Matteo Salvini e la strategia contro Conte: c'è la mano del leader dietro le mosse di Fontana

Matteo Salvini e la strategia contro Conte: c'è la mano del leader dietro le mosse di Fontana
di Mario Ajello
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Giovedì 16 Aprile 2020, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 15:22

Tutti quelli che hanno partecipato in questi giorni ai vari incontri tra i leader del centrodestra e Giuseppe Conte raccontano quanto Salvini ce l’abbia con il premier e quanto tra i due l’interlocuzione sia impossibile. Pesa ancora  il “tradimento” di Conte ai danni dell’ex suo ministro dell’Interno, quella rottura resta e si è aggiunto tutto il resto. Il protagonismo del premier “senza voti”, così lo definisce Salvini, agli occhi leghisti appare poi una forzatura personalistica insopportabile. Il background dello strappo della Lombardia contro il governo di Roma in tema di riapertura è questo. A Palazzo Chigi, ma non solo lì, vedono la mano di Salvini dietro le mosse del governatore lombardo e padanista Fontana. Il leader del Carroccio in questi mesi di emergenza ha girato un po’ a vuoto, continuando a postare video e ad attaccare su tutto senza trovare però lo spiraglio in cui infilarsi per far del male al premier e ridare a se stesso e al suo partito quella centralità che avevano prima dell’avvento del Coronavirus.
 


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Adesso tra Salvini e Fontana si è trovato il modo per uscire dall’angolo, per sommare le rispettive debolezze (quelle del presidente lombardo sono macroscopiche) e andare all’assalto. Contro le inchieste sul Trivulzio, accelerazione sulla fine del lockdown nonostante sia ancora in corso l’emergenza, prove di secessionismo legate anche alle difficoltà che sta avendo la strategia non più padanista ma nazionale voluta in questi anni da Salvini per il suo partito: così la coppia Salvini-Fontana - uomo politico che non ha mai avuto una sua autonomia fin dai tempi di Bossi e poi di Maroni e tuttora non ce l’ha rispetto a Salvini e al contrario di Zaia - è partita all’assalto.

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Stamattina Salvini per mettere il cappello ancora di più sull’operaio e Fontana ha addirittura scomodato la figliolanza: «Se la scuola riaprisse l′11 maggio, io i miei figli li manderei purché siano garantiti sanificazione, distanze e dispositivi di protezione». Così ha detto alla radio. 
 


Il fatto è che il capo lumbard avrebbe potuto glorificarsi per i successi di Zaia in Veneto contro il virus. Ma, appunto, il rapporto che ha con quel governatore leghista non è come quello che intrattiene con Fontana. E il Veneto anche nella Lega ha una storia a sé. Dunque non è un sospetto ma una certezza quella di Palazzo Chigi, secondo cui «dietro il blitz di Fontana c’è Salvini». Non ne fa mistero lo stesso capo lumbard. Non c’è stata diretta Facebook in questi mesi di disastri targato Pirellone in cui Matteo non abbia difeso e rilanciato l’opera di Fontana.

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E ora l’ex vicepremier si è rallegrato che il presidente della Regione abbia chiesto al governo di “chiuderla con le chiusure” e ha pesato con la sua bilancia i “soldi veri” in arrivo per il personale sanitario: «Esattamente il doppio di quelli messi a disposizione dal governo». Conte sa che Salvini lo vuole infilare in un personale, oltre che politico, muro contro muro. Che converrebbe non a lui ma al rivale leghista. E infatti al ministro degli Affari regionali,  Boccia, e a tutti gli altri ha detto di non inasprire lo scontro con Salvini. Di fatto però, contro il duo Salvini-Fontana, si sta pensando in prospettiva di impugnare le ordinanze della Lombardia. Da dove Salvini ha deciso di cominciare il suo rilancio si scala nazionale. Tornando  alle origini, per la felicità anche di Bossi e Maroni, padrini politici di Fontana, che in questi anni hanno sempre rimproverato Salvini di trascurare il Nord.

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