Berlusconi, Forza Italia si prepara al ritorno: da Milano a Bruxelles, l'investitura di Tajani

Si taglia con il coltello la tensione in Forza Italia per la kermesse nazionale di Milano in programma venerdì

Berlusconi, Forza Italia si prepara al ritorno: da Milano a Bruxelles, l'investitura di Tajani
di Francesco Bechis
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Maggio 2023, 13:46

Le amministrative, l'incognita europee, gli equilibri interni. E poi, sopra tutto, il grande ritorno di Silvio Berlusconi, a un mese dal ricovero. Si taglia con il coltello la tensione in Forza Italia per la kermesse nazionale di Milano in programma venerdì.

LA KERMESSE AZZURRA

Non una conferenza tra le tante, ma un evento spartiacque per la storia del partito nato nel lontano 1994 e passato attraverso mille maree, da Mani Pulite al "miracolo italiano" e il governo nazionale, e poi l'Italia dello scontro bipolare, il Pdl e le scissioni, le vicende politiche e giudiziarie fino al ritorno al timone del Paese al seguito di Giorgia Meloni.

Si apre ora una nuova fase ed è a Milano che sarà tenuta a battesimo.

Berlusconi c'è e vuole esserci anche lì, sul palco dove sfilerà lo stato maggiore forzista guidato dal coordinatore nazionale Antonio Tajani e al suo fianco il gotha dei Popolari europei con il leader bavarese Manfred Weber.

IL RITORNO DEL CAV

Dopo settimane di apprensioni, voci e spifferi spesso non veritieri sulla salute del Cavaliere, al San Raffaele di Milano da un mese per i postumi di una polmonite e della leucemia, il grande ritorno è a un passo. Come, resta da vedere.

Le condizioni di salute del patron di FI, sia pure in lento miglioramento, restano delicate. E se Berlusconi ormai da giorni ha ripreso in mano al telefono per chiamare a rapporto i fedelissimi, da Tajani a Maurizio Gasparri, è possibille che non riesca a partecipare in persona alla convention milanese. Ad oggi, è probabile che invii un video messaggio.

GLI EQUILIBRI

Ci tiene il Cav al raduno e per buone ragioni. Il primo: in sua assenza il partito ha subito più di uno scossone. Dopo il brusco cambio della guardia al vertice benedetto dal Cav - declassati i "ronzulliani", promossa l'area di Tajani e Paolo Barelli tornato capogruppo alla Camera - la polvere è riuscita dal tappeto. Specie dopo l'incidente d'aula sul Def di giovedì scorso che ha visto tra gli assenti lo stesso Barelli e di conseguenza ha rattizzato i carboni tra le avverse correnti. Tajani ha ricucito, per ora, e intende lasciare fuori dalla festa azzurra rivendicazioni e tensioni.

L'INVESTITURA DI TAJANI

Per lui, il vicepremier e ministro degli Esteri al fianco di Berlusconi dagli inizi, prima da giornalista, poi da prima fila del partito - in mezzo gli incarichi istituzionali, dalla Commissione Ue alla guida dell'Europarlamento - l'evento di Milano è davvero uno spartiacque.

Perché se in pubblico, come è normale, nessuno osa parlare di "passo indietro" del Cavaliere, indebolito sì ma tutt'altro che disinteressato alla sua creatura politica e il governo, è chiaro ormai chi dovrà prendere il testimone del fondatore. Con la benedizione, è non è un dettaglio, della famiglia Berlusconi che nella veste della figlia primogenita Marina, ma in parte anche Piersilvio, ha oggi un ruolo dirimente nelle strategie del partito nonché dell'impero aziendale della Fininvest.

 

LA SVOLTA 

Passa da Arcore - e anche dalla sempre più protagonista Marta Fascina, fidanzata e "quasi-sposa" di Berlusconi - la svolta "governista" di Forza Italia. Via l'ostruzionismo verso FdI e il controcanto a giorni alterni a Meloni. Al contrario, la squadra azzurra è diventata pilastro dell'agenda di governo e si muove in sintonia con Palazzo Chigi, dalle nomine alle strategie d'aula.

Ebbene, a Tajani, dagli amici ribattezzato "Mahatma Antonio" per la calma serafica con cui riesce a sciogliere i grovigli dentro e fuori il partito, va il copyright di questa virata che non si fermerà agli affari di governo ma si spingerà, questa almeno è l'intenzione, molto più in là.

LA TELA EUROPEA

L'asse Tajani-Meloni e Fi-FdI si traduce nella manovra di avvicinamento tra popolari e conservatori in Ue. Il traguardo è già segnato: tra meno di un anno arriverà il momento delle elezioni europee che definiranno i prossimi assetti comunitari, dai vertici ai grandi dossier europei (e quanti ce ne sono e dividono in queste settimane gli Stati membri: Patto di Stabilità, Pnrr, migranti, Cina, Russia e Usa).

Le distanze tra le due famiglie europee si accorciano sempre di più, da Roma a Bruxelles. In mezzo, l'incontro a Milano. Da cui dipende ben di più che le sorti di un solo partito.

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