Conte attacca: «Italia lasciata sola». Si tratta sul Mes senza condizioni

Conte attacca: «Italia lasciata sola». Si tratta sul Mes senza condizioni
di Alberto Gentili Antonio Pollio Salimbeni
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Lunedì 20 Aprile 2020, 09:48

È una settimana decisiva per la risposta finanziaria europea alla recessione in cui il continente è precipitato. La videoriunione dei capi di Stato e di governo giovedì sarà il momento della verità. La direzione presa dalla Ue viene considerata da tutti giusta con un «pacchetto» di 540 miliardi. Tuttavia non appare sufficiente. «A proposito di misure come i coronabond, la Bce è sempre stata a favore di uno strumento fiscale europeo che possa completare la politica monetaria, siamo a favore, pensiamo sia uno strumento utile, vedremo, è una decisione politica», ha indicato in una intervista il numero due Luis de Guindos.

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Ci sono quattro giorni di tempo per uscire dal vago e non sarà facile perché restano le divergenze sulla questione di fondo: gli Stati devono limitarsi a usare pur in modo innovativo e flessile il bilancio Ue (posizione tedesca e dei Nordici), o devono fare il salto verso una più integrale condivisione di debito futuro per finanziare investimenti per migliaia di miliardi nei prossimi due-tre anni (posizione di Francia, Italia, Spagna e altri otto-nove paesi)?
Oggi i presidenti di Commissione e Ue, Ursula von der Leyen e Charles Michel, faranno il punto della situazione. Von der Leyen - che ieri ha avuto un colloquio con Giuseppe Conte - presenterà al vertice dei 27 leader la nuova proposta di bilancio Ue considerata la leva dell'intera operazione che comprende anche l'emissione di bond comunitari. Non sono chiari né a taglia dell'operazione (si è parlato di 500 miliardi ma anche di 1500) né il meccanismo di garanzia degli Stati e neppure l'uso dei fondi raccolti (prestiti agli stati o sovvenzioni?). Un esempio che mostra come la condivisione dei rischi resti un nervo scoperto, è la resistenza finlandese sugli aiuti alle casse integrazioni nazionali per 100 miliardi da raccogliere con le garanzie degli stati. La vera incognita resta l'Italia. Il Financial Times ha fatto riaffiorare i dubbi per un possibile default (anche pilotato) del Paese, sostenendo che la situazione è più grave di quel che si vuol far lasciar credere. L'unica ancora di salvezza sarebbe lo scudo della Bce tramite il programma Omt. Ma per attivarlo serve aderire al Mes.

LE CONDIZIONI
Il premier Conte vuole vedere scritto «nero su bianco» al Consiglio di giovedì che non ci sarà «alcuna condizione» all'utilizzo dei 36 miliardi del Mes: «Il fondo ha una brutta fama, ricordiamoci della Grecia...». Intanto, senza più escludere l'utilizzo del Fondo, si concentra sui recovery bond proposti dal presidente francese Emanuel Macron. «Che sono l'assoluta priorità dell'Italia», spiega un ministro che segue il dossier.

Per Conte, che ha ribadito i concetti al giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, ci sono due problemi: «Il quanto e il quando». Il quanto, perché ci sono i Paesi del Nord che non vogliono aumentare i fondi, mentre Italia, Francia, Spagna etc. chiedono che vengano indirizzati sui recovery bond non meno di 1.000-1.500 miliardi. Il quando, perché il bilancio di cui si sta parlando è quello dal 2021 al 2027 e dunque non immediatamente spendibile. «Mentre per l'Italia è indispensabile», spiegano fonti informate, «che i bond partano subito». Per il resto, come dice anche Paolo Gentiloni l'Italia è favorevole a sostenere gli altri due punti del pacchetto varato dall'Eurogruppo: il Sure da 100 miliardi per la cassa integrazione e il piano da 240 miliardi della Bei. Per il commissario agli Affari economici, come del resto per Gualtieri, il Pd, Italia Viva, anche il Mes «è uno strumento molto utile: stiamo parlando di linee di credito vantaggiose, specie per Paesi» come l'Italia, che non hanno la tripla A (il rating sui mercati finanziari), e senza condizionalità». E Bonomi (Confindustria): «Laddove ci sono le condizioni per avere i soldi dall'Europa vanno presi».

Per provare ad ammorbidire i Nordici, Conte è tornato a dire che «l'Italia è stata lasciata sola» e ha colpito duro l'Olanda: «Ci sentiamo abbandonati proprio dai Paesi che traggono vantaggi da questa Unione come l'Olanda che fa dumping fiscale per attrarre le multinazionali e ottiene un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell'Unione: 9 miliardi di euro ogni anno». Non è mancata una bacchettata alla Germania: «Ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell'Ue» e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da «freno per l'Europa». Intanto la Bce ha proposto una bad bank per gli Npl. Ma la Commissione Ue non sembra approvare.


 
 



 
 
 

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