«Autonomia impraticabile»: i 5Stelle bloccano le intese

«Autonomia impraticabile»: i 5Stelle bloccano le intese
di Andrea Bassi
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Mercoledì 17 Luglio 2019, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 11:55

ROMA Ancora una volta lo schema si ripete. A meno di tre giorni dal nuovo vertice sull'autonomia differenziata convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per venerdì, la tensione tra Lega e Movimento Cinque Stelle sulle richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna torna altissima. Il colpo più duro sulla strada dello spacca-Italia lo piazza, ancora una volta, il ministro per il Sud Barbara Lezzi. «Secondo il dettato costituzionale», dice l'esponente grillino parlando da Napoli, «le proposte di autonomia differenziata di Lombardia e Veneto sono impraticabili». Una presa di posizione che lascia pochi spazi a possibili mediazioni in vista del vertice di venerdì. L'altro colpo arriva dal presidente della Camera Roberto Fico. Durante la cerimonia della consegna del ventaglio spiega senza mezzi termini che sulle autonomie «solo il Parlamento può decidere. Sarò inflessibile», dice il presidente della Camera, «dovrà passare tutto in un percorso serio». Non solo. Fico ha anche annunciato che oggi vedrà la presidente del Senato Elisabetta Casellati anche perché, ha spiegato, la procedura di Camera e Senato deve essere la stessa. In che modo potranno essere emendati i testi delle intese non è ancora chiaro.
L'intenzione della Lega sembrerebbe quella di mandare in parlamento le pre-intese sulle quali deputati e senatori potrebbero intervenire. Ma non è detto che tutti gli emendamenti parlamentari poi vengano assorbiti dai testi finali. La reazione del presidente del Veneto Luca Zaia alle parole degli esponenti grillini non si è fatta attendere a lungo. «L'autonomia», ha detto il governatore, «sta alla Lega come il Reddito di cittadinanza sta ai Cinque Stelle». Comunque sia, Zaia, mentre Attilio Fontana si è detto «indignato per le parole della Lezzi», si è detto certo che il Carroccio riuscirà a portare a casa lo spacca-Italia. Prima o poi, ha detto, ci sarà la «fumata bianca», come c'è stata sulle Olimpiadi a Milano e sul riconoscimento dell'Unesco delle Colline del prosecco.

I PEZZI MANCANTI
In realtà tanto ottimismo, almeno per ora, non è confortato dai fatti. Il ministro Lezzi ha auspicato che venerdì arrivi sul tavolo del confronto l'articolo 5 delle intese, quello che riguarda l'assegnazione delle risorse finanziarie legate alle intese, nella versione concordata durante le riunioni congiunte con la Lega che si sono tenute al ministero dell'Economia. In quelle riunioni gli esponenti del Movimento Cinque Stelle sostengono di aver raggiunto un accordo con il Carroccio per destinare il gettito extra delle imposte trattenute sul territorio per finanziare le funzioni trasferite dallo Stato, a partire dall'istruzione, ad un fondo di perequazione il cui scopo sarebbe quello di finanziare i livelli essenziali di prestazione nelle Regioni che hanno capacità fiscali minori rispetto a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
La Lega avrebbe disconosciuto questo accordo per la forte opposizione arrivata dai due governatori delle Regioni del Nord, Zaia e Attilio Fontana. L'altro nodo che sembra lontano dall'essere sciolto, riguarda le cosiddette gabbie salariali per gli insegnanti e il personale della scuola. Veneto e Lombardia vorrebbero avere la possibilità di pagare di più i propri professori attraverso dei trattamenti integrativi. Un meccanismo che la settimana scorsa ha fatto saltare il tavolo di trattativa per la ferma opposizione del Movimento Cinque Stelle.
 
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