Berlusconi, nuovo audio: «Non dico che cosa penso di Zelensky. Dopo pace 2014 triplicati gli attacchi in Donbass. Putin? Ha subito pressioni per invadere l'Ucraina»

Lapresse ha diffuso un altro passaggio del leader di Forza Italia durante il suo intervento alla riunione dell'assemblea del partito alla Camera per l'elezione del capogruppo

Berlusconi, nuovo audio
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 19 Ottobre 2022, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:29

L’obiettivo è quello di procedere spediti. Di veder giurare il nuovo governo già nel fine settimana: entro domenica, l’ipotesi. Per poi incassare la fiducia alle Camere tra martedì e mercoledì, a meno di una settimana dall’avvio delle consultazioni (che prenderanno il via questa mattina alle 10 al Quirinale). E la roadmap resta la stessa anche se sulla strada di Giorgia Meloni verso Palazzo Chigi è piovuto un nuovo macigno. Firmato, ancora una volta, Silvio Berlusconi

Parla di nuovo della guerra in Ucraina, il Cavaliere. E di nuovo attribuisce al governo di Kiev la responsabilità del conflitto. «La cosa è andata così – lo si sente spiegare in un nuovo audio diffuso da LaPresse – Nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace. L’Ucraina butta al diavolo tutto un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche». Per Berlusconi – registrato sempre durante il colloquio di due giorni fa con i deputati forzisti, che al termine dell’intervento lo applaudono – sarebbe stato Zelensky a peggiorare le cose: «Arriva Zelensky, triplica gli attacchi alle due repubbliche.

Che, disperate (...) mandano una delegazione a Mosca. Dicono: “Vladimir difendici tu”. Lui – aggiunge Berlusconi – è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte. E allora si decide a inventare una operazione speciale». 

La scelta dell’Occidente di inviare armi a Kiev avrebbe infine fatto il patatrac: «La guerra, invece di essere di due settimane, è diventata di duecento anni». E ora, prosegue Silvio coi parlamentari, «non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Zelensky, secondo me... lasciamo perdere, non posso dirlo...». Per il Cav il problema è anche che «oggi, nel mondo occidentale non ci sono leader. L’unico vero leader – osserva – sono io». 

Un’uscita che riporta il gelo con gli alleati di Fratelli d’Italia. Che per tutta la giornata avevano provato a spegnere l’incendio, ripetendo che le parole di Berlusconi non rispecchiano in alcun modo la posizione di FdI né della maggioranza. «Contano i gesti concreti del Parlamento e gli impegni con gli elettori», avvisava il meloniano Luca Ciriani. 

Anche Berlusconi prova a metterci una pezza: «Quelle parole vanno inquadrate in un discorso più generale» spiega il Cavaliere telefonando a Enrico Mentana su La7. Poi, in serata, una lunga nota ufficiale: «In 28 anni di vita politica la scelta atlantica e l’europeismo sono stati alla base del mio impegno», precisa Berlusconi. «Come ho spiegato al Congresso Usa, l’amicizia e la gratitudine verso quel Paese fanno parte dei valori ai quali fin da ragazzo sono stato educato. Nessuno può metterlo in discussione». E poi ancora: «La mia posizione e quella di FI non si discostano da quella del governo italiano, dell’Ue e della Nato. Lo abbiamo dimostrato con atti parlamentari e voti. Interrogarsi sulle cause del comportamento russo – aggiunge – auspicando una soluzione diplomatica non è in contraddizione con la solidarietà al popolo ucraino». Infine tuona contro i «metodi di dossieraggio».

 

LE REAZIONI

Ma la bomba ormai è esplosa. «Parole preoccupanti», commentano gelidi da FdI. «Ma – aggiungono dal partito di Meloni – è un problema per Forza Italia. Più sono inaffidabili, meno spazio avranno». «Dichiarazioni gravissime – le bolla dal Pd Enrico Letta – incompatibili con il posizionamento dell’Italia e dell’Europa». Per Carlo Calenda, invece, «le parole di Berlusconi confermano che FI è un partito inaffidabile schierato con la Russia». E dire che la giornata era cominciata con un nuovo tentativo di ricucire, nel centrodestra. Un incontro a Villa Grande tra Berlusconi e Carlo Nordio, volto di FdI in pole per la Giustizia. 

 

Poi il pranzo di Silvio con il “pontiere” Salvini, infine la mancata partecipazione di Berlusconi al voto sulle vicepresidenze in Senato, forse per evitare imbarazzi. Imbarazzi che rischiano di ripresentarsi domani, quando secondo il calendario del Quirinale i tre leader del centrodestra saliranno insieme al Colle. Le consultazioni cominciano questa mattina alle 10. Si parte coi presidenti di Senato e Camera, poi i gruppi, Misto e opposizioni. Per chiudere domani alle 10,30 con la delegazione del centrodestra. L’incarico a Meloni, insomma, potrebbe arrivare già domani pomeriggio. «Il voto di fiducia? Forse martedì», prevedeva in mattinata il capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida. Prima che tutto tornasse a complicarsi. 

 

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