Comunali, la settimana maledetta del centrodestra al voto: da Morisi al video su Fdi

Comunali, la settimana maledetta del centrodestra al voto: da Morisi al video su Fdi
di Marco Conti
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Sabato 2 Ottobre 2021, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 11:42

A ciascuno la sua pena, regolata dalla ferrea legge del contrappasso. La sconta Matteo Salvini con l’inchiesta che coinvolge il suo ormai ex guru informatico Luca Morisi. La soffre Giorgia Meloni per quel video che coinvolge l’europarlamentare Carlo Fidanza e dove si disegna un mondo fermo, aggrappato a mitologie del passato. Fascisteria coltivata fuori tempo massimo in qualche campo Hobbit, con l’aggiunta del «black» che non si riferisce al “nero” che sbarca a Lampedusa, ma a quello che si può evadere dal fisco.

Fdi, i pm milanesi aprono un'inchiesta sui finanziamenti irregolari. Fidanza si autosospende

IL BRACCIO
Tutto comincia dall’inchiesta di Fanpage al cui centro ci sono richieste di finanziamenti in nero, sistemi di “lavanderia” per ripulirli, con una serie di incontri con esplicite battute razziste, fasciste, sessiste e antisemite. Lo spaccato emerge dal video girato con una telecamera nascosta dal giornalista della testata, che per tre anni si è finto un imprenditore interessato a finanziare la campagna elettorale per le comunali a Milano di Fratelli d’Italia e in particolare della candidata al Consiglio comunale Chiara Valcepina.
Una maledizione che, a poche ore dal voto amministrativo, fa scattare la caccia al «complotto», genera dimissioni e sospensioni nella forse vana speranza di evitare che tutto ciò non freni la corsa dei rispettivi leader.

La leader di FdI si fa prendere di nuovo in braccio dal leader leghista che parla di «campagna fangosa», stavolta è il capo della Lega a compiere lo sforzo e non Guido Crosetto. «Bisogna allontanarsi da nostalgie inutili», ebbe a dire a suo tempo il co-fondatore di FdI. 

Il caso della “lobby nera” per finanziare la campagna di Fratelli d’Italia, a due giorni dalle urne, costringe all’autosospensione Carlo Fidanza, eurodeputato e capo delegazione a Bruxelles del partito, e all’apertura di un’inchiesta della Procura di Milano con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. Ma quell’ammiccamento di FdI alla cosiddetta “lobby nera” è da tempo evidente anche nella Lega con un sottosegretario Durigon - già oggetto delle attenzioni di Fanpage - che si è dovuto dimettere per aver proposto di intitolare un giardino pubblico di Latina al fratello del Duce. 

Video

«Battute e goliardate da bar» le definisce Jonghi Lavarini, il “Barone nero” ripreso dalle telecamere, già condannato a due anni per apologia del fascismo, capofila della destra estrema milanese. Parole che rischiano però di finire in un secondo fascicolo della Procura milanese e che hanno provocato la durissima reazione della Comunità ebraica di Roma e della sua presidente Ruth Dureghello secondo cui «non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri e ebrei». Ma i presunti ricatti di cui potrebbe essere stato oggetto Morisi, così come l’inchiesta sulla “Lobby nera”, svelano solidarietà limitate e significativi silenzi sulle disgrazie altrui. Ne sa qualcosa Berlusconi, oggetto di recente di una richiesta di perizia psichiatrica, che non ha scalfito Giorgia Meloni. Il Cavaliere però ha già emesso il suo giudizio: unfit a governare sia l’uno che l’altro perché - sostiene - il centrodestra, senza una forte gamba moderata, è destinato ad essere destra e quindi a finire emarginato prima in Europa e poi in Italia. Ovvio, quindi, il silenzio di FI, rotto solo dalla ministra Gelmini con una dichiarazione che sembra un avviso ai due alleati: «Nel centrodestra non c’è e non ci potrà mai essere spazio per tesi o gesti neofascisti o neonazisti». Segnali che svelano una reciproca insofferenza, che la pax-romana siglata a Spinaceto a favore di telecamere non nasconde.

«Non c’è e non c’è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita e non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari», reagisce Fidanza mentre la leader di FdI impone a tutti il silenzio e prende carta e penna per chiedere a Fanpage copia dell’intera registrazione. La Meloni chiude la lunga missiva ribadendo, «a nome del partito, che nel nostro movimento non c’è alcun spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta o per rapporti con ambienti dai quali siamo distanti anni luce, né per atteggiamenti opachi sul piano dell’onestà».

Non resta che attendere il voto amministrativo per capire se c’è ancore posto per due nell’area sovranista che è anche sottilmente anti-euro e scettica sui vaccini. Un bacino elettorale destinato a ridursi nonostante continui ad essere lambito anche da molti grillini, al di là degli sforzi e delle promesse di Giuseppe Conte. 
 

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