Continua, a distanza, la "saga" tra Silvio Berlusconi e Volodymyr Zelensky. E stavolta è il presidente ucraino che affonda il colpo contro il leader di Forza Italia. «Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino», osserva il presidente in guerra, come a dire che altrimenti il Cavaliere non avrebbe mai tuonato contro di lui pochi giorni fa. L'eco di quelle frecciate arriva immediata ad Arcore. Monta l'irritazione, anche se è il gelo che avvolge la villa e il suo inquilino, schermando ogni commento.
Berlusconi e l'irritazione per Zelensky
Un silenzio che appare ancor più pesante.
L'ATTACCO
Un attacco che sembra pesare anche sulla missione italiana a Kiev, con la memoria che torna alle parole del Cav su Putin e il presidente ucraino. Le ultime risalgono al 12 febbraio quando Berlusconi non nascose che, da presidente del Consiglio, non avrebbe incontrato Zelensky (come invece ha fatto Meloni) e che comunque «bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e il conflitto non sarebbe accaduto». Una tesi già rivelata ai suoi parlamentari - e diffusa in alcuni audio rubati poco prima della nascita del governo Meloni, a ottobre - per sostenere che la Russia di Putin «non voleva la guerra» ma l'Ucraina «ha triplicato gli attacchi nel Donbass». E così avanti fino ad ammettere di aver «riallacciato un pò i rapporti con l'amico-zar, autore di una lettera dolcissima mandata a Berlusconi al suo ultimo compleanno, insieme a venti bottiglie di vodka. E Zelensky gli ha risposto con nettezza, creando non poco imbarazzo nella delegazione italiana presente a Kiev.
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