Berlusconi, il restyling di Forza Italia: guida a Marta Fascina e Tajani. Il Cav: «No attacchi a Renzi»

Nella riorganizzazione del partito tre super-coordinatori: Nord, Centro e Sud. Il “soft power” di Marta e la centralità del vicepremier. Il ritorno di Gianni Letta

Berlusconi, il restyling di Forza Italia: guida a Marta Fascina e Tajani. Il Cav: «No attacchi a Renzi»
di Mario Ajello
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Domenica 4 Giugno 2023, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 10:21

Lo chiamano il Marta Power. O meglio: il Fascina Soft Power. Perché il comando della quasi consorte di Berlusconi (lui la chiama «mia moglie») in Forza Italia, ormai acclarato e quasi condiviso, non è di tipo monocratico.

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Il restyling di Forza Italia

Anzi, l’assetto del partito azzurro dopo la “resurrezione” post-ospedaliera del Cavaliere prevede, oltre al leader principale, un quadrumvirato: Marta, Marina, Tajani e Gianni Letta, tornato in gran splendore come Eminenza Azzurrina e regista. A gestire il cambiamento promesso e promosso da Berlusconi è comunque Marta. E a lei potrebbe riuscire quella riorganizzazione del partito per grandi aree e tre macro-regioni - Nord, Centro e Sud - che Silvio sogna da più di dieci anni. Il Soft Fascina Power prevede, oltre a un ricambio dei coordinatori regionali (saranno sostituiti, anche perché hanno altri incarichi: Giuseppe Mangialavori in Calabria, Ugo Cappellacci in Sardegna, Nazario Pagano in Abruzzo), la tripartizione del potere interno per cui al Nord gli azzurri saranno guidati da Alessandro Sorte (super tendenza Marta), al Centro da Alessandro Battilocchio (tajaneo doc) e al Sud da Tullio Ferrante, il più caro amico ed ex compagno di scuola di Marta, sottosegretario alle Infrastrutture e ormai di casa ad Arcore. 


Se questo tipo di riorganizzazione andrà in porto, Forza Italia avrà un’architettura più piramidale e con un gruppo di vero comando molto ben definito.

Nel quale - ecco il nuovo corso del berlusconismo - rientrano insieme ai nomi di cui sopra anche altri: dal capogruppo dei deputati Barelli, vicinissimo a Tajani, all’eurodeputato Fulvio Martusciello uomo macchina e suggeritore di strategie, da Anna Maria Bernini ministra ma anche vice-coordinatrice nazionale a Gasparri e soprattutto Schifani che è il punto di riferimento dei presidenti regionali azzurri, ma stanno emergendo anche altre figure di peso: come la deputata Cristina Rossello, segretaria cittadina di Milano e avvocata di Marina Berlusconi. Per non dire di Stefano Benigni, altro fedelissimo di Marta, deputato e coordinatore nazionale del movimento giovanile, di cui Silvio non fa che dire un gran bene. 


Il Cav e Marta stanno facendo le cose in grande. «Un vero rilancio», lo chiama Berlusconi, il quale al riscatto forzista accompagna anche - nelle sue giornate di lavoro - l’impegno politico e aziendale su Mediaset. Dove ha trattenuto i suoi top player della politica: Porro non va in Rai e gli altri sono super in campo, da Del Debbio a Giordano, da Capezzone a Veronica Gentili e in più Andrea Giambruno ovvero il compagno di Giorgia Meloni che ora ha la sua striscia informativa e dall’autunno potrebbe dirigere un talk show. 
Il Fascina Soft Power (quanto conta in questo concentrato di potere, il padre di Marta, il campano don Orazio amatissimo da Silvio?) si concentra comunque sul partito. E la nuova Forza Italia ha deciso di tornare all’antico, ripristinando le feste azzurre. 


GLI EVENTI
La Festa Azzurra dei giovani sarà a Gaeta, dall’8 settembre. Alla fine dello stesso mese - a Telese, storica terra mastellata, nel beneventano - si svolgerà la Festa Azzurra nazionale. E lì - medici e famiglia permettendo - Silvio vorrà esserci in presenza. Nel ricambio di tutto, come si sa, c’è anche stato il turn over alla guida delle comunicazione del Cavaliere, e dopo Paolo Emilio Russo, ecco Danila Subranni. C’è poi da sostituire, forse, il capogruppo in Senato. E se non sarà più Licia Ronzulli, toccherà a Mario Occhiuto o, meno probabilmente, a Roberto Rosso. Quel che è certo è che Berlusconi mira al 15 per cento alle Europee e «perciò dobbiamo ben attrezzarci». Non ha nessuna voglia di insidiare Meloni - anzi i rapporti tra Giorgia e Marta sono più che cordiali - ma il vero autore dell’operazione primo presidente della Commissione Ue targato Ppe più destra vuole essere Silvio.


Una raccomandazione va facendo Berlusconi ai suoi: «Non attaccate Matteo Renzi. Se rinsavisce e molla la sinistra, le nostre porte per lui sono sempre aperte». Ma questo è un discorso futuribile. Al momento, c’è da rilanciare un logo (non è vero che Marta vuole comprarsi il simbolo forzista), un partito e una leadership. «Io non ho mai avuto paura di morire e non ho mai smesso di lavorare», assicura il re di Arcore. Che al suo fianco ha anche una regina o una delfina - ma c’è anche chi paragona Marta a Evita - la quale è soffice come un pugno di ferro in un guanto di velluto.
 

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