Catasto, Draghi: «Nessuno pagherà più tasse sulla casa»

Resta il nodo catasto. Lega pronta battaglia su decreto fiscale

Catasto, Draghi: «Nessuno pagherà più tasse sulla casa»
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Lunedì 7 Marzo 2022, 20:25

Alla vigilia di un altro voto a rischio sul catasto, il premier Mario Draghi chiarisce in modo inequivocabile la posizione del governo su uno dei dossier che maggiormente agita la maggioranza: «Nessuno pagherà più tasse» sulla casa.

Il centrodestra fa muro sul presidenzialismo, altra mina per il governo

Draghi: «Nessuno pagherà più tasse sulla casa»

Quattro parole, ben scandite, che da un lato sintetizzano la fermezza dell'esecutivo nel portare avanti riforme ritenute essenziali per il Paese, dall'altro sembrano voler mettere un punto dopo le polemiche dei giorni scorsi.

La commissione finanze della Camera si esprimerà in giornata su un altro emendamento soppressivo del catasto, presentato dall'opposizione, su cui i partiti che sostengono l'esecutivo potrebbero nuovamente spaccarsi. L'incidente non è inatteso e soprattutto non sarebbe il primo.

 

Lo scontro

Giovedì scorso, nella stessa commissione, la riforma del fisco (e la tenuta del governo) si è salvata per un solo voto: ben 22 componenti della commissione, tra cui parlamentari di Lega, FI e CI, hanno votato sì all'emendamento soppressivo dell'articolo 6 della delega, 23 invece si sono opposti. Ora, solo il diverso atteggiamento di Forza Italia dovrebbe scongiurare un sostanziale replay. Gli azzurri - già divisi tra di loro - si sono riuniti nel pomeriggio per decidere il da farsi e alla fine l'orientamento prevalente è stato il non voto. «Sulla soppressione ci siamo già espressi. Resta aperto il nodo politico, noi speriamo in una mediazione», sottolineano dal partito aggiungendo come, in ogni caso, non si comprenda l'insistenza del governo sul tema.

La Lega e gli altri

La Lega appare arroccata su una linea dura. «La decisione finale ancora non c'è ma è ineluttabile - spiega una fonte nel partito -. C'è grande propensione a votare a favore». Giorgia Meloni, invece, rinnova l'appello agli alleati a «votare no alla delega fiscale» e a «dire no a nuove tasse sulla casa». In ogni caso, la fermezza mostrata da Draghi sull'argomento non passa inosservata: «Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia abbandonino il comportamento irresponsabile tenuto in commissione», avverte il senatore dem, Andrea Marcucci. Insomma, per le forze che appoggiano l'esecutivo sarà un'altra settimana bollente. Oltre al nodo catasto (la riunione della commissione, inizialmente prevista nel primo pomeriggio slitta in serata per permettere ai suoi componenti di partecipare ai funerali dell'ex ministro Antonio Martino), in ballo c'è anche la proposta di FdI sul presidenzialismo che inizierà il suo iter in Affari Costituzionali, con il rischio di aumentare lo sfilacciamento della maggioranza. Sulla concorrenza il termine degli emendamenti è stato fissato al 14 marzo, mentre sugli appalti, attesi nell'Aula al Senato mercoledì, si cerca fino all'ultimo minuto utile una mediazione. Per ora lo stallo riguarda un pacchetto di emendamenti considerati «imprescindibili» dalla maggioranza e che il governo invita a riformulare.

Ucraina e profughi

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, Draghi vola a Bruxelles per parlare con Ursula von der Leyen di energia e rifugiati. Ma risponde anche ad alcune domande sulla tenuta dell'Italia: «Io ho sempre detto che dal debito si esce con la maggiore crescita. Noi dobbiamo mantenere l'economia nell'ottimo stato con cui è finito il 2021, anche se questi eventi sicuramente influenzeranno la crescita economica di quest'anno». Il governo ha ben presente il problema caro bollette ma al momento, vista la situazione fluida, è tutto fermo. Similmente non si parla per ora di scostamento di bilancio e nemmeno dell'ipotesi di anticipare il Def se non di qualche giorno. A chiedere, «assolutamente», un intervento per fronteggiare i rincari è il leader del M5s Giuseppe Conte che da subito aveva lanciato l'idea dell'Energy recovery fund.

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