Bollette, aumenti «fino al 50%»: allarme Confcommercio. Governo al lavoro su misure, vertice Draghi-Franco-Cingolani

Bollette, Cingolani annuncia la mossa per combattere gli aumenti: «Stiamo riscrivendo il metodo di calcolo»
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Giovedì 16 Settembre 2021, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 16:36

È allarme per il previsto aumento delle bollette. Confcommercio esprime preoccupazione e chiede al governo di intervenire. L'associazione, si legge in una nota, stima, per il prossimo mese di ottobre, incrementi dei costi per le imprese che potranno attestarsi sul 42% per l'elettricità e sul 38% per il gas. Da ottobre, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) potrebbe registrare un incremento di quasi il 50% rispetto al trimestre precedente e di oltre il 400% rispetto al corrispondente trimestre del 2020. Questo, spiegano i commercianti, determinerà effetti significativi sull'andamento dell'inflazione nel breve termine.

Bollette, contro i maxi rincari mix di misure. Primo intervento del governo sugli oneri di sistema

Il governo, intanto, è al lavoro su un provvedimento per fronteggiare il rincaro delle bollette energetiche, ma le misure non saranno oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. È quanto si apprende da fonti dell'esecutivo al termine della riunione del premier Mario Draghi con i ministri Roberto Cingolani e Daniele Franco.

Per intervenire, spiegano le stesse fonti, c'è tempo fino al 30 settembre.

Bollette, allarme Confcommercio: «Governo intervenga»

«La crisi che sta investendo i mercati dell'elettricità e del gas - si legge nella nota di Confcommercio - non ha paragoni con il recente passato ed ha una gravità che richiede misure urgenti ed immediate». Per un ristorante con potenza impegnata di 50 chilowattora e consumo di 100 mila chilowattora in un anno, la maggiore spesa per la bolletta elettrica sarebbe intorno ai 8,5 mila euro annui su un totale di 28 mila euro.

Oggi il prezzo medio giornaliero in Italia dell'elettricità sul mercato all'ingrosso - sottolineano i commercianti - ha raggiunto il record di 183,42 euro a megawatt/ora. Soltanto un anno fa, nel secondo trimestre 2020, il prezzo medio giornaliero dell'elettricità nel mercato all'ingrosso si attestava intorno ai 24,8 euro/MWh. I prezzi del gas sono invece passati da una media del 2020 di 10 euro per megawattora a 170 euro. La dipendenza del nostro sistema energetico dai prezzi internazionali delle materia prime - oltre a rendere l'Italia intrinsecamente più vulnerabile - rende più manifesti i limiti dell'attuale configurazione del sistema di prelievo - prosegue la Confcommercio - che, ancora oggi, pone a carico degli utenti finali il costo degli incentivi economici alla produzione da fonti rinnovabili (oneri generali di sistema). Tali oneri, a partire dal 2015, hanno avuto un ammontare stabile quantificabile in circa 15 miliardi di euro annui, arrivando a pesare quasi per un quarto sul totale della bolletta.

«Il Governo intervenga subito, chiede l'Associazione, innanzitutto trasferendo questi oneri nella fiscalità generale e provvedendo al relativo finanziamento tramite l'istituzione di un apposito Fondo da gestire secondo le regole di finanza pubblica. In un primo momento - e in attesa di una riforma complessiva e strutturale degli oneri generali di sistema - dovrebbero essere da subito espunti dalla bolletta elettrica gli oneri non direttamente connessi ad obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile o ad obiettivi di contrasto alla povertà energetica. Tali trasferimenti consentirebbero una riduzione degli oneri generali stimabile intorno ai 2,2 miliardi di euro all'anno». Un intervento ulteriore, ed egualmente necessario, è «l'immediato rifinanziamento del fondo, istituito dall'articolo 3, del decreto legge 30 giugno 2021, n. 99, che consente di rimborsare alle aziende energetiche una parte di quanto speso per emettere Co2». Questo dovrebbe non essere non inferiore a 3 miliardi di euro. Un tale importo si stima sia sufficiente a contenere aumenti dei prezzi energetici pari a circa il 20%.

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Bollette, la mossa per combattere gli aumenti

Riscrivere il metodo di calcolo delle bollette per combattere il rincaro dei prezzi. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ai microfoni di Radio Anch'io, su Radio Uno, annuncia: «Bisogna ragionare su come viene costruita e calcolata la bolletta. Ogni Paese ha la sua ricetta. Va un po' riscritto il metodo di calcolo, lo stiamo facendo in queste ore, stiamo lavorando».

Sui rincari il ministro spiega: «Non è questione di parole ma di mercato: è sotto gli occhi di tutti che il gas sta aumentando in maniera costante, essendo la materia prima per produrre elettricità noi ne abbiamo un effetto importante sulla bolletta. Circa l'80% degli aumenti vengono dal gas. C'è da mitigare innanzitutto il trimestre che a fine mese chiude e avremo i numeri precisi, ma sappiamo che l'aumento è importante. Questo succede un po' in tutto il mondo, in tutta Europa. Siamo in compagnia perché è un mercato globale. C'è da mettere in piedi un intervento strutturale». Sugli oneri di sistema? «Quello nell'immediato. La questione strutturale è diversa: bisogna ragionare su come viene costruita e calcolata la bolletta. Ogni Paese ha la sua ricetta. Va un po' riscritto il metodo di calcolo, lo stiamo facendo in queste ore. Stiamo lavorando», risponde il ministro.

«Nucleare, oggi non potremmo farlo»

«Oggi noi non potremmo fare nulla di nucleare, perché abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie, e quelle nuove al momento non ci sono ancora». Sul nucleare, Cingolani ha aggiunto: «Non ho cambiato idea. Io ho raccontato che oggi ci sono 4 paesi che stanno studiando sorgenti di energia alternative, i reattori di 4/a generazione. Ho detto che queste fonti non sono mature, che probabilmente nel prossimo decennio capiremo se sono convenienti e sicure. Qualora questo fosse verificato, sarebbe importante capire se possono essere usate».

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