Il sottosegretario Siri: «Risparmio, la spinta dei Cir rilancerà le infrastrutture»

Il sottosegretario Siri: «Risparmio, la spinta dei Cir rilancerà le infrastrutture»
di Umberto Mancini
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Giovedì 11 Ottobre 2018, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 19:12
Sottosegretario Armando Siri, è un momento di forti tensioni sui mercati, tra l'attesa del giudizio delle agenzie di rating, lo spread in altalena e la necessità di varare la manovra dopo le critiche di Bankitalia. Lei, che è anche consigliere economico di Matteo Salvini, è preoccupato, i nostri risparmi sono in pericolo?
«No. E le spiego il perché. Da qui a fine anno scadono circa 30 miliardi di Btp e 25 miliardi di Bot e Cct. Quest'ultimi sono meno influenzati dalla dinamica prezzo-rendimento grazie anche alle aste marginali del Tesoro. Il vero punto sono i Btp, ma stiamo parlando di una cifra importante ma comunque limitata. Certamente le tensioni di questi giorni non vanno sottovalutate e noi non lo stiamo facendo. L'importante è non farsi suggestionare. Bisogna mantenere la situazione entro margini, confini, cornici di realtà. L'Italia, lo ricordo, è un Paese forte, la seconda manifattura in Europa, la seconda cantieristica navale al mondo. E se me lo consente il primo Paese per patrimonio culturale. Per non parlare del risparmio dei cittadini, la vera ricchezza nazionale ».

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In effetti siamo ai vertici della classifica in Europa.
«Abbiamo 1.600 miliardi di Pil più della Russia, 5 mila miliardi di risparmio privato, ovvero delle famiglie, e oltre 4 mila miliardi di beni immobiliari. Gli italiani hanno un indebitamento pro capite nettamente inferiore rispetto all'Europa, dove tedeschi e francesi ci superano agevolmente. Il quadro non mi sembra catastrofico, come qualcuno vuole invece dipingere».

A fine mese, dopo l'ok alla manovra, arriverà il verdetto di Moody's, mentre Fitch ha già avanzato non poche perplessità sugli obiettivi del Def.
«Siamo in attesa, ma ritengo che le agenzie per dare un giudizio obiettivo, debbano prendere in considerazione il quadro complessivo, non solo il settore pubblico, ma anche la forza finanziaria di famiglie e imprese».
Insomma, non serve dare l'oro alla Patria, con i Cir, i conti individuali di risparmio, o varare una patrimoniale?
«No. Assolutamente no. Nessuna patrimoniale, né oro alla Patria. Piuttosto i Cir sono una opportunità in più».

Dedicati alle infrastrutture?
«Esattamente. Qui non si tratta di regalare i soldi allo Stato, ma della possibilità per le famiglie di destinare una parte dei propri risparmi acquistando in titoli della Repubblica, così come del resto è sempre stato. Non c'è nessuna fregatura, nessun rischio, semmai le fregature, come molti ricorderanno, sono arrivate da Lehman Brothers e dai subprime».

C'è poi la garanzia dello Stato.
«I Cir danno importanti vantaggi fiscali con la garanza dello Stato italiano. L'investimento della famiglia può essere fino a 3 mila euro. In pratica, si potranno comprare Btp, con scadenza minima di 5 anni, caratterizzati dall'azzeramento dell'imposta sulla cedola insieme ad una deduzione fiscale».

Che fine faranno i fondi raccolti?
«I soldi saranno destinati esclusivamente ad investimenti in infrastrutture nel nostro Paese. Con una remunerazione interessante per i sottoscrittori e zero rischi».

Qualcuno, probabilmente pensando male, crede sia un atto di debolezza?
«Tutt'altro. Questi soldi raccolti andranno ad interventi specifici come la riqualificazione delle scuole, alle strade, alla manutenzione ordinaria, alle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno, serviranno allo sviluppo e a colmare il gap che ci separa dagli altri Paesi».

Si parte nel nuovo anno con uno strumento che, tra l'altro, non si sovrappone a nessun altro oggi sul mercato?
«Abbiamo già palato con le banche e con gli operatori del settore. Partiremo nel 2019 con questo strumento innovativo e contiamo di raccogliere complessivamente 15 miliardi. Investire nei Cir significa scommettere sull'Italia e l'investimento avrà una tracciabilità piena perché chi mette i soldi saprà a quale opera vanno. Dopo il debutto si potrà rafforzare questo meccanismo per dimostrare che l'Italia è un Paese che può disporre delle proprie risorse autonomamente».
 
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