Conte: «Giù le tasse sul lavoro», ma sull'ambiente è già scontro

Conte: «Giù le tasse sul lavoro», ma sull'ambiente è già scontro
di Giusy Franzese
4 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Settembre 2019, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 08:34

Hanno ripreso da dove avevano lasciato nell'ultimo incontro. Quasi. Perché da quel giorno, era il 5 agosto scorso, è cambiato tanto. A fare gli onori di casa a Palazzo Chigi ricevendo i leader di Cgil Cisl e Uil, è sempre il premier Giuseppe Conte con la sua ormai usuale cortesia e gentilezza nei modi e nei toni. Però i colori della sua casata sono diversi, accanto al giallo non c'è più il verde, ma il rosso. La nuova maggioranza del Conte bis è plasticamente rappresentata dai due ministri che siedono ai suoi lati, la pentastellata ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e il ministro dell'Economia, il dem Roberto Gualtieri. Nell'agenda dei sindacalisti, poi, non c'è nessun appuntamento fissato a breve sulle stesse materie con l'inquilino del Viminale, come invece era accaduto - creando malumori e molto disorientamento - nei due precedenti incontri a Palazzo Chigi.

Manovra, in arrivo sgravi in busta paga ai redditi fino a 36 mila euro

Dl ambiente, bonus di 2 mila euro per chi rottama l'auto e sconti per chi acquista detersivi "alla spina"
 




Sgombrato il campo dal fuoco amico, il clima ieri è stato «positivo», come ha riferito il numero uno della Cgil, Maurizio Landini. Da subito il governo ha precisato che i provvedimenti devono essere inquadrati in un «orizzonte triennale, fondamentale per rilanciare la crescita e l'occupazione». Ovviamente adesso c'è la manovra da varare a breve. E sarà una manovra che - ha sottolineato Conte - rispetterà i vincoli europei: «Abbiamo un quadro di finanza pubblica che ci impegna con vincoli ben precisi. Vogliamo tenere i conti in ordine». Niente fughe in avanti, niente tentativi di sforare la barriera del 3%, tanto per intenderci. «Remiamo insieme per il bene del Paese» ha esordito Conte.
Su un altro punto il governo ha voluto sgombrare il campo da equivoci: Reddito di cittadinanza e Quota 100 non saranno toccati. Secondo quanto riferito dai sindacati non è allo studio nemmeno un allungamento delle finestre di uscita per la pensione anticipata. L'ipotesi «non è stata prospettata» ha detto il numero uno Cisl, Annamaria Furlan. Per il Reddito invece il governo si è detto pronto a passare alla fase due, quella che con l'aiuto dei navigator dovrebbe incrociare domande e offerte di lavoro.

LE MISURE
Tornando alla manovra, ai primi posti delle priorità resta «un sostanzioso taglio delle tasse» che non significa flat tax, ma riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori. In realtà Conte lo aveva già detto ai sindacati nel terzo e ultimo incontro del precedente governo: occorre affrontare l'«emergenza salariale», causata da una crisi che nell'ultimo decennio ha fatto perdere ai salari netti cinquemila euro. Per poter pagare meno tasse «sarà fondamentale una seria lotta all'evasione fiscale». Al centro della prossima manovra economica ci sarà anche «una nuova agenda di investimenti green e un piano strutturale di interventi per il Mezzogiorno». La rivoluzione verde annunciata dal ministro dell'Ambiente e contenuta in un corposo provvedimento, dovrà però attendere e non arriverà oggi in consiglio dei ministri, come auspicava il ministro Costa, sotto forma di decreto. Oltre a problemi di coperture che vanno trovate nella manovra di fine anno, anche dubbi nel Pd sulla norma che regola l'end of waste, ovvero le regole per definire il fine vita dei rifiuti, gli inceneritori ad esempio o i trattamenti che dovranno fare le aziende.
Tra i prossimi provvedimenti - e a questo proposito la ministra del Lavoro ha annunciato convocazioni a breve dei sindacati al suo ministero, forse già la prossima settimana - ci sarà poi «un piano straordinario sulla sicurezza». Nessun dettaglio è stato ancora fornito sulle coperture finanziarie, né sulla gradualità degli interventi. Il salario minimo, ad esempio: se n'è parlato al tavolo, ma non è stato chiarito se farà parte della manovra o continuerà il suo percorso parlamentare autonomo. A ogni modo i sindacati hanno ribadito che può avere senso solo a fronte di una validità erga omnes dei contratti nazionali. Adesso partiranno i tavoli tecnici, e solo allora Landini, Furlan e Barbagallo daranno un vero e proprio giudizio.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA