Coronavirus, Conte: pioggia di critiche al premier Conte per la diretta Facebook

Coronavirus, Conte: pioggia di critiche al premier Conte per la diretta Facebook
di Mario Ajello
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Lunedì 23 Marzo 2020, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 18:48

Ok, i dati migliorano. Ma sui social il brivido notturno del Dpcm, cioè del decreto del presidente del Consiglio annunciato da Conte l’altra sera tardi e ora finalmente esistente non smette di creare discussioni e polemiche sui social. Avrà pure oltre il 60 percento di popolarità il capo del governo, ma gli errori di comunicazione di Palazzo Chigi, la fuga di notizie e di bozze al termine di una lunga e ansiosa attesa della nazione destano dubbi assai diffuso e si prestano nelle chat e in rete a molteplici commenti.

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Già il fatto che ci siano stati decreti a ripetizione (il 23 febbraio, il 25 febbraio, il 1 marzo, il 4 marzo, l’8 marzo, l’11 marzo, e il 22 marzo) e che spesso il governo abbia dovuto inseguire le decisioni delle Regioni suscita perplessità dilaganti. Si leggono in rete messaggi così: “Siamo in mano a #Conte e #Casalino Che Dio ci aiuti”. Un tizio che si firma noitre32@noitre32: “Conte hai detto e non detto. Hai preso decisioni dopo che erano giá state prese da altri, senza precisare niente. Tutta l´Italia é in cassa integrazione? I soldi dove sono? Come cavolo mangiamo?”.

Chi tenta si fare discorsi alti, del tipo: “Il principale problema delle scelte comunicative di Conte riguardano la cultura civica e il senso dello Stato dei suoi consulenti. Che sembrano mancare del tutto”. Ma ecco il tweet di Lucio Presta, produttore e manager dello spettacolo: “Abbiamo ottenuto risultato? Saliti i contatti su Facebook?. Ma sono i contagi da far diminuire non i contatti da aumentare. #fermiamoilreality”. Molto duro insomma sulla scelta di Conte di usare la pagina Facebook per il suo speach alla nazione e non la tivvù di Stato per un discorso di Stato.

E ancora: chi dice che Dybala e la moglie fanno i tamponi ma per i medici in prima linea i tamponi non ci sono. Scrive @DanieleMeloni80: “Non sapevo avessimo un sistema tricamerale in cui la terza Camera è facebook”. Quelli di Centrodestra, in linea con la Meloni e con Salvini, battono su questo tasto: “Caro Conte, anche il Parlamento non è un'attività strategica indispensabile? Chiedo per un amico...”. Oppure, i più a posteriori danno questo consiglio: “Conte, prima firmi il decreto, poi il giorno dopo a mezzogiorno fai una conferenza stampa dove lo spieghi per bene anche con eventuali domande”. Mario Scelzo@MarioScelzo1 scrive:
"Marshall McLuhan teorizzava che il mezzo è il messaggio. Non accetto che comunicazione più importante della storia repubblicana ci arrivi via Facebook, senza presenza di giornalisti e con l'impossibilità di un contraddittorio. Queste pagliacciate non sono più tollerabili”.

Un ottimo giurista, docente all’università di Perugia, Francesco Clementi @ClementiF, osserva:
“I discorsi alla Nazione, soprattutto se di tale portata, si fanno nei canali ufficiali: quelli pubblici ed istituzionali. Non serve Facebook: «like & cuori» arrivano lo stesso. Anzi, meglio: perchè la forma, in questi casi, è sostanza. #leistituzionicontano”.

E dunque, alla luce di tanti tweet così, c’è da chiedersi: ma Conte che, puntando su Fb ha cercato di evitare le domande dei giornalisti, a quante domande/attacchi/bordate e perfino ingiurie ora deve rispondere se mai risponderà? Magari gli conveniva l’altra sera non ascoltare consigli sbagliati di chi gli sta vicino e puntare sulla comunicazione tradizionale. Evitando facili scorciatoie che si rivelano boomerang.
 

 
 

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