Cannabis, Salvini: «Con la droga libera, la sinistra contraddice il governo Draghi»

Nella foto il leader della Lega Matteo Salvini
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Lunedì 11 Luglio 2022, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 18:01

Da un lato, le richieste avanzate dai Cinque stelle per rimanere al Governo. Dall'altro, i veti della Lega contro alcuni dei provvedimenti in esame a Montecitorio. E così, nel giorno del voto finale sul decreto Aiuti, con l'incognita del voto grillino, il leader del Carroccio Matteo Salvini torna ad alzare il tiro contro la proposta di legalizzazione della Cannabis, che la Camera dovrebbe esaminare nelle prossime settimane.

Lo fa, usando come 'assist' un approfondimento a cura del Dipartimento per le politiche antidroga nel quale vengono riportati studi scientifici che indicherebbero nella cannabis «una sostanza psicoattiva, neurotossica e pericolosa per la salute mentale e fisica propria ed altrui».

Da qui l'affondo di Salvini agli avversari: «La sinistra si assume la gravissima responsabilità di contraddire quanto si legge sul sito ufficiale del governo Draghi di cui fa parte, mettendo in crisi la maggioranza.

Così fa il male delle future generazioni e dell'Italia».

In base ai dati del sito governativo ripresi dalla Lega, il 90% delle persone tossicodipendenti da eroina avrebbe iniziato con la cannabis. Ma non solo. Il consumo - evidenzia ancora il documento - produrrebbe un aumento del rischio di morte per incidenti stradali, per omicidio/violenza e per cause naturali.

Il precedente 

Non si tratta però della prima polemica, innescata sul tema della Cannabis, in cui il governo sia stato tirato in ballo. Ad incendiare gli animi dei riottosi inquilini della maggioranza, la scorsa settimana, è stata la Relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, stilata dal Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, in seguito alla sesta Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, promossa dalla ministra Fabiana Dadone

Nel testo, si esprimeva la necessità di favorire la depenalizzazione, intesa come «necessità di rivedere le norme che prevedono sanzioni penali e amministrative a carico di persone che usano droghe». Ma non solo. Si tracciava anche il percorso da seguire: «Rivedere la legge attuale passando dal modello repressivo a un modello di governo e regolazione sociale del fenomeno e sottrarre all’azione penale alcune condotte illecite, contemplate dall’art.73, rivedendo, contestualmente l’impianto sanzionatorio ed escludendo l’obbligatorietà dell’arresto in flagranza».

Scintille dal centrodestra. Soprattutto da parte di Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi, pronti a smentire categoricamente l'ipotesi del via libera del Governo Draghi alla liberalizzazione della cannabis ricreativa. «Nel Rapporto annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze - hanno ribadito gli esponenti del centrodestra - si fa riferimento ad un estratto dei lavori di una sottocommissione della Conferenza di Genova sulle tossicodipendenze, mai votato da nessuno, che chiede al Governo di intervenire per cambiare la normativa». Insomma, per i due, una «forzatura scorretta ed inaccettabile», volta a «legittimarla come posizione governativa, come vorrebbe la ministra Dadone, che da sempre spinge per la legalizzazione della cannabis ricreativa».

I distinguo del Governo

Il Governo assicura che rimarrà fuori dal dibattito parlamentare. Lo ha confermato, nel corso della conferenza stampa sul dl Bollette, anche il pemier Draghi, specificando che quelle dello Ius scholae e della cannabis «sono proposte di iniziativa parlamentare», su cui il Governo «non prende posizione». Sull'ipotesi di possibili ricadute sugli equilibri di Governo, la rassicurazione del presidente: «le diversità di vedute parlamentari non porteranno nessun problema per l'Esecutivo».

ll rinvio dopo l'estate 

Oltre i veti incrociati tra partiti, sulla proposta di legge che legalizza la cannabis pesa la scure del possibile rinvio dopo agosto. «Basta guardare con un po' di attenzione il calendario dei lavori della Camera per comprendere che è impossibile che si tenga il seguito dell'esame prima della pausa estiva per le proposte di legge sull'autocoltivazione di Cannabis», ha detto a Omnibus il deputato Riccardo Magi, primo firmatario della proposta e presidente di Più Europa.

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Le finestre per esaminare il testo in Aula appaiono ristrette. Il provvedimento non è incluso nei punti all'ordine del giorno dell'Assemblea per questa settimana. E dopo il varo del dl Aiuti, Montecitorio dovrà dare priorità al dl Semplificazioni, atteso per il 25 luglio e al ddl Concorrenza che approderà in aula la prossima prossima.

Il presidente della commissione Giustizia alla Camera, Mario Perantoni, ha lanciato un appello a «lavorare una settimana in più per portare avanti i provvedimenti su cannabis e ius scholae che il Paese attende da anni». Ma il vero scoglio sarà al Senato.

Qui, i numeri della maggioranza sono più esili e il presidente della seconda commissione, il leghista Andrea Ostellari, si prepara a dare battaglia, con un altro testo che va nella direzione opposta di quello al vaglio di Montecitorio: «No alla depenalizzazione di qualsiasi droga - ribadisce il senatore del Carroccio - e sì ad una riforma che combatta davvero lo spaccio e la cessione di sostanze stupefacenti, anche di lieve entità, come previsto dal ddl Lega». Il timore di molti è che, superato lo scoglio di Montectorio, la proposta si areni al Senato come avvenuto in passato per il ddl Zan.

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