Antonio Tajani: «Un ministero per gli italiani all'estero. Renzi un illusionista, non ci supererà»

Il coordinatore di Forza Italia: vogliamo facilitare per chi torna in patria il riacquisto della cittadinanza. Io alla Farnesina? Non sono candidato a niente

Antonio Tajani: «Un ministero per gli italiani all'estero Renzi un illusionista, non ci supererà»
di Andrea Bulleri inviato a Bruxelles
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Martedì 6 Settembre 2022, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 09:59

BRUXELLES «Hola Ignacio! Que tal?». Antonio Tajani stringe mani e saluta deputati in inglese e in spagnolo, mentre percorre a grandi falcate il lungo corridoio del Parlamento europeo. Uno stagista lo ferma per scattere un selfie. Poi il numero due di Fi abbraccia Juan Ignacio Zoido, ex ministro dell'interno di Mariano Rajoy, oggi deputato del Ppe. Tutti lo salutano, tutti gli fanno l'in bocca al lupo. Certi che dal 26 settembre lo vedranno un po' meno, da queste parti».

Presidente Tajani, europarlamentare e coordinatore di Forza Italia, dopo 30 anni di lavoro nelle istituzioni Ue dica la verità: un po' le dispiace lasciare Bruxelles?
«Sono scaramantico: prima dobbiamo vincere le elezioni.

Certo un po' di dispiacere c'è, in questi ultimi anni tanta a politica si è fatta qui. Ma non abbandonerò Bruxelles: sarò ancora vicepresidente del Ppe, dopo il 25 settembre».

E magari, dice qualcuno, anche ministro degli esteri italiano.
«Non sono candidato a niente, se non al mio seggio con FI. Non aspiro a cariche: ne ho già avute, a cominciare dalla presidenza del Parlamento Ue. Tutto quello che voglio è essere utile per gli italiani. A cominciare, ad esempio, da quelli che vivono qui all'estero».

Come? (nel frattempo, Tajani ha raggiunto il suo studio: sulle mensole troneggiano un modellino Ferrari e un cappellino della Juventus, di cui è grande tifoso).
«Vogliamo dare vita a un ministero per gli italiani all'estero, dedicato ai nostri connazionali che hanno lasciato il Paese. È nel programma di Forza Italia, che prevede anche agevolazioni per chi dovesse decidere di rientrare. Un esempio? Il riacquisto della cittadinanza eventualmente persa, e facilitazioni sull'Imu».

FI sta nel Partito popolare, Meloni coi Conservatori e riformisti, Salvini con Identità e democrazia. Il Ppe non teme che un eventuale governo di centrodestra possa essere troppo sbilanciato a destra?
«È un timore che c'è solo in certa propaganda che si fa in Italia. In Spagna, il socialista Pedro Sanchez governa con Podemos, che è ben più estremista di Lega e FdI. Tanto che manifesta apertamente contro la Nato e nessuno dice niente. E poi c'è Forza Italia, che per la sua serietà e affidabilità rappresenta una garanzia anche a livello internazionale».

Meloni sta imprimendo un messaggio rassicurante alla campagna elettorale, Salvini invece ribadisce la sua linea sul no alle sanzioni russe. Come si conciliano posizioni così diverse?
«Salvini ha spiegato che i suoi dubbi riguardano un punto di vista economico, non politico: è una posizione legittima. Per noi invece le sanzioni sono giuste e devono rimanere. Ma per uscire da questa situazione serve anche altro, a livello Ue».

Ad esempio?
«Un nuovo Recovery fund europeo per la politica energetica, che protegga i cittadini dell'Unione dai prezzi alle stelle di gas e materie prime. Forza Italia lo chiede dall'8 marzo, con un'interrogazione firmata anche dal presidente Berlusconi. Oggi il Fondo monetario internazionale ci dà ragione. Italia, Germania e Polonia stanno pagando più degli altri il prezzo di questa crisi. È ora di una nuova solidarietà europea».

E il Pnrr? Si può cambiare, come chiede FdI? O si rischiano di perdere i fondi?
«Dev'esserci la giusta flessibilità. Niente stravolgimenti: ma se la nostra casa crolla, dobbiamo rimettere insieme le macerie, prima di poter costruire altro».

Tetto europeo al prezzo del gas: si può fare?
«Si deve. È la miglior misura per combattere l'inflazione. Non l'aumento del costo del denaro deciso dalla Bce».
Tornando alle elezioni: 13 eurodeputati italiani su 73 sono candidati a Roma. Si profila una fuga di massa da

Bruxelles: non è un brutto segnale?
«Credo che sia utile dare spazio a nuove energie. E anche che il bagaglio di competenze che un parlamentare europeo si è costruito qui arrivi a Roma: ne serviranno».

Parliamo di sondaggi: Matteo Renzi si dice certo che alla fine il Terzo polo supererà Forza Italia, in qualche rilevazione è già così. Lei come la vede?
«Renzi è un illusionista. C'è un unico sondaggio che li dava sopra di noi, credo proprio che alla fine non succederà. Del resto quello al Terzo polo è un voto inutile: non avranno alcuno spazio, con la prossima maggioranza di centrodestra. E non saranno neanche alla guida all'opposizione».
 

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