Coronavirus, Conte: «Ora conviviamo con il virus, no condizioni per normalità. Se contagio sfugge pronti a richiudere»

Coronavirus, Conte: «Ora conviviamo con il virus, no condizioni per normalità. Se contagio sfugge pronti a richiudere»
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Lunedì 27 Aprile 2020, 20:14 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 06:30

«Stiamo facendo tanti sacrifici, non è questo il momento di mollare, di un liberi tutti. Questo governo non cerca consenso, vuole fare le cose giuste anche se ciò potrebbe scontentare i cittadini». Lo afferma il premier Giuseppe Conte da Milano.  «Tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte». E ancora: «La fase 2 è quella della convivenza con il virus non della liberazione, ce lo dobbiamo dire chiaro e forte».

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Se contagio sfugge pronti a richiudere
«Siamo predisposti per misure territorialmente circoscritte. La ratio del nostro piano è quello che sia nazionale, altrimenti diventa impossibile se ognuno va per la sua strada. Poi se dovessimo verificare -dopo il primo, il secondo blocco di partenza- che c'è una curva di contagio che sfugge al controllo, allora interverremo a chiudere il singolo rubinetto. Il nostro piano ci consentirà quindi di tener conto anche delle realtà territoriali». Lo dice il premier Giuseppe Conte, nel corso di un punto stampa in Prefettura a Milano.



Niente feste con gli amici 
«Lo preciseremo nelle faq, ma non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive»: così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Milano, dove ha ricordato che «un quarto dei contagiati è negli appartamenti».

Protocollo con la Cei per le messe
«Lavoreremo per definire un protocollo di massima sicurezza per garantire a tutti i fedeli di parteicipare alle celebrazioni liturgiche, contiamo di definire questo protocollo in pieno spirito di collaborazione con la Cei». Lo spiega in merito al nodo Messe il premier Giuseppe Conte parlando da Milano.

Piano nazionale per l'infanzia
«Stiamo studiano un piano per l'infanzia in cui cerchiamo di affrontare anche il tema dei centri estivi». Lo annuncia il premier Giuseppe Conte da Milano spiegando di aver incontrato, nel pomeriggio, il Forum delle Famiglie e una delegazione di parlamentari che si occupa di questo dossier. «Lavoriamo ad ulteriori misure oltre a quelle messe in campo (bonus babysitter e congedo straordinario, ndr), spiega Conte. 


La sua presenza nella fase più critica dell'emergenza «avrebbe creato intralcio» e per questo il premier Giuseppe Conte ha aspettato poco più di due mesi dall'inizio dell'epidemia per la sua prima visita in Lombardia, dove tutto è cominciato e dove il coronavirus ha la metà delle vittime di tutta Italia. Atterrato nel tardo pomeriggio a Linate, Conte ha cominciato la sua visita da Milano, ma tocca anche le altre province più colpite, Bergamo e Brescia,annunciando - a sorpresa - tappe anche anche a Lodi e Codogno. «Non sono venuto nella fase più critica perché l'apporto del presidente del Consiglio forse avrebbe anche creato intralcio, » ha detto nel cortile della prefettura milanese rispondendo alle domande dei giornalisti. «Ritornerò, ritornerò presto, c'è sempre una situazione di grande emergenza ma è una fase in cui forse do anche meno intralcio e meno fastidio agli operatori, ai responsabili che stanno operando in questa emergenza», ha aggiunto.

In Corso Monforte ad attenderlo il presidente della Regione Attilio Fontana, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, i rappresentanti del mondo delle imprese,il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi e il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che poi ha incontrato separatamente, per circa un quarto d'ora ciascuno. È stata l«occasione per fare il punto sulle misure contenute nell'ultimo Dpcm, con le richieste per far ripartire alcuni settori economici, a partire dal commercio, per i quali »aspettare così tanto tempo rischia creare dei problemi notevoli«, come ha detto Fontana, ma non solo. Nelle rsa lombarde, a partire dal Pio Albergo Trivulzio di Milano, sono morte centinaia di persone e »se non è certamente il momento in cui si fanno i conti, una riflessione la meriterà«, come ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, sottolineando che »il punto è dire ai parenti quando la situazione sarà sotto controllo e non lo è ancora«.

Fontana ha consegnato al premier un report dei lavori del Patto per lo Sviluppo, il Tavolo istituzionale di confronto e dialogo con tutti i principali stakeholder del sistema lombardo. Tre i temi trattati nel documento relativo alla 'Fase 2: sostegno alle famiglie, sostegno alle imprese e trasporto pubblico locale: »Conte ci ha dato l'assicurazione che si occuperà, controllerà e guarderà queste problematiche e cercheremo di risentirci nei prossimi giorni per trovare una soluzione che possa essere condivisa«, ha detto il presidente della Lombardia. Finito l'incontro milanese, Conte si è spostato a Bergamo e a Brescia, le altre due città lombarde che contano più di 10mila contagiati ciascuna.

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