
Il documento
A smuovere le acque è l’Osservatorio parlamentare per Roma, un club trasversale tra i diversi partiti che riunisce una quarantina tra deputati e sanatori eletti da queste parti, coordinati dal radicale Riccardo Magi (attuale presidente) e da Stefano Fassina (Leu), Maurizio Gasparri (Fi), Roberto Morassut (Pd) e Fabio Rampelli (Fdi). Il primo passo è una mozione, già presentata a Camera e Senato, che impegna Palazzo Chigi a formare un comitato per l’organizzazione delle celebrazioni per Roma Capitale, alle quali sia destinata anche «una quota parte degli incassi della bigliettazione dei principali siti archeologici e monumentali e dei musei». Quindi a realizzare «un programma di opere pubbliche e di riqualificazione del tessuto urbano a basso impatto ambientale», utilizzando anche i soldi «messi a disposizione dall’Unione europea» con il Recovery fund. «Contiamo di riuscire a calendarizzare la mozione subito dopo il voto del prossimo fine settimana - spiega Fassina - Siamo certi che l’atto sarà approvato da tutti i gruppi». L’obiettivo, sottolinea, «è spingere il Governo a muoversi concretamente per i 150 anni di Roma Capitale, celebrando l’evento ma soprattutto dotando la città di risorse e poteri adeguati».
L’incontro
Il secondo fronte del pressing parlamentare punta dritto al colle capitolino, che paradossalmente fino a oggi è stato un altro anello debole della catena per il rafforzamento di Roma Capitale. A inizio ottobre l’Osservatorio organizzerà un incontro a Palazzo Senatorio con tutti i capigruppo del consiglio comunale. Obiettivo: fare fronte comune per rendere finalmente effettiva la riforma di dieci anni fa. «A partire dall’assetto istituzionale, che prevede l’elezione diretta del sindaco e del consiglio della Città metropolitana e la trasformazione dei Municipi in Comuni metropolitani», ricorda Fassina. Ovviamente la partita più corposa resta quella dei poteri, previsti dalla riforma ma mai effettivamente trasferiti a Roma, che la trasformerebbero di fatto in una Regione semi-autonoma all’interno del Lazio. Si tratta di competenze importanti e delicate, che vanno dai trasporti all’urbanistica, dal commercio alla tutela dell’ambiente: amministrarle direttamente significherebbe, per esempio, gestire senza intermediari i fondi per il trasporto pubblico locale e la pianificazione del territorio. E somigliare di più a una grande Capitale europea.
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