M5s, nessun vertice con Grillo ma Conte fa il passo indietro: sulla giustizia idea astensione

M5s, nessun vertice con Grillo ma Conte fa il passo indietro: sulla giustizia idea astensione
di Emilio Pucci
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 23:37

Non ci sarà nessun incontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte in questa settimana (e probabilmente neanche alla prossima). Formalmente perché l'ex premier non è a Roma in questi giorni ma in realtà l'avvocato di Volturara Appula ritiene che sia un errore riaccendere i fari in questo modo sul Movimento 5 stelle, meglio evitare incidenti e possibili polemiche. La novità comunque è che il fondatore M5s ha accettato di fare un passo indietro. Ha ammesso di aver fatto un errore ad aver apostrofato il giurista pugliese come incapace di rimettere in piedi il Movimento. «L'accordo era necessario, dovevo farlo per forza. Tutto si risolverà», ha detto ai suoi interlocutori.
LA PROPOSTA
L'altra novità è che l'ex presidente del Consiglio sta lavorando ad una proposta di mediazione sulla riforma della prescrizione. Che possa puntare su criteri compensativi, che riprenda anche alcune proposte dell'ex presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi che ha guidato la Commissione ad hoc istituita dal dicastero di via Arenula sul processo penale. Conte non ha gradito il metodo utilizzato dal ministro Cartabia.

Grillo e Conte, fiducia e strategie

 

La strategia di aver portato gli emendamenti in Consiglio dei ministri e non in Parlamento l'ha considerata come un tentativo di insidiarsi nelle questioni interne M5s per far saltare gli equilibri.

Ora sia il Guardasigilli che il presidente del Consiglio Draghi dovranno parlare con lui. Non solo con il segretario Letta.

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Qualora invece l'esecutivo decidesse di optare per l'arma della fiducia, allora il giurista pugliese è pronto a scegliere la terza via. Nessun voto a favore di sicuro, ma neanche contro. È la strada dell'astensione. «Del resto lo stesso Salvini in diverse occasioni si è smarcato in Consiglio dei ministri. L'Europa - dicono i contiani - non ci ha chiesto nulla sul processo penale. Perché questa provocazione?».
I parlamentari vicini all'ex presidente del Consiglio continuano a rimanere sulla linea dura, Conte un po' li frenerà. L'intenzione è quella di difendere a spada tratta le battaglie pentastellate, non solo sulla riforma della giustizia ma anche sul fisco, sul reddito di cittadinanza e su temi legati alla moralità e all'etica. Ma senza procedere a strappi. «È chiaro che finora si è sottovalutato il fatto che noi siamo il gruppo più numeroso in Parlamento. Se vogliamo far saltare il governo possiamo farlo ora che si apre il semestre bianco», dice un deputato. Ma tra Grillo e Conte si sta lavorando anche per trovare una via intermedia. La convergenza è sulla necessità di andare avanti con Draghi se i principi M5s verranno rispettati. «Se noi usciamo il Pd si ritrova da solo contro il centrodestra. Draghi non si può permettere di fare a meno di noi», il refrain.

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LA CARTA DEI VALORI
Ora però vanno sciolti gli ultimi nodi sullo statuto. A partire dalla carta dei valori, considerato che Conte vuole una rivisitazione delle stelle. Poi si supereranno gli ostacoli tecnici sulla piattaforma E-vote per arrivare ad indire le votazioni sulla leadership di Conte. Lo statuto (non è ancora arrivato ai parlamentari) verrà presentato non prima della prossima settimana, poi saranno necessari altri quindici giorni per poterlo discutere. L'evento aperto al pubblico non ci sarà prima di settembre. Dopo l'incoronazione dell'ex premier a presidente M5s si procederà al completamento delle nomine. I tre vicepresidenti dovrebbero essere Patuanelli, Taverna e Appendino. Poi ci sarà da nominare la segreteria: ne faranno parte i tre capigruppo e altri big. Di Maio non dovrebbe entrare nell'organigramma. «Ha già un suo ruolo, non ha bisogno di legittimazioni», dice un membro dell'esecutivo M5s.

 


I DETTAGLI
Non è stato facile arrivare ad un'intesa interna sui ruoli di Conte e Grillo. «È stato complicatissimo», dice uno dei sette saggi. Ma ora il diavolo sta nei dettagli, da qui la necessità che si proceda a livello tecnico, solo in un secondo momento si tenterà di mettere l'ex premier e l'Elevato attorno allo stesso tavolo. Considerando tra l'altro che i contiani non si fidano affatto dell'ex comico. «Se solo penso che possa venire a Roma mi viene un patema d'animo», allarga le braccia un senatore. «Grillo è inaffidabile - osserva un altro pentastellato -, la nostra base non lo considera più un garante». È vero che Conte resta in alto nei sondaggi ma i grillini non ci stanno. «Grillo non puoi metterlo in un angolo. Dirà ciò che vuole», afferma un deputato.
 

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