L'esercito per le buche di Roma, ira di Trenta: pasticcio di Raggi, aiuti solo per emergenze

L'esercito per le buche di Roma, ira di Trenta: pasticcio di Raggi, aiuti solo per emergenze
di Simone Canettieri
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Mercoledì 19 Dicembre 2018, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 20:42

La prima reazione di Elisabetta Trenta di prima mattina è stata rabbiosa. «Ma chi ha fatto uscire - si è sfogata con lo staff - queste sciocchezze? Ma come si fa a pensare che i nostri militari possano fare i tappabuche? Sono dei professionisti seri, ma che credono in Campidoglio? Il Genio entra in campo quando c'è una emergenza, senza una emergenza io non mando nessuno».

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Nel mirino di Trenta è finito il Campidoglio, nonostante sia del M5S: «Che livello di approssimazione, mi dispiace per la sindaca, che ha tutte le buone intenzioni per migliorare la città, ma qualcuno le ha fatto fare un pasticcio».

Messa da parte la rabbia, la titolare della Difesa, allo stesso tempo, ha raccontato che «da parte nostra massima disponibilità ad aiutare Roma ma, ripeto, i nostri militari sono dei professionisti e se intervengono lo fanno su infrastrutture pericolose per i cittadini, non per riparare qualche buca». Dal ministero si aspettano che Raggi segnali le arterie più pericolose come situazioni d'emergenza, solo allora scatterà l'intervento dell'esercito.
 



La notizia - rivelata da Il Messaggero - ha mandato in tilt anche la maggioranza. Dalla Lega nessun commento ufficiale. Se non risatine stupite e braccia aperte registrate alla Camera. «Doveva esserci il Carroccio al governo per vedere una roba del genere: magari adesso manderemo gli alpini a pulire i muri dalle scritte», diceva ieri un pezzo da novanta della truppa di Matteo Salvini.

Raffaele Volpi, sottosegretario del Carroccio della Lega, è rimasto molto perplesso per tutta la giornata. Ma ha preferito non commentare se non con una battuta a un convegno dove ha partecipato in mattina: «Le forze armate si chiamano forze armate».

Grande agitazione a destra. Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa del governo Berlusconi, fa un altro tipo di riflessione: «È singolare, per modo di dire, che questa proposta venga proprio dai grillini i più anti-militaristi del governo, quelli che non vogliono finanziare le missioni e tagliare gli stipendi ai nostri militari. Anzi, da questa mossa si capiscono molte cose».

Dalle parti del M5S temono che alla fine dei giochi gli alleati presentino il conto di quest'intervento. Ovvero che «al momento di chiudere il maxi-emendamento si facciano sotto con un'altra richiesta per compensare la concessione messa sul piatto. Ecco perché è meglio tenerla bassa».

LA SUGGESTIONE
Francesco Silvestri, il deputato romano del M5S, che ha lavorato a questo emendamento la prende dalla parte opposta: «L'immagine dell'esercito deve cambiare: deve essere in campo non solo per le missioni di pace, ma anche per queste operazioni civili». C'è poi una parte dell'imprenditoria che non ha ben digerito l'emendamento. E su questo Silvestri spiega: «Non è un atto ostile, ma un intervento aggiuntivo per la città, non toglie ma dà qualcosa in più». Il caso però rimane nella pancia del ministero della Difesa: «Ora Raggi dovrà chiedere lo stato di emergenza con la lista delle strade, altrimenti non ci muoviamo».

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