Balneari, accordo in maggioranza sulle concessioni: ma per calcolare gli indennizzi servirà un nuovo decreto

Ora l'emendamento passerà alla commissione Bilancio del Senato per il parere

Balneari, accordo in maggioranza sulle concessioni: ma per calcolare gli indennizzi servirà un nuovo decreto
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Giovedì 26 Maggio 2022, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 15:37

Balneari, trovata l'intesa di maggioranza sulle concessioni. Come spiegato da vari partecipanti alla riunione con il governo, il testo finale rimanda ai decreti attuativi la definizione degli indennizzi, senza riferimenti all'avviamento dell'attività, al valore dei beni, a perizie e scritture contabili.

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L'iter parlamentare

Ora l'emendamento passerà alla commissione Bilancio del Senato per il parere e in mattinata lo approverà la commissione Industria che completerà l'esame del ddl concorrenza.

 

I contenuti dell'intesa

Nell'accordo di maggioranza sulle concessioni balneari c'è una misura introdotta per mettere al riparo piccoli e medi operatori dai grandi gruppi concessionari pubblici.

Nel testo del subemendamento che sarà approvato dalla commissione Industria del Senato, in pratica, modifica l'elenco di elementi da valorizzare e di cui avere adeguata considerazione nella scelta del concessionario: si conferma «l'esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione», e si escludono «analoghe attività di gestione di beni pubblici». La misura era prevista «in maniera tale da non precludere l'accesso al settore di nuovi operatori», ma con senza questa variazione, sottolinea il senatore di FI Massimo Mallegni, «un concessionario dell'energia, delle autostrade, delle acque, avrebbe potuto partecipare alle gare a discapito di piccoli e medi operatori».

I termini per le gare e le deroghe sono estese alle concessioni per l'esercizio di attività sportive e per le concessioni attualmente gestite da enti del Terzo settore. E' una delle novità previste dall'accordo di maggioranza sui balneari, confluito in un subemendamento all'emendamento del governo, che verrà votato nel primo pomeriggio in commissione Industria al Senato a conclusione dell'esame del ddl concorrenza. Era già previsto che la norma valesse per le concessioni su mari, fiumi e laghi per l'esercizio delle attività turistico-ricreative, per quelle gestite dalle società e associazioni sportive iscritte al registro Coni, e quelle per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti d'ormeggio.

Le reazioni

«Come si dice a Roma, avemo vinto». Così il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni al termine della riunione di maggioranza in cui è stato trovato l'accordo sulle concessioni. Sulla definizione degli indennizzi «è stata tolto il valore residuo, le parole che avrebbero messo in difficoltà sono state tolte: è stata inserita una dicitura semplice, con tutta una serie di altre garanzie all'interno dell'emendamento che consentiranno una valutazione degli investimenti scevra da ogni tipo di inflessione e opinione - ha spiegato Mallegni -. Abbiamo anche tolto di mezzo il riferimento alla perizia, perché oggettivamente non esiste che venga fatta una gara senza una perizia. La perizia è intrinseca nell'elemento di valutazione che non ha nessuna altra possibilità di opinione. La perizia è obbligatoria. Nei decreti legislativi saranno stabiliti una serie di criteri». 

M5S

«Mi auguro di no. Mi auguro che tutte le forze abbiano la responsabilità di comprendere che questa della concorrenza, del fisco, sono delle riforme importanti, di struttura: dobbiamo andare avanti perchè su questi aspetti l'Italia ha accumulato dei ritardi anche rispetto al resto dell'Europa e dobbiamo correre». Così, il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte - a margine di un incontro elettorale a Riccione, dove il Movimento sostiene la candidata sindaca de centrosinistra, Daniela Angelini - ha replicato a chi gli chiedeva se il Governo rischiasse di cadere sulla riforma delle concessioni balneari.

IL PD

«Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto. Si tratta di un punto di equilibrio molto avanzato per definire una normativa ragionevole, in linea con i princìpi europei e costituzionali, che consenta di avviare in tempi certi ma ragionevoli il rinnovo dell'affidamento delle concessioni balneari, tutelandone in modo adeguato l'affidamento maturato, il valore dell'azienda, la professionalità acquisita e gli investimenti fatti, con la previsione anche di un apposito, necessario, indennizzo da parte dei concessionari eventualmente subentranti. Si prevedono poi garanzie fondamentali per le piccole e medie imprese del settore, in gran parte a conduzione familiare, per la forza lavoro così come per la protezione dell'ambiente, della salvaguardia del patrimonio culturale. E' una buona notizia per il Paese l'accordo raggiunto. Ora acceleriamo nelle riforme necessarie per l'attuazione del Pnrr». Lo dichiarano la capogruppo democratica alla Camera Debora Serracchiani e il vice capogruppo Piero De Luca.

L'AFFONDO DELLA MELONI

«Quello raggiunto dalla maggioranza sulle concessioni balneari è un accordo ridicolo e vergognoso. Rimandare la questione degli indennizzi addirittura al Governo, con il rischio più che concreto che questi vengano fortemente osteggiati dalla Commissione europea e non vedano mai la luce, vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere». Così la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che ha aggiunto: «Ora lo Stato espropria i privati a vantaggio di altri privati, più grandi e più forti».

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