Berlusconi non va al congresso del Ppe: «Troppo stanco dopo la festa del Monza». Ma il motivo è (anche) politico

Berlusconi non va al congresso del Ppe: «Troppo stanco dopo la festa del Monza». Ma il motivo è (anche) politico
di Mario Ajello
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Mercoledì 1 Giugno 2022, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 21:51

No, il motivo non è che si è rotto l’aereo. Non è per questo che Silvio Berlusconi ha dato forfait al congresso del Ppe a Rotterdam, dove doveva arrivare oggi e parlare stamane segnando il gran ritorno sulla scena internazionale. I motivi sono due. Uno fisico e l’altro politicissimo. La festa del Monza in seria A, con Silvio mattatore, insieme a Marta Fascina e a Galliani, fino a tarda serata, ha sfiancato il patron dei Diavoli Rossi. «Era esausto», racconta chi ha visto il Cavaliere. E dicono i suoi: «Non ci voleva proprio la festa del Monza alla vigilia della partenza per il congresso dei popolari europei».

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Il Cav focalizzato sul calcio

Ma si sa, Berlusconi non si risparmia e la passione per il calcio, che come si sa è politicissima, evidentemente ha prevalso sulla convenienza - o sulla non convenienza? - di presentarsi a Rotterdam? Ha vinto lo stadio sul congresso: significa, come in queste ore si chiedono molti parlamentari azzurri, che il Presidente tra le due passioni sceglie più la Palla che il Palazzo? «Semplicemente, non gli va», così spiega uno dei più fedelissimi di Berlusconi la sua rinuncia all’evento olandese.

E aggiunge: «La verità è che in queste ore la sua attenzione è più rivolta al calcio mercato, quali calciatori acquistare per portare il Monza in zona Champions, piuttosto che agli equilibri nella famiglia popolare». Anche perché il suo arrivo a Rotterdam sarebbe stato così: tanto affetto da parte di tutti, grandi manifestazioni di stima per il Padre Nobile del Popolarismo, infiniti sorrisi e auguri del tipo: «Silvio sei sempre il più forte».

 

Il dilemma Salvini

Ma insieme a tutto questo, tante domande su Salvini, la sua strambata filo-Putin, l’assurdità del viaggio, la crisi innescata dal pasticcio della trasferta dell’alleato e amico del Cavaliere, il Matteo a cui il leader di Forza Italia è legatissimo e lo è sempre di più. C’è chi al Cavaliere avrebbe potuto dire, in questo contesto del Ppe dove già ieri tutti ma proprio tutti hanno criticato Salvini. Scaricare Salvini? Difenderlo? Berlusconi non s’è voluto infilare, davanti agli occhi del mondo, in questo dilemma. Dunque, niente Rotterdam. E niente Rotterdam perché lì il Silvio «concavo e convesso» avrebbe dovuto mostrare il suo lato atlantista e non quell’altro delle dichiarazioni filo-russe rilasciate a Napoli dopo il pranzo da Cicciotto a Marechiaro. Ma fare l’amerikano mentre il sodale leghista fa il moscovita non sarebbe stato il massimo per il Cavaliere. La festa del Monza è stata fatta durare tanto, e Silvio ci si è voluto stancare, anche per sottrarsi a questa situazione. Gli avrebbero anche chiesto di chiarire le sue parole filo Russia e i suoi reali rapporti attuali con il Cremlino. Meglio restarsene e ad Arcore.

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