Autostrade, limiti di velocità più alti in alcune tratte. L'idea di Salvini: «Si potranno superare i 130 km/h»

Interessati tronconi di A1, A4 e A14. Ma ci devono essere Tutor e tre corsie

Autostrade, limiti di velocità più alti in alcune tratte. L'idea di Salvini: «Si potranno superare i 130 km/h»
di Andrea Bulleri
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Martedì 14 Marzo 2023, 21:40 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 10:57

 Col nuovo Codice della strada, Matteo Salvini punta ad accelerare. E non in senso metaforico. Al contrario: l’idea a cui sta lavorando il ministro dei Trasporti è quella di aumentare la velocità massima consentita in autostrada. Di quanto? Dagli attuali 130 fino a 150 chilometri orari, secondo l’ipotesi di lavoro più accreditata. Non ovunque e indiscriminatamente, sia chiaro. Ma su alcuni tratti della rete, quelli considerati più sicuri – perché più ampi e sorvegliati dal sistema Tutor – il progetto a cui si lavora al ministero di Porta Pia potrebbe presto diventare realtà. 
Ad anticiparlo è stato lo stesso vicepremier leghista ai microfoni di Radio 24: «Ragioneremo anche sui limiti di velocità in alcuni tratti autostradali», le parole del titolare di Trasporti e Infrastrutture. Che rilancia così un vecchio cavallo di battaglio del Carroccio, finora sempre rimasto sulla carta. Ma questa, si scommette nella Lega, potrebbe essere la volta buona. 

VALUTAZIONI

«Stiamo facendo tutte le valutazioni del caso con i tecnici», spiega Salvini, impegnato da settimane a rimettere mano al Codice della strada. «Ci sono tratte autostradali ampie, dove sul modello tedesco si può pensare anche di aumentare i limiti», è il ragionamento del ministro. Anche perché, fa notare, «purtroppo la stragrande maggioranza delle morti per incidente avvengono non su autostrada, ma sulle extraurbane». Quindi «con buonsenso» i limiti possono essere ritoccati al rialzo in alcuni tratti e «diminuiti in altri». «La velocità – chiosa – non è una scelta politica».
Dell’idea, del resto, si discute da quasi due decenni.

Da quando a proporre di toccare i 150 all’ora in autostrada (correva il 2001) fu il ministro Pietro Lunardi. Più di recente, nel 2019 (e poi di nuovo nel 2021) a riprovarci era stata proprio la Lega, con un emendamento dell’attuale sottosegretario alla programmazione economica Alessandro Morelli. Anche in quel caso, però, il tentativo finì in una bolla di sapone. 

Ma cosa prevedeva quel testo? Semplice: aumentare il limite di velocità a 150 km/h sulle tratte in grado di rispondere a tre requisiti. Ossia: disporre di almeno tre corsie per senso di marcia, essere dotate di asfalto drenante e godere della “sorveglianza” del Tutor, il sistema di telecamere che calcola la velocità media tenuta dall’automobilista durante tutto il percorso. 

I TRATTI

Criteri piuttosto stringenti, dunque, che delimiterebbero di parecchio il campo di applicazione della nuova norma: su oltre 7mila chilometri di rete autostradale, quelli a tre corsie ammontano a circa 1.800 (a poco più di un centinaio quelli a quattro). Un po’ più di 1.500, invece, i chilometri coperti dal Tutor. Combinando tutti i “paletti”, insomma, il limite di 150 potrebbe arrivare in ipotesi su alcuni tratti dell’A1 Milano-Napoli, dell’A4 Milano-Brescia, della A14 Bologna-Taranto e della A8 Milano-Varese, ma anche della A26 tra Piemonte e Liguria. 

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Dalla sua, Salvini ha i numeri degli incidenti, quasi dimezzati da due decenni a questa parte sulle autostrade: erano 14mila nel 2004, sono crollati a 7.631 nel 2021, in calo del 16% rispetto a due anni prima. E poi c’è il fatto che il limite dei 130 orari, introdotto nel 1977, rischia di risultare anacronistico più di 40 anni dopo. Considerati – ripetono i favorevoli alla proposta, tra cui si era schierata anche l’Aci – i progressi tecnologici delle auto e quelli della rete stradale. 
Il vicepremier è deciso. E punta a portare una bozza all’incontro con gli enti e le associazioni di settore previsto al ministero entro la fine del mese, proprio per discutere del nuovo Codice (che potrebbe anche contenere una stretta sui monopattini elettrici). Quel che è certo è che il tema pare destinato a far discutere. Dal centrosinistra già si alzano le barricate: «Non credo sia una delle priorità del Paese», chiude il capogruppo Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo. «Salvini pensi alle vere emergenze – attacca – dalle infrastrutture carenti se non disastrose, come nella mia Sicilia, alla mobilità sostenibile che annaspa». Anche la velocità, insomma, pare (eccome) una scelta politica. 
 

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