Conte-Macron, nuovo patto anti Salvini e Le Pen: confini aperti e Fincantieri

Conte-Macron, nuovo patto anti Salvini e Le Pen: confini aperti e Fincantieri
di Emilio Pucci
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Venerdì 28 Febbraio 2020, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 06:58

Un patto anti-Salvini e anti-Le Pen. Un alt ai populismi e allo stesso tempo un asse per far sì che l'Europa conceda flessibilità e cambi direzione sul bilancio Ue, sull'unione bancaria e sulla gestione dell'immigrazione che «deve essere strutturale, non emergenziale». E fronte comune contro il coronavirus. A Napoli il premier Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron stringono un'alleanza per fermare chi, nei rispettivi Paesi, soffia sul fuoco del sovranismo. Il vertice «segna un salto di qualità» nei rapporti tra i due Paesi, osserva il Capo dell'esecutivo. L'ultimo vertice bilaterale ricorda Macron alludendo alla querelle sorta con Di Maio sui gilet gialli - era stato a Lione nel 2017 e poi c'è stato un periodo «difficile» superato «grazie al lavoro del vostro presidente Mattarella e del vostro governo» con cui «siamo riusciti a ritrovare una voce comune».

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L'INTESA
E dunque si va a braccetto, con la firma di accordi in vari campi, dalla ricerca scientifica alla cantieristica navale (c'è il sostegno dei due Stati per la joint venture Naviris creata da Naval Group e Fincantieri). Ma il patto di Napoli è soprattutto sull'emergenza sanitaria. «Da qui arriva un bel segnale», dice Conte, «chiudere la frontiera sarebbe un danno irreparabile». «Pare che il virus non si fermi ai confini... è un'emergenza che riguarda tutti» e che merita una risposta europea, a cominciare da una maggiore flessibilità sui conti, osserva Macron.

La terrazza di palazzo Reale è piena di ministri italiani e francesi. Non si fa altro che parlare del pericolo contagio. «La preoccupazione francese è la stessa di quella italiana», confida un membro del governo. Poco prima Macron, incontrando in piazza San Domenico Maggiore un gruppo di turisti di Marsiglia, ci aveva scherzato su: «Mi raccomando, fate attenzione...». E alle domande dei cronisti una replica secca: chiudere le frontiere all'Italia? «No». Ecco, il risultato più evidente del vertice tenutosi ai piedi del Vesuvio è questo. A differenza di altri Paesi la Francia capisce che di fronte al contagio siamo tutti sulla stessa barca. E che occorre prepararsi insieme. Per chiedere, tra l'altro, a Bruxelles di non voltare la faccia. Serve flessibilità occorrono misure straordinarie. «Italia e Francia si legge nella dichiarazione finale - convergono sull'opportunità di mantenere l'apertura delle frontiere in questo momento, di condividere le informazioni relative ai viaggiatori di ritorno o diretti ad aree a rischio» e «le conoscenze scientifiche e le informazioni sulle misure di contrasto adottate». Roma e Parigi collaborano «in stretto raccordo per fronteggiare l'emergenza» derivante dal virus Covid-19, a tutela dei propri cittadini e di tutti i cittadini europei. I due Paesi sostengono la necessità di una posizione europea comune per contrastare la sfida globale».

LA VISITA
Conte ha gioco facile nel vestire i panni del padrone di casa, visto che il capoluogo campano è amato dal presidente francese che nel libro dei visitatori in Cappella San Severo scrive di suo pugno: «Con i nostri ringraziamenti per questo viaggio unico nell'arte barocca e per lo spirito di Napoli». Selfie con i turisti, scambi di battute, sorrisi. Una visita al Teatro San Ferdinando, un babà nella pasticceria Scaturchio, con Macron che si adegua alla tradizione partenopea del caffè sospeso.

Nella dichiarazione finale si parla di Libia: Roma e Parigi «sostengono con convinzione il percorso definito dalla Conferenza di Berlino, per una soluzione pacifica del conflitto, guidato dalle Nazioni Unite, nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale del Paese e condannano tutte le interferenze esterne e la violazione dell'embargo delle Nazioni Unite sulle armi». Di immigrazione: «Il Sistema europeo di asilo dovrà essere ripensato secondo la logica della solidarietà e della responsabilità e dovrà garantire un efficace sistema di rimpatri dei migranti irregolari, anche attraverso la firma di accordi di riammissione e di politiche di incentivazione e disincentivazione con i Paesi terzi». E della Torino-Lione: Italia e Francia «riconfermano il loro interesse strategico per lo sviluppo della mobilità» e chiedono che la Ue porti il suo contributo al 55% della spesa. Ma a spiccare è soprattutto la ritrovata fiducia tra i due Paesi, dopo le incomprensioni dell'anno scorso. «La Francia dice il presidente del Consiglio - rimane un nostro alleato storico, un Paese con cui abbiamo una tradizione di rapporti culturali, economici, scientifici: queste cose non cambiano da un anno all'altro, da un governo all'altro». Macron annuisce. In serata la cena offerta dal presidente della Repubblica Mattarella.
 

 
 

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