Renzi, fiducia a tempo per Conte. Patto di legislatura a gennaio

Renzi, fiducia a tempo per Conte. Patto di legislatura a gennaio
di Marco Conti
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 00:02

ROMA «Quello che vogliamo lo abbiamo messo per iscritto e detto in Parlamento. Non siamo qui a chiedere poltrone, ma vogliamo dare il nostro contributo. Ora tocca a te dirci se vuoi continuare con noi oppure, dopo la legge di Bilancio, togliamo il disturbo». Più volte rinviato, alla fine è duraro pochi minuti l’incontro tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi


La fretta


Accompagnato dalla delegazione di Italia Viva- composta dal presidente di Iv Rosato, i capigruppo Boschi e Faraone e le ministre Bellanova e Bonetti - il leader di Iv non voleva aggiungere molto alla lettera inviata a palazzo Chigi in mattinata e ha resistito all’insistenza del premier che avrebbe voluto aprire la discussione sul merito già ieri sera. «Siamo pronti a proseguire nell’esperienza di governo, ma vogliamo sapere se anche tu ritieni sia possibile andare avanti.

Per noi, prima del merito - ha proseguito Renzi - deve cambiare completamente il metodo di lavoro. Non possiamo inseguire dossier e documenti che spesso non riceviamo neppure in copia e che invece avremmo dovuto realizzare insieme». «Pensaci - ha concluso Renzi prima di salutare - dopo la legge di Bilancio ci dai una risposta». «Se positiva siamo pronti a confrontarci sulle singole questioni anche con le altre forze politiche, altrimenti togliamo il disturbo». Spiazzato dalla fretta, a Conte non è restato altro che apprezzare il contenuto della lettera definendola «molto costruttiva» e ha salutato gli impazienti ospiti con un «vi farò sapere» e un «troveremo una soluzione».


I due non si sono mai presi, anche se Conte deve a Renzi la sua permanenza a palazzo Chigi dopo la fine del governo M5S-Lega. Preoccupato per le repentine mosse dell’ex sindaco di Firenze, il premier da giorni si interroga se cedere alle richieste di Iv, che coincidono molto con quelle del Pd, o se quelle avanzate da Renzi siano solo un pretesto per rompere. Ieri sera Renzi non gli ha dato il tempo per capire cosa potrebbe accadere, e ha lasciato il premier sui carboni ardenti sino a gennaio. Prima dell’approvazione della legge di Bilancio è infatti da escludere un precipitare degli eventi, ma il leader di Iv non ha intenzione di spegnere la graticola e le parole pronunciate all’uscita da palazzo Chigi dalla ministra Bellanova suonano come ultimatum politico. Ora tocca a Conte a proporre un rilancio politico e strategico dell’azione di governo che potrebbe avere il punto di caduta in quel «patto di legislatura», come lo chiama Nicola Zingaretti, in grado di camminare anche sulla gambe di qualche nuovo ministro.


Conte è consapevole di aver imboccato un tunnel, quello della verifica di maggioranza, nel quale non avrebbe voluto mai entrare, ma la preoccupazione del premier non è solo dovuta al timore per la capacità manovriera di Renzi, ma anche all’insofferenza del Pd. Zingaretti si muove cauto, ma resta fermo nella richiesta urgente di «un cambio di passo» e ieri mattina anche i dem hanno messo per iscritto le richieste avanzate a Conte lunedì sera, confermando una sorta di sintonia anche semantica con Renzi. Dopo gli strappi dei giorni scorsi, come l’intervista al El Pais, il leader di Iv è attento a non perdere il contatto con il Pd e, soprattutto, con quel corpaccione parlamentare da tempo critico con il presidente del Consiglio, ma anche con la delegazione dem al governo.

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