Grandi manovre centrosinistra: Calenda tentato dal "modello Roma", Fico (per ora) lontano dal Pd

Grandi manovre centrosinistra: Calenda tentato dal "modello Roma", Fico (per ora) lontano dal Pd
di Francesco Malfetano
3 Minuti di Lettura
Domenica 31 Luglio 2022, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 20:06

Qualcosa si muove. E talvolta, nel centrosinistra, si scontra. Ad una manciata di settimane dalla prima sliding door di queste elezioni (la consegna dei simboli al Viminale entro il 14 agosto) è l'ora delle scelte di campo. L'ormai proverbiale attendismo di Enrico Letta, al pari del suo ecumenismo dem, dovrà fare i conti con le scelte spesso tranchant di Carlo Calenda. Domani è il giorno della svolta. Come annunciato in pompa magna sui social, lunedì il leader d'Azione deciderà se - come pare più probabile - al voto del 25 settembre incarnerà la parte "centrale" della coalizione oppure se (un paletto alla volta) rinuncerà alla prospettiva per costruirsi un percorso più autonomo.

Forte dei nuovi ingressi di "peso", con l'arrivo delle ormai ex azzurre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, Calenda non fatica a nascondere che «la cosa più naturale per noi sarebbe il modello Roma. Anche perchè la decisione del Pd di tenere dentro partiti che non hanno votato la fiducia a Draghi e ex 5S non ci convince per nulla» (il riferimento è a Sinistra Italiana e ai Verdi di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli). Però ha anche riconosciuto che «la legge elettorale è quella che è, e la campagna dura un mese».

Matteo Renzi: «Con questi schieramenti corro da solo al centro. Non sto con Fratoianni e Di Maio»

Gli altri interessati

È il momento del dentro o fuori in pratica. Ma non solo per Azione. C'è anche un universo di volti noti ancora in cerca di collocazione. Se Luigi Di Maio e il suo manipolo di parlamentari hanno già creato Insieme per il futuro (che proprio domani si evolverà in un ulteriore soggetto politico grazie all'apporto "simbolico" di Bruno Tabacci) e puntano a portare a casa qualche collegio uninominale concesso proprio dal Partito Democratico; c'è notevole attivismo tra gli altri fuoriusciti del Movimento. Il ministro Federico D'Incà e l'ex capogruppo pentastellato alla Camera Davide Crippa confluiranno sotto l'ombrello dei Democratici e Progressisti aperto da Letta. Un listone in cui secondo i rumors, il segretario dem avrebbe voluto far confluire anche il presidente della Camera Roberto Fico. L'esponente di spicco della costola napoletana del Movimento 5 stelle, appena reso incandidabile dalla volontà di Beppe Grillo, secondo qualcuno sarebbe stato sul punto di lasciare i grillini. Tuttavia i più vicini al diretto interessato smentiscono la ricostruzione. Non è però detta l'ultima parola. D'Incà del resto è un suo fedelissimo. E non può ancora essere escluso che Fico non si muova per seguirlo nei prossimi giorni (meno probabile invece un suo approdo accanto a Di Maio). 

Calenda e l'alleanza con il Pd, quanto costerebbe ad Azione? I sondaggi lo spingono a correre da solo

Calenda cosa sceglierà?

Tornando a Calenda però, non è neppure possibile escludere che alla fine decida di non correre assieme al Partito democratico. L'idea a quel punto sarebbe cercare sponde più al centro. E cioè volgere lo sguardo verso Italia Viva di Matteo Renzi (con cui i rapporti ultimamente non sono idilliaci) e Insieme al centro di Giovanni Toti (che attende la mossa di Calenda prima di comunicare al centrodestra se sarà o meno dei loro). A quel punto, garantiscono alcuni sondaggisti, la nascente "cosa di centro" varebbe tra il 10 e il 15 per cento. Con il difetto, a guardarla con gli occhi del Nazareno, di togliere voti principalmente al centrosinistra. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA