Parlamentari ringraziano Papa Francesco per aver rivendicato chiese aperte e il bisogno di fede

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di Franca Giansoldati
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Lunedì 16 Marzo 2020, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 19:58

Città del Vaticano - Con quei trecento metri percorsi a piedi da piazza Venezia a Via del Corso per entrare in una chiesa a pregare davanti al Cristo miracoloso di San Marcellino e chiedere la fine dell'epidemia «è come se il Papa avesse improvvisamente sbloccato la situazione. Grazie, dunque, Santità per avere ricordato pubblicamente che esiste una dimensione di fede in un mondo razionale» sintetizza l'ex parlamentare Domenico Menorello.

Un gruppo di parlamentari cattolici e politici appartenenti a varie istituzioni e realtà regionali hanno scritto una lettera aperta al pontefice nella quale affrontano il tema delicato delle chiese sbarrate e dell'attività pastorale spazzata quasi via. Un nodo che attiene ai rapporti tra Stato e Chiesa e sul quale si sono misurate diverse prospettive, fermo restando l'impegno di tutti di rispettare le più rigide norme anticontagio.

«A Bergamo o a Brescia o in altre città in ginocchio dal virus, ci sono purtroppo ammalati che muoiono soli e senza nemmeno il conforto cristiano. Penso che il mondo politico debba fare una riflessione su questo. Esiste un bisogno profondo di fede in tanti italiani ammalati. Se viene giustamente riconosciuto il bisogno di fumare al tabagista, e per questo si tengono aperte le tabaccherie con le dovute precauzioni, perché si dovrebbe negare il conforto della fede, della preghiera, della spiritualità con altrettante e rigorose precauzioni?» sintetizza Menorello.

Un pensiero ampiamente condiviso dalla lunga lista di persone che ha firlato la lettera a cominciare da Stefano De Lillo, Maurizio Sacconi, Gaetano Quagliariello, Paola Binetti, Alessandro Pagano, Maurizio Perfetti, Mirco Agerde. Le firme sono decine, comprese associazioni di volontariato e di categoria.

«Nel sentirci impegnati -  si legge ancora - a comprendere e accogliere quanto ci viene e ci verrà chiesto per la salute pubblica, siamo incoraggiati a dare voce e coscienza pubbliche a un’emergenza parallela a quella sanitaria, che deve diventare sempre più centrale nell’affrontare i giorni che ancora ci aspettano: l’emergenza dello spirito, spirito che, in ciascuno senza distinzione alcuna e soprattutto nella fragilità, nella malattia e ancor più nel morire, implora di non essere lasciati soli si legge nella lettera». 

Infine, i firmatari manifestano solidarietà ai vescovi che hanno accettato limitazioni fortissime per evitare i contagi.

«Lo hanno fatto perchè il Sistema Sanitario Nazionale regga e rifugga da quella “globalizzazione dell’indifferenza”, da cui ci ha messo in guardia Papa Francesco, ove la singola persona può divenire secondaria nell’enorme e necessario sforzo di salvare la tenuta complessiva. Dobbiamo, in altri termini, scongiurare ogni -seppur inconsapevole- selezione dei malati, perché praticare criteri di esclusione di persone dalle cure solo in base ad astratte considerazioni probabilistiche -per esempio per la mera età- significherebbe considerare la vita dei più vulnerabili meno degna, escludendo nei loro confronti ogni forma di solidarietà».

Intanto in queste ore vengono segnalati episodi singolari: domenica mattina nella parrocchia di San Francesco, a Cerveteri, il parroco celebrava da solo in chiesa, con l'altoparlante che diffondeva la messa nel piazzale antistante dove erano presenti dieci persone ma distanti le une dalle altre di svariati metri. Nel filmato - che ha iniziato a girare sui social indignando migliaia di persone - si vedono due vigili urbani che entrano in chiesa, si dirigono dritti all'altare, prendono il microfono in mano e avvertono che non è possibile continuare la messa perchè contrario alle disposizioni. Dalle immagini si vedono le facce sbigottite dei presenti e il parroco costretto a sospendere la messa.

«Si tratta di un episodio effettivamente grave. Probabilmente uno sbaglio o un eccesso di zelo. I parametri di sicurezza vanno sempre rispettati, così come le misure di sicurezza, ma una volta che queste ci sono e sono rigorose, perchè non consentire preghiere a distanza come era in questo caso?» ha commentato Menorello. 

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