Fase 2, scontro tra governo e Regioni. Calabria, sì a bar e pizzerie all'aperto. Boccia: «Coerenza o vi diffidiamo»

Fase 2, scontro tra governo e Regioni. Calabria, sì a bar e pizzerie all'aperto. Boccia: «Coerenza o vi diffidiamo»
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 07:47

Il governo non riesce a spegnere la 'ribellione' dei presidenti delle Regioni e delle province autonome sulle riaperture delle attività produttive e la gestione della Fase 2 dell'emergenza coronavirus. Ed è scontro con i governatori del centrodestra. Il ministro Francesco Boccia, pur mettendo sul tavolo l'offerta di correttivi interpretativi del Dpcm con le Faq del governo, chiede di ritirare le ordinanze in contrasto con l'ultimo decreto, minacciando di impugnarle (seppure dopo una lettera di diffida per ravvedersi) e prospetta scelte differenziate a seconda dei territori dal 18 maggio, ma i governatori rivendicano la propria autonomia. 

Da oggi in Calabria sarà «consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all'aperto». È quanto previsto da un'ordinanza per la fase 2 firmata dalla governatrice della Calabria, Jole Santelli. Secondo l'ordinanza, queste stesse attività «possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime anti-contagio e ferma restando la normativa di settore».

A quanto apprende l'agenzia Adnkronos da fonti di governo, l'esecutivo va verso la diffida dell'ordinanza della Calabria con cui la governatrice, Jole Santelli, anticipa i tempi della fase due e autorizza da domani la riapertura dei locali con tavoli esterni, dei mercati e dà il via libera alla ripresa degli sport individuali. L'ordinanza, riferiscono fonti di primo livello, è stata oggetto di discussione del Cdm che si è concluso da pochi minuti. La diffida è il passo che precede l'impugnativa. Si tratta, in estrema sintesi, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell'ordinanza rispetto al Dpcm varato. Se le modifiche non vengono apportate, il governo può a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla.

«Dal 4 maggio la pesca sportiva potrà essere tranquillamente svolta in Lombardia, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e delle limitazioni espresse nel Dpcm. Dovranno dunque essere garantite le distanze minime di sicurezza e si dovranno evitare assembramenti». Lo rende noto l'assessore all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi. «Si tratta di una attività sportiva a tutti gli effetti - spiega Rolfi - e di conseguenza potrà essere praticata come previsto dal decreto. Saranno ovviamente vietate le competizioni». «L'attività sportiva individuale è consentita dal 4 maggio in base al Dpcm del 26 aprile. Poichè non vi sono discipline escluse, rientrerà anche la pesca sportiva», conclude l'assessore.

E chi entrerà in Basilicata «da fuori regione» dovrà sottoporsi al tampone: lo stabilisce un'ordinanza appena emessa dal presidente della Regione, Vito Bardi, e che contiene «ulteriori misure di contrasto e prevenzione» per arginare l'epidemia di coronavirus. L'ordinanza prevede, inoltre, che chi arriva in Basilicata, «anche se asintomatico», comunichi la sua presenza e rimanga in «isolamento fiduciario» per 14 giorni


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Lo scontro su quanto accadrà dal 4 maggio con l'allentamento delle misure anti-Covid 19 si riaccende, mentre restano interrogativi sull'applicazione di diverse norme del Dpcm, in un Paese che vede montare la protesta dei commercianti. A Milano numerosi ristoratori, gestori di locali, estetisti e parrucchieri hanno dato polemicamente le chiavi delle attività al sindaco. Stesso gesto dello chef Gianfranco Vissani che ha il suo storico ristorante a Baschi, in Umbria. Non si accetta di dover attendere oltre il 4 maggio per riaprire, almeno fino al 18 maggio se non fino a giugno: si temono troppi danni finanziari. Nella riunione con le Regioni Boccia ha prospettato il principio «meno contagi-più aperture» e viceversa, confermando che i territori più virtuosi nel contenimento del virus a partire dal 18 maggio potranno fare «scelte differenziate» dagli altri. Dipenderà dal monitoraggio del ministero della Salute sulle curve dell'infezione nelle diverse regioni.

Il dicastero di Roberto Speranza sta elaborando i criteri di valutazione. Tra questi il tasso di occupazione delle terapie intensive e le percentuali di positivi sui tamponi fatti. Il Piemonte nell'ultima settimana ha avuto 80,3 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, la Liguria 65, la Lombardia 64,1, la Calabria appena 2,6 (stima Sky Tg24 su dati del ministero). C'è un abisso. Eppure le regioni più ricche, ancora alle prese con numeri non rassicuranti, con la parziale eccezione del Veneto, spingono per riaprire prima e in misura maggiore. Già si vedono i primi provvedimenti autonomi e si rischia un caos pericoloso dal 4 maggio, data d'inizio ufficiale della cosiddetta Fase 2. Scenario che il governo vuole evitare: Boccia ha detto ai presidenti che le ordinanze devono essere conformi al Dpcm - a meno che non siano più restrittive -, altrimenti verranno impugnate al Tar o alla Corte costituzionale. Il ministro ha però promesso una lettera di diffida prima dell'impugnazione. Linea nelle intenzioni distensiva che non sembra però aver affatto convinto le Regioni. Secondo fonti presenti alla videoconferenza i governatori di Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia hanno detto no al ritiro delle ordinanze, sostenuti dalla Lombardia e dalla Sicilia. È poi stato reso noto il documento dei presidenti di centrodestra che chiedono al premier e al Quirinale nella Fase 2 di «ritornare progressivamente ad un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni». Riaprire ovunque possibile in sicurezza, è la linea. Giuseppe Conte ha ammonito ieri sul rischio che il contagio da Covid-19 riparta forte, vanificando quasi due mesi di lockdown. Difficile quindi che nei prossimi giorni il braccio di ferro con le Regioni si attenui. Mentre si cerca di chiarire come riaprire, ad esempio nei delicatissimi trasporti locali. Domani la ministra Paola De Micheli in videoconferenza cercherà di dare indicazioni sulle distanze e sui controlli sui mezzi.


 




 

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