ROMA Il risultato elettorale non particolarmente lusinghiero, ha il pregio di aumentare nel M5S la pressione su Giuseppe Conte che da settimane è alle prese con la composizione del Consiglio nazionale del MoVimento. Una sorta di maxi-segreteria nella quella dovrebbe esserci posto per tutti, o quasi, ma il pressing è ormai divenuto asfissiante per l’ex premier che non riesce a trovare la quadra. La batosta elettorale ha fatto riprendere quota al dibattito interno. Alessandro Di Battista, da tempo uscito dal Movimento ma in ottimi rapporti con Conte, accusa gli ex compagni di partito di aver trasformato il M5S in una sorta di Udeur. Una ridotta di reduci in grado di strappare qualche poltrona in alleanza con i dem, ma non in grado di poter raccogliere di nuovo consenso a due cifre. In effetti le ultime elezioni hanno fatto registrare solo a Roma consensi elettorali sopra il dieci per cento. Nel resto del Paese, soprattutto al Nord, il MoVimento sembra essere sparito.
L’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, è pronta a mettersi alla testa di chi contesta l’alleanza organica con il Pd, ma è improbabile che accada qualcosa prima dell’elezione del nuovo Capo dello Stato e della tornata elettorale che ci sarà la primavera prossima.
In attesa del big-bang si schierano però le truppe, si cerca di conquistare posti nel parlamentino grillino, e Conte tenta di nuovo di cambiare il capogruppo alla Camera Davide Crippa con il quale ha un pessimo rapporto. Ma il mandato di Crippa scade a dicembre e il diretto interessato non ha nessuna intenzione di mollare.