cambi rotta»

I sindacati in piazza a Roma sferzano il governo: «Cambi rotta»
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Sabato 9 Febbraio 2019, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 18:51

Cgil, Cisl e Uil in piazza sferzano il governo: ascolti la voce del 'popolo del lavorò, si confronti con i sindacati, ascoltando le loro proposte, e «cambi rotta» sulla politica economica. La richiesta risuona dal corteo e dal palco della manifestazione nazionale unitaria organizzata a Roma, "Futuro al lavoro". «Centinaia di migliaia», una piazza colorata e con una «folla immensa», dicono i sindacati che sfila per le vie da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni. «Ogni stima rischierebbe di essere sottodimensionata: Piazza San Giovanni era stracolma- dicono-. Un fatto è certo: è da annoverare tra le più grandi e partecipate manifestazioni svoltesi negli ultimi decenni a Roma». 
 

 

«Noi siamo il cambiamento», incalza il leader della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza San Giovanni, al suo debutto in piazza da numero uno della confederazione di corso d'Italia. «Il governo esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale»: attacca la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. E, avvertono, se non ci saranno riscontri, andranno avanti fino a portare a casa risultati. «Non siamo contro il governo, ma gli chiediamo di convocarci o la mobilitazione proseguirà», dice chiaramente il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. A sei anni dall'ultima manifestazione unitaria in piazza San Giovanni (era il 22 giugno 2013 quando scesero in piazza, sempre di sabato, con lo slogan "Lavoro è democrazia"), Cgil, Cisl e Uil tornano insieme per rilanciare l'unità del mondo del lavoro, la forza di 12 milioni di iscritti ai sindacati e la richiesta forte al governo di ascoltare le proposte, unitarie, messe nero su bianco ad ottobre scorso e già illustrate al premier Giuseppe Conte.

Negli interventi si rivolgono al presidente del Consiglio ma anche ai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini (di cui sfila anche una sagoma). In piazza si vedono i candidati alla segreteria del Pd, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti,l'ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, l'esponente di Leu ed ex presidente della Camera, Laura Boldrini.C'è anche una delegazione di industriali arrivati da Ravenna, una trentina che sfilano in corteo dietro lo striscione «Investiamo nel gas naturale italiano». I sindacati confermano il giudizio negativo sulla manovra, «miope e recessiva», e insistono sulla necessità di creare lavoro, rilanciando gli investimenti, di fare una «vera» riforma delle pensioni e di rivedere il sistema fiscale, diminuendo il peso della tasse su lavoratori e pensionati. Quota 100 «ben vanga» ma non basta perché lascia fuori «tutto un mondo» che non arriva a 38 anni di contributi: a partire dalle donne (per le mamme - è la loro proposta - andrebbe riconosciuto un anno di contributi per ogni figlio) e dai giovani (per i quali sarebbe necessario pensare ad una pensione di garanzia). Bene la lotta alla povertà, sostengono, ma il reddito di cittadinanza è «un ibrido» con le politiche del lavoro che rischia di «fare male» su entrambi i fronti. Dunque, servono gli investimenti, materiali e immateriali. E serve «sbloccare le infrastrutture», insiste Furlan, che aprirebbero a 400mila posti di lavoro.

«È meglio che il governo torni indietro perché altrimenti va a sbattere. Chi non è sordo deve capire» o fa «un grave errore», incalza Landini. Che continua: «Alle persone che governano questo Paese e vanno ad incontrare chi protesta in altri Paesi - il riferimento è a Di Maio e ai gilet gialli - diciamo che se hanno un briciolo di intelligenza ascoltino questa piazza: noi siamo il cambiamento. Noi vogliamo la giustizia sociale». Il governo, rimarca Barbagallo, «non può essere autoreferenziale. Il governo del cambiamento non può essere del cambiamento in peggio, ma in meglio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte». E ancora: «Il governo deve cambiare assolutamente rotta. Si confronti finalmente con i sindacati, perché dopo tanti anni di sacrifici degli italiani, non possiamo permetterci che il Paese torni a decrescere. Nessuno da solo riesce a risolvere problemi così complessi», con il Paese ad «un passo dalla recessione economica», dove «sale solo lo spread», sottolinea Furlan. Il corteo è colorato dalle bandiere e dai palloncini rossi, verdi e blu di Cgil, Cisl e Uil, accompagnato da striscioni e cartelli, musica e cori. Non manca l'ironia. «Meno stati sui social, più stato sociale», è uno dei tanti mostrati per le vie della capitale. «Giù le mani dalle nostre pensioni» o «Non siamo il vostro bancomat». Una manifestazione vivace, partecipata e democratica, evidenziano gli organizzatori.

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