La Russa: «Berlusconi su Mosca? Nessuna sbandata. Sanzioni indispensabili»

La Russa: «Berlusconi su Mosca? Nessuna sbandata. Sanzioni indispensabili»
di Francesco Bechis
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Mercoledì 19 Ottobre 2022, 07:34 - Ultimo aggiornamento: 07:38

ROMA Le «regole paludate» non fanno per lui. Ignazio La Russa si (ri)presenta. È un nuovo discorso inaugurale. Dopotutto, si sa, Porta a Porta è quasi una terza Camera del Paese. Per questo il neo-eletto presidente del Senato, volto storico di Fratelli d'Italia e della destra italiana, parte da lontano. E ospite di Bruno Vespa su Rai 1 torna su un'elezione, la sua, che «rappresenta il superamento di un antico pregiudizio contro la destra». La stessa missione, in fondo, che accompagna il governo Meloni in fasce. Ammesso che nasca davvero, ovviamente. «Gnazio», che di Giorgia si sente «un fratello maggiore», dispensa ottimismo. «Non dico che ce la faremo, perché sarei presuntuoso, ma se qualcuno ce la può fare è Giorgia Meloni». Ci prova lui - oggetto di minacce nei giorni scorsi per cui la procura ha aperto un fascicolo - a sminare la strada che separa il centrodestra da Palazzo Chigi.

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Il nodo Giustizia


Prima mina: il nodo del ministero della Giustizia, dove Meloni vuole l'ex magistrato Carlo Nordio mentre Silvio Berlusconi, lo ha ribadito ieri, immagina Elisabetta Casellati. «Credo che le cose si possano sistemare», dice serafico il titolare di Palazzo Madama.

Ma fa anche scudo con la premier in pectore. «Giorgia ha insistito molto perché Nordio si candidasse con FdI non per venire in Parlamento a schiacciare bottoni ma con la previsione di fare il ministro della Giustizia. E credo che questa sia la decisione».

Il riavvicinamento con Putin? «Nessuna sbandata»


Seconda mina: l'ennesima dichiarazione d'amore a Vladimir Putin sussurrata da Berlusconi ai suoi parlamentari e poi pubblicata con un audio di Lapresse. «Conosco Berlusconi, ha sempre voluto tenere fede alle amicizie personali - spiega il suo ex ministro della Difesa - al di là delle frasi personali, non pubbliche, alla fine sono convinto che non ci sia alcuna sbandata». Poi un dubbio: «Bisognerebbe interrogarsi su chi ha voluto far uscire quelle frasi». Niente dubbi, invece, sul fatto che «le sanzioni sono indispensabili». Come di ambiguità non ce ne possono essere su alcune pagine nere della storia italiana, «mi inchino di fronte a chi ha subito la Shoah, come la Segre - dice La Russa, con una postilla sulla destra italiana, «da Fiuggi non si è potuto più avere alcun dubbio».


E pazienza se qualche volta il senatore siculo appena nominato abbandona il recinto del galateo istituzionale per tornare in quello della politica. «Lei è un po' indisciplinato», scherza Vespa. «So distinguere tra momenti istituzionali e personali, di libertà», replica lui. La politica, per Ignazio, è anche militanza, quella che ha portato Giorgia dalla Garbatella a Palazzo Chigi. «Solo lei adesso può risollevare il Paese».

 

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