Berlusconi e Salvini cedono a Draghi sul Dl Concorrenza: così il premier ha messo all'angolo Lega e Forza Italia

Non votare la fiducia innescherebbe una crisi immediata di governo. Epilogo che né Salvini, né tantomeno Berlusconi, si possono permettere.

Berlusconi e Salvini cedono a Draghi sul Dl Concorrenza: così il premier ha messo all'angolo Lega e Forza Italia
di Alberto Gentili
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Martedì 24 Maggio 2022, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 08:54

Dopo le schermaglie dei giorni scorsi che hanno spinto il governo sull’orlo della crisi, con Mario Draghi costretto a richiamare Lega e Forza Italia a rispettare gli impegni del Pnrr per incassare i fondi europei, la maggioranza sembra vicina a un’intesa sul disegno di legge sulla concorrenza. Quello che contiene anche le norme sugli stabilimenti balneari.

Il cul de sac

Con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi finiti in un cul de sac, visto che Draghi ha già ottenuto il via libera a mettere la questione di fiducia per superare l’ostruzionismo di leghisti e forzisti, l’accordo è diventato più facile.

Anche perché la fiducia azzererebbe qualsiasi emendamento e anche le concessioni fin qui strappate da Lega e Forza Italia. In più, non votare la fiducia innescherebbe una crisi immediata di governo. Epilogo che né Salvini, né tantomeno Berlusconi, si possono permettere.

L’ipotesi di mediazione

Dopo diverse riunioni, ecco lo schema di intesa che verrà votato nel pomeriggio dalla commissione Industria del Senato. Riguardo alle gare per l’assegnazione delle concessioni, ci sarà la possibilità di svolgerle fino al 31 dicembre 2024 (il termine prima era la fine del 2023). In più, è previsto un indennizzo per la perdita dell’avviamento calcolato con riferimento alle scritture contabili e ad una perizia giurata.

Gli indennizzi

L’indennizzo per le aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione si calcola, appunto, «sulla base delle scritture contabili» o «di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza». L’indennizzo è «a carico del concessionario subentrante» per «la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa». Esclusi dal calcolo i beni abusivi.

Il rinvio delle gare

Un eventuale contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento del bando sono, «a titolo esemplificativo», le ragioni per cui saranno concesse deroghe di massimo un anno all’obbligo di mettere a gara le concessioni balneari dopo il 31 dicembre 2023. «L’autorità competente può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024», e fino a quella data «l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima».

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