Calenda lancia la Nuova Margherita
con +Europa, popolari e Parisi

Carlo Calenda, leader di Azione
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 20:24
Una Margherita 2.0 che metta insieme non tanto le sigle di Azione, +Europa, l'area popolare di Peppino Gargani e Energie per l'Italia di Stefano Parisi, quanto le culture politiche liberale, socialdemocratica e popolare e i loro valori costituzionali. È l'idea lanciata da Carlo Calenda in un convegno che ha tenuto impegnati per un pomeriggio circa 200 persone, concluso con una tavola rotonda con Calenda, Parisi, Gargani e Benedetto della Vedova.

Il leader di Azione spiega il suo progetto partendo da una constatazione: «l'Italia è l'unico Paese in cui i partiti che rappresentano le culture liberale, socialista e popolare si sono sottomesse ai populisti». Fi a Salvini, il Pd a M5s. Eppure da quelle culture politiche, se rese di nuovo vive, possono arrivare le risposte di cui l'Italia ha bisogno. «L'unico approdo possibile - ha detto Calenda - è un partito al centro dello schieramento politico, ma non moderato, che riprenda quelle tre culture» e i loro valori che, sottolinea Gargani, «sono i valori costituzionali»; «c'è bisogno di chiamare a raccolta - ha aggiunto quest'ultimo - tutti quelli che hanno a cuore quei valori costituzionali», come europeismo, garantismo, solidarismo, sussidiarietà. «Se pensiamo di avere questi valori comuni, allora io sono pronto già da domani mattina; abbiamo due anni di tempo». Benedetto della Vedova conviene, ed anzi indica in Calenda «la leadership essenziale, quasi naturale».

Il segretario di +Europa invita ad aprire «subito» un tavolo e indica un percorso quello di una federazione: «L'esperienza positiva della Margherita è nata con un processo federativo, poi conclusosi con la nascita di un partito».
Ne nascerà un soggetto che si muoverà «in autonomia totale dal Pd, specie se vogliono un proporzionale con una soglia altissima» del 5%. Calenda però rilancia: «perché una federazione? Facciamo una fusione paritetica tra Azione e +Europa». In ogni caso il tavolo dove tentare l'operazione dovrà «chiarire» tutti presupposti: «a Stefano (Parisi ndr) dico che per me il Pd e la Lega non sono la stessa cosa; la Lega è la democratura populista, il Pd è nell'ambito della democrazia seppur sotto una leadership confusa e massimalista. E io ai militanti del Pd voglio bene». Quanto ad Iv le porte sembrano essere chiuse: «è al governo con M5s come il Pd, e in secondo luogo il modo di fare politica di Renzi non ha a che fare con la serietà la trasparenza e la coerenza».
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