Ballottaggi, centrosinistra avanti in otto città su tredici. Ma decide tutto Verona

Domani urne aperte per il secondo turno: Tommasi parte in vantaggio su Sboarina

Ballottaggi, centrosinistra avanti in otto città su tredici. Ma decide tutto Verona
di Andrea Bulleri
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Sabato 25 Giugno 2022, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 12:13

L’ex calciatore contro il sindaco uscente, l’avvocato contro il professore. Due nomi sulla scheda e una scelta secca quasi ovunque: centrodestra o centrosinistra? È quello che dovranno decidere gli elettori dei 13 capoluoghi di provincia che domani torneranno alle urne per scegliere il proprio sindaco. Si vota dalle 7 alle 23, in 65 comuni in tutto. Ma le sfide su cui sono puntati gli occhi dei partiti si contano sulle dita di una mano. 
A cominciare da Verona, dove al ballottaggio si fronteggiano l’ex calciatore Damiano Tommasi del centrosinistra (in vantaggio col 40) e il primo cittadino ex leghista – oggi in Fratelli d’Italia – Federico Sboarina, al 33. È il palco che alla vigilia del primo turno aveva visto riuniti Giorgia Meloni e Matteo Salvini, oggi di nuovo ai ferri corti per il mancato matrimonio di Sboarina con il terzo classificato Flavio Tosi (Forza Italia). Un «errore madornale», per il leader della Lega. Perché il quasi 24 incassato da Tosi potrebbe essere decisivo per stabilire chi guiderà la città di Romeo e Giulietta. Ma il sostegno dei “tosiani”, per Sboarina, non sembra così scontato. Ecco perché nel centrosinistra, che ai ballottaggi gioca in testa in 8 città su 13, stavolta ci sperano davvero. Copione a parti invertite a Catanzaro, dove l’avvocato e docente universitario Valerio Donato del centrodestra è primo (col 44) sullo sfidante di “campo largo” Nicola Fiorita, anche lui professore (al 32). Ed è facile prevedere che a Donato non mancherà il sostegno di FdI, che al primo turno correva da sola incassando circa il 9
Sfide tutte al femminile a Piacenza e Viterbo: nella città emiliana, la consigliera regionale dem Katia Tarasconi proverà a sfilare la poltrona di sindaca alla rivale Patrizia Barbieri, che parte sotto di un paio punti. Per farlo punterà sui voti dei Cinquestelle, visto che qui il loro candidato ha fatto l’unico risultato in doppia cifra del M5s alle comunali. A Viterbo invece la civica Chiara Frontini dovrà consolidare il vantaggio su Alessandra Troncarelli, assessora al Welfare di Nicola Zingaretti. 

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Le città simbolo

Centrosinistra in vantaggio a Parma, con l’ex assessore del sindaco Pizzarotti Michele Guerra avanti di 20 punti sullo sfidante di destra Pietro Vignali (così come a Cuneo e Alessandria). Mentre a Monza, Gorizia, Frosinone e Barletta guida la sfida il centrodestra. 
Eppure Enrico Letta ha scelto di chiudere il suo tour elettorale in Toscana, tra Lucca e Carrara. Due duelli simbolici per i dem, quasi quanto quello di Verona. Il motivo? Il patto che il candidato del centrodestra lucchese Mario Pardini (secondo classificato con il 34%) ha stretto sia con i centristi di Calenda che con la destra di Casapound. Un’alleanza che ha mandato in ambasce non solo il Pd locale e nazionale, ma anche lo stesso Carlo Calenda. Che prima ha dato dell’«incapace» al suo candidato, poi, ieri sera, è salito sul palco per sostenere il frontman del centrosinistra Francesco Raspini, primo con il 44 per cento. 
Polemiche anche nella “bianca” Carrara, dove il deputato di Italia Viva Cosimo Ferri (forte del suo 15 circa da terzo classificato) ha deciso di appoggiare non il centrosinistra di Serena Arrighi (al 30), ma il leghista Simone Caffaz, che oltre al suo 18 potrà contare anche sul sostegno di FdI e FI (che al primo turno avevano incassato il 17). Una virata a destra dei renziani toscani che ha mandato su tutte le furie il Pd, che adesso punta a restituire lo smacco con una vittoria netta. 

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