Pellegrinaggio ad Hammamet: «La storia dà ragione a Craxi»

Pellegrinaggio ad Hammamet: «La storia dà ragione a Craxi»
di Mario Ajello
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Sabato 18 Gennaio 2020, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 09:45

dal nostro inviato
HAMMAMET Il reducismo dei vecchi socialisti sempre quello è. Il rito del pellegrinaggio sulla tomba di Bettino Craxi, e nei luoghi di Hammamet che lo hanno visto morire, non sembra cambiato tra garofani e sfottò anti-pm («Borrelli chi? Guai a nominarlo, porta male»). Ma in realtà, 20 anni dopo, mentre tutto sembra ripetersi come in passato nella cerimonia dell’infinito lungo addio in questo angolo di Tunisia, il contesto italiano è cambiato completamente.

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Il crollo del grillismo e l’evidente incapacità dell’anti-politica a farsi politica sta creando una rivalutazione di fatto di Craxi e di altre figure della storia repubblicana. Una svolta storica di cui neanche i reduci craxiani sembrano rendersi del tutto conto. Anche se c’è una ricerca che dice che da tre mesi a oggi cresce il sentiment positivo della Rete su Craxi, mentre scende quello su Di Maio. E chi l’avrebbe mai detto. E sai che soddisfazione per Bettino.

LE VENDETTE
Arrivano ad Hammamet i primi pellegrini del ventennale, e il mood è questo: «Il Pd è più grillino dei 5Stelle». «Abbiamo vinto noi, ma pensano di aver vinto loro», dice Lucio Barani, segretario del Nuovo Psi, godendosi l’atmosfera vintage anni ‘80. E l’euro parlamentare Pittella, Pd ma di origini socialiste, così come Giorgio Gori e c’è anche lui, invita i compagni mentre si cena a casa Craxi: «Ma vogliamo guardare avanti una volta per tutte?». Ci si prova, ma anche no. Ecco il renziano Davide Faraone: «Renzi sì che ha capito, e lo ha anche detto che Bettino fu un gigante e fece riforme pazzesche, mentre Zingaretti poverino....». «È più grillino dei grillini», assicura Robilotta. Cioè Donato. Esponente romano storico del Psi, che non molla proprio ed è soddisfatto: «La storia ci sta dando ragione. Sta finendo la sbornia anti-craxiana nel Paese, e solo il Pd si attarda, per stare al governo con i 5Stelle e per strappargli qualche voto giustizialista, nelle vecchie vendette». «Io comunque ci sono», dice Gori, «e servirebbe più coraggio da parte del Pd nel giudizio storico sull’esperienza craxiana. Bisognerebbe dire che per certi aspetti Berlinguer aveva torto».

Nella comitiva dei garofani ci sono Fabrizio Cicchitto e il cantante Eugenio Bennato («Con Bettino ci univa la passione per la musica mediterranea e veniva sempre ai miei concerti in Tunisia») , Agostino Saccà e Federico il nipote di Craxi che nel film di Amelio ha il cappello da garibaldino e nella vita dirige a Capalbio lo stabilimento balneare Il Tramonto, i calabresi guidati dall’ex parlamentare Zavettieri e i napoletani capitanati da Giggino ‘a Purpetta ovvero il berlusconiano Cesaro, l’ex prodiano Mario Barbi folgorato dal craxismo postumo e Tognoli detto Il Tognolino e Ugo “Palmiro” Intini e gli ex big e gli ex militanti semplici tra l’amarcord e il vintage, Maria Giovanna Maglie, Ercolani &Rondolino e via così.

Mentre Berlusconi benedice la trasferta con una nota: «Craxi è stato un grande statista, pari a De Gasperi». Di sicuro c’è che nell’Italia incapace a darsi un sistema dopo l’abbattimento del sistema di prima, la rivalutazione del passato a causa del presente è una sorta di istinto autoconservativo e quelle che prima parevano eresie - del tipo: era meglio la Prima Repubblica - adesso cominciano ad avere spazio.

Il dem Pittella e il forzista Cesaro s’abbracciano: «Ah, quando c’era Lui...». Craxi, naturalmente. Barani fa un gran racconto: «Avevo organizzato anni fa con i tunisini il trafugamento della bara di Bettino. Volevamo portarla in Italia. Quelli però hanno chiesto, a me e ad altri compagni del mio paese, Aulla, 250mila euro per questa operazione segreta. Non siamo riusciti a trovarli». E che peccato.

Il piano prevedeva che una barca portasse la salma del leader in acque internazionali e un’altra barca, quella dei socialisti di Barani, la prendesse in cura per farla approdare su una spiaggia toscana. Ma niente. E questo non è l’unico motivo di dispiacere nella comitiva. C’è chi è in preda allo sgomento: «Dove abbiamo sbagliato?».
La tragedia è che durante il volo hanno letto sui giornali che un pentastellato, il senatore Dessì, ha detto che Craxi era bravo. Disperazione: «No, questa i grillini non ce la dovevano fare...». Sui leghisti - in arrivo Garavaglia e Siri, mentre Giorgetti dice che «va rivisto il giudizio» sull’ex nemicissimo - si infierisce di meno. E comunque Craxi se lo è preso la destra (Bernini e Gelmini sono qui, idem Caldoro e Baldelli e altri berlusconiani).

A riprova che con Craxi la sinistra continua a sbagliare. «Zingaretti - dice Cicchitto aggirandosi nello studio da cui Bettino mandava le sue maledizioni contro “gli sciacalli” - avrebbe dovuto venire qui ad Hammamet o mandare una delegazione ufficiale del partito. Così si cancellerebbe quella versione moderna di Piazzale Loreto che avvenne con il lancio delle monetine davanti al Raphael». Di quel passaggio terribile i segni sulla pelle del Paese si sono visti finora, ma con il tempo la storia sa fare giustizia.

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