Riaperture, Draghi rallenta: è scontro sul coprifuoco alle 24. Palestre e piscine ipotesi subito ok

Riaperture, Draghi rallenta: è scontro sul coprifuoco alle 24. Palestre e piscine ipotesi subito ok
di Alberto Gentili
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Martedì 11 Maggio 2021, 23:32 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 09:14

Mario Draghi è il primo, per garantire la ripartenza al Paese e l’arrivo dei turisti stranieri, a voler allentare la stretta anti-Covid. Ma, come ha detto sabato a Porto e come ripete in queste ore: «Bisogna riaprire con ragionevolezza, prudenza e gradualità». E, soprattutto, «visto che la road map verso il ritorno alla normalità è ormai indicata, non ha senso trasformare le riaperture in oggetto di scontro politico. Saranno i dati, l’andamento dell’epidemia e della campagna vaccinale, a dire se si può riaprire o meno. Non la querelle politica».

Tant’è, che nonostante l’offensiva di Forza Italia, Lega e Italia Viva, fonti vicine al premier fanno sapere: «Non è stata convocata la cabina di regia per venerdì, la nostra agenda prevede di esaminare i dati per le riaperture la settimana prossima».

Lunedì per l’esattezza. In modo di aver più chiari gli effetti sull’epidemia - che ieri ha fatto registrare appena 6.946 nuovi casi - dell’allentamento deciso il 26 aprile. Quello che ha riportato gran parte dell’Italia in giallo, ha permesso a bar e ristoranti con tavoli all’aperto di riaprire, ha cancellato il divieto di spostamento tra Regioni, etc.

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Coprifuoco alle 24, è scontro. Palestre e piscine ipotesi subito ok. Via libera a matrimoni e centri commerciali

La posizione «pragmatica» di Draghi, infastidito dal pressing, è perfettamente in linea con quella di Sergio Mattarella. Il capo dello Stato, in occasione della cerimonia per i David di Donatello, ha messo a verbale: «Per sconfiggere il virus serviranno ancora prudenza e responsabilità nei comportamenti, non possiamo vanificare i sacrifici compiuti, anche per il rispetto che dobbiamo ai tanti morti, alle tante sofferenze patite. Accanto alla responsabilità servirà però anche determinazione e iniziativa».

Ma andiamo con ordine. Di buon mattino palazzo Chigi fa filtrare che ieri non era stata convocata «alcuna cabina di regia tra le forze di maggioranza per discutere di modifiche al decreto Covid o di riaperture». Invece, alla fine del vertice di maggioranza dedicato ai sostegni alle imprese e quando Draghi si era ormai allontanato, la ministra di Forza Italia alle Regioni Mariastella Gelmini ha preso la parola e ha chiesto al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, di convocare «entro la settimana la cabina di regia». Spiegazione: «Si legge sui giornali che c’è la volontà di rinviare, invece ritengo che della revisione del coprifuoco e di altre riaperture si debba parlare entro venerdì». Richiesta accolta e rilanciata dal leghista Giancarlo Giorgetti e dalla renziana Elena Bonetti. Laconica la replica di Garofoli, braccio destro di Draghi: «Vedremo, per ora questa settimana si parla solo di sostegni alle imprese».

 

Al di là dell’irritazione del premier per un pressing politico su un tema che politico non è, diventa plastica la spaccatura nella maggioranza. Tanto più che Forza Italia e Lega, ma anche Italia Viva di Matteo Renzi e FdI, sono corsi a presentare mozioni - in vista del voto e del dibattito in Senato sul decreto-Covid - che impegnano il governo «a superare il coprifuoco», a far aprire i centri commerciali nel week-end, ad anticipare l’apertura di bar e ristoranti al chiuso ora fissata per il 1° giugno, a stabilire la data per la ripartenza di matrimoni e cerimonie, a «revisionare e aggiornare i parametri per la valutazione del rischio epidemiologico» e a «prevedere un’anticipazione delle riaperture e della ripresa delle attività previste per i mesi di giugno e luglio». 

GLI ALLEATI SI ACCODANO

Una mossa che ha mandato su tutte le furie gli alleati di maggioranza, che però si sono accodati. Ecco i 5Stelle: «Basta con la propaganda di chi continua a fare uscite nel segno dei distinguo, costruendo una narrazione di contrapposizione che non si adatta al periodo storico che stiamo vivendo. Tutti vogliamo le riaperture». Ed ecco il Pd che, pur criticando la «demagogia triste di Lega e Forza Italia», si schiera per l’allentamento: «Siamo favorevoli a discuterne nella prossima cabina di regia se i numeri migliorano e se la campagna vaccinale prosegue a ritmi serrati». E un drappello di senatori dem guidati da Andrea Marcucci ha chiesto di «allentare il coprifuoco». Del resto, ora che questa misura sta per essere rivista, lasciare la bandiera a Matteo Salvini e a Forza Italia «è come fare harakiri».

Conclusione: solo Federico Fornaro e Loredana De Petris di Leu continuano, al pari del ministro della Salute Roberto Speranza e di Draghi, a predicare «prudenza e progressività».
 

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