Comunali 2023, chi ha vinto? Meloni avanti, ma Schlein tiene: i 5 verdetti

Dall'effetto Meloni che prevale sulla Lega alla "Fata Morgana" per la sinistra, tutto quello che c'è da sapere

Comunali 2023, chi ha vinto? Meloni avanti, ma Schlein tiene: i 5 verdetti
di Ernesto Menicucci
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Martedì 16 Maggio 2023, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 18:19

E' solo il primo round, per carità. La partita di andata, visto che siamo in tema di coppe europee. E i conti, in politica come nel calcio, si fanno alle fine dei 180' (o anche più) minuti. Ma alcune indicazioni, almeno cinque, questa prima tornata delle comunali 2023 le ha fornite. Nel centrodestra come nel centrosinistra.

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1) Comunali 2023, pesa più l'effetto Meloni-Fdi che quello Lega

FdI "sbanca" nelle sue roccheforti. In particolare nel Lazio, dove passa al primo turno a Latina (strappata alla sinistra e tornata ad essere il fortino della destra), a Fiumicino (idem, era guidata dal dem Montino), Pomezia e Terracina. Al contrario, i leghisti ottengono sì dei successi in giro per l'Italia, rimarcati da Salvini, ma si ritrovano sotto a Vicenza dove deciderà il ballottaggio e non sono decisivi a Brescia, dove nonostante tutti gli sforzi (i tre leader di centrodestra avevano chiuso lì la campagna elettorale) la sinistra vince al primo turno. In generale, se stare al governo logora, sembra logorare di più gli alleati che non il partito di maggioranza relativa.

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2) L'effetto "Fata Morgana" per la sinistra

Elly Schlein, alla prima "vera" da segretaria dem, complessivamente tiene. Poteva essere una Caporetto e non lo è stata e, in fondo, c'è ancora il secondo turno. Si tiene Brescia e Teramo al primo turno, se la giocherà a Siena, Ancona, Vicenza, Massa, un po' meno a Brindisi. Ma è fuori dal ballottaggio a Terni, dove andrà il "civico" Bandecchi e comunque parte in rincorsa in tutte e tre le città toscane, che sì erano governate dal centrodestra ma che il Pd sperava di riportare a casa. In generale, poi, quello delle comunali genera sempre un "effetto morgana" un po' illusorio: per tradizione, sono le elezioni più congeniali al centrosinistra, che infatti governa quasi tutte le principali città italiane (Roma, Milano, Bologna, Napoli, Firenze).

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3) La sparizione dei 5Stelle

Persa anche Pomezia (che già era di fatto persa con la caduta dell'allora sindaco grillino Zuccalà) sembra andare definitivamente in soffitta la stagione dei sindaci cinquestelle, quella che porto' Raggi a vincere a Roma, Appendino a Torino e altri in giro per l'Italia. Resta da capire cosa vorrà fare Conte nei ballottaggi che restano, laddove è presente: anche l'uno-virgola di Vicenza, in una sfida che sarà punto a punto, puo' essere importante.

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4) Il ritorno del bipolarismo classico

A parte Terni, dove al ballottaggio va Bandecchi, i sette ballottaggi sono tutte sfide centrodestra-centrosinistra. Difficile inserirsi nel mezzo, sia per il Terzo Polo che per M5S. A Teramo, ad esempio, la candidata renziana non ha superato il 10%. Meglio, tante volte, diventare decisivi all'interno di una coalizione. Ad esempio il 7% preso da Azione-Iv a Brescia è stato decisivo per far vincere al primo turno la dem Laura Castelletti.

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5) Il ruolo dei personaggi territoriali

Bandecchi, patron della Ternana, personaggio noto nel mondo del calcio e non solo, folcloristico e fuori le righe è la maggiore sorpresa ed è anche l'esemplicazione di un concetto: nelle comunali contano sì i partiti, ma poi contano anche i nomi. Salvo Mastella, che ha perso la sua Maddaloni, ci sono molti esempi che lo confermano: Scajola sindaco di Imperia per la quarta volta, Sgarbi che con la sua popolarità vince ad Arpino. E poi le donne: Latina e Brescia, per la prima volta nella loro storia, avranno una sindaca a guidarle. Un bel segnale.

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