Bruno Astorre è morto stamane a palazzo Cenci, negli uffici del Senato. Quegli uffici dove era entrato dieci anni fa, dopo una carriera decollata a via della Pisana, nel Consiglio Regionale del Lazio per conto del Partito Democratico di cui era uno dei massimi esponenti locali. Tant'è che Astorre, che avrebbe compiuto 60 anni tra pochi giorni, dal 2018 era segretario regionale dei dem. Romano ma residente a Frascati, il senatore ha sposato nel 2021 Francesca Sbardella, sindaca del comune ed esponente Pd. La carriera di Astorre del resto è profondamente legata all'area dei castelli romani. I suoi primi passi in politica infatti il senatore li ha mossi tra le file della Democrazia Cristiana, risultando eletto con il neonato Partito popolare italiano (Ppi) prima come consigliere comunale nel 1995 a Colonna e poi come consigliere provinciale a Roma. Da lì segue tutte le molteplici trasformazioni che porteranno alla nascita del Partito Democratico. E quindi, prima con la Margherita e poi con l'Ulivo diventa appunto consigliere regionale.
Durante la lunga permanenza a via della Pisana, e in particolare quando a governare la Regione c'era Renata Polverini (tra il 2010 e il 2013), Astorre finisce tra gli indagati della cosiddetta indagine «spese pazze», per l'uso dei fondi regionali utilizzati per l'acquisto di servizi mai effettuati dalle società coinvolte.
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