Il Corriere rivuole via Solferino, Blackstone gli fa causa

La storica sede del Corriere in via Solferino
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Mercoledì 21 Novembre 2018, 01:32
La sede storica del Corriere della Sera di via Solferino è di nuovo al centro della contesa. Rcs se la vuole riprendere dichiarando nulla la cessione a Blackstone e i fondi americani, che dopo 5 anni stavano per portare a termine la vendita ad Allianz, denunciano il gruppo editoriale e aprono una causa davanti alla Corte suprema di New York chiedendo oltre al ritiro delle pretese danni per un minimo di 500mila dollari. Lo si apprende dalla documentazione depositata in tribunale, mentre dagli Usa anche il Financial Times scrive sulla vicenda.

Nel 2013, ricorda il documento depositato presso il Tribunale di New York, i fondi americani Blackstone avevano acquistato gli immobili (un portafoglio immobiliare composto da via San Marco e via Solferino per complessivi 120 milioni di euro, ndr) e poi li ha riaffittati alla stessa Rcs. Due anni dopo Rcs ne ha lasciato libera la maggior parte e Blackstone dichiara di aver «investito ingenti fondi nella ristrutturazione, e poi attratto nuovi affittuari per portare le sue proprietà a piena occupazione». «Dopo aver incrementato il valore delle proprietà negli ultimi 5 anni (durante i quali Rcs non si è mai lamentata della transazione del 2013) - si legge sulla memoria del fondo Usa - Blackstone ha cercato un acquirente e recentemente è arrivata una lettera di interesse da parte di Allianz Real Estate». I querelanti «erano sulla strada giusta per chiudere l'operazione quando il presidente Urbano Cairo ha dichiarato "nulla e vuota" la transazione del 2013 denigrando Blackstone e interferendo con la vendita ad Allianz».

I fondi definiscono «false e maligne» le dichiarazioni che hanno portato Allianz a non voler più andare avanti con l'operazione fino a quando Rcs non ritirerà le sue pretese. «La cattiva condotta di Rcs ha già provocato danni sotto forma di spese legali e di altro tipo», denuncia Blackstone, e se dovessero perdere l'opportunità di vendere gli immobili «i danni causati da Rcs, sia economici che reputenziali, aumenteranno esponenzialmente». Dopo l'anticipazione fatta da Milano Finanza il 10 luglio 2018 dell'operazione e indiscrezioni su un accordo in vista per 250 milioni di euro, il 13 luglio, tre giorni dopo, «Rcs ha inviato una lettera firmata da Urbano Cairo in cui dichiarava nulla la transazione a causa, secondo Rcs, della condizione finanziaria di Rcs al tempo della transazione del 2013 e di uno squilibrio tra i termini e le condizioni e i benefici e i ritorni tra le parti», dichiara Blackstone.

«Il timing non è stata una coincidenza, sapevano che Blackstone era vicina alla vendita e la lettera era quindi un modo spurio, malevolo ed estorsivo, e chiaramente mirato a diffamare e interferire con l'operazione». Dopo aver chiesto numerose volte a Rcs di ritirare la sua dichiarazione l'8 novembre Blackstone ha preannunciato che avrebbe avviato una causa a NY per chiedere un risarcimento. In risposta il 9 novembre Rcs ha avviato un arbitrato a Milano chiedendo l'annullamento dell'operazione del 2013. «È chiaro che un arbitrato è un modo inadeguato e insufficiente» di risolvere la questione.
Ora Blackstone chiede che il tribunale americano imponga a Rcs «una dichiarazione che la transazione del 2013 è valida e non nulla e vuota» e vuole inoltre «una compensazione per i danni subiti a causa della condotta di Rcs che ha interferito in modo maligno e calunnioso con gli sforzi di Blackstone e le aspettative di completare la vendita dei loro interessi negli immobili».
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