Lo Russo, sindaco di Torino: «Anarchici, rete eversiva. I partiti non siano ambigui»

«L'assalto era premeditato: arrivati per distruggere. Sul caso Cospito clima preoccupante. Tutta la politica condanni l'escalation»

Lo Russo, sindaco di Torino: «Anarchici, rete eversiva. I partiti non siano ambigui»
di Andrea Bulleri
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Lunedì 6 Marzo 2023, 06:19 - Ultimo aggiornamento: 08:24

Monumenti imbrattati, cassonetti dati alle fiamme, auto distrutte e vetrine in frantumi. E poi due agenti feriti, a cui ieri è andata la solidarietà del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. All'indomani dell'esplosione di violenza a Torino, la città messa a ferro e fuoco dagli anarchici fa la conta dei danni. E il sindaco, Stefano Lo Russo, punta il dito contro la «rete eversiva» responsabile della scia di devastazioni. «La politica tutta avverte deve stare molto attenta a non essere ambigua quando si tratta di violenza».

Sindaco, partiamo dal principio. Cosa è successo?
«Le scene a cui purtroppo abbiamo assistito sabato sono il risultato dell'azione di un gruppo di anarchici, arrivati da tutta Italia e dall'estero con l'intento di devastare la città.

Violenze da condannare senza appello. La questura sta raccogliendo tutti gli elementi per assicurare i responsabili alla giustizia. È intollerabile che degenerazioni di questo tipo passino impunite».

Non si poteva far altro per evitare ciò che è accaduto? Magari deviare il percorso.
«Il percorso è stato stabilito dalla questura, come avviene sempre. Non si possono impedire le manifestazioni, si può cercare di far sì che arrechino il minor disagio possibile. Peraltro, come ha spiegato il questore, è stato un percorso indotto: l'obiettivo degli anarchici pare fosse il centro e la zona della stazione. Lì i danni avrebbero potuto essere anche maggiori».

C'erano state avvisaglie?
«Prima che partisse il corteo c'erano stati sequestri di materiali che potevano essere usati per i danneggiamenti. A dimostrazione del fatto che esisteva una premeditazione, da parte degli organizzatori».

Nelle ultime settimane si registra un aumento della violenza pubblica. Che sta succedendo?
«Il clima creato intorno al caso di Alfredo Cospito è preoccupante. Ma a prescindere dalle ragioni della mobilitazione, non si possono consentire le scene che abbiamo visto ieri».

Parlava di violenze premeditate: esisteva un piano per assaltare la città?
«È evidente che la violenza di sabato era preparata da tempo. Alla base c'è una rete eversiva anarco-insurrezionalista che si sta coagulando intorno al caso Cospito. Sono venuti a Torino da mezza Europa, col preciso intento di distruggere».

A volte la politica tende a minimizzare: sono ragazzi...
«Le scene di sabato non possono essere derubricate a dialettica politica. I responsabili vanno individuati e sanzionati. È accettabile che si possa prendere a martellate una vetrina senza pagarne le conseguenze? Io credo di no. Non sono ragazzi, sono teppisti violenti».

Qualcuno sostiene che i responsabili dovrebbero pagare i danni di tasca propria. Condivide?
«Mi parrebbe doveroso. Il problema in ogni caso, non è solo quello dei danni materiali: hanno tenuto in ostaggio i torinesi, i negozi, la città era bloccata. Questo non è tollerabile».

C'è stata troppa timidezza, anche da parte di certa sinistra, nel condannare le violenze?
«Da parte nostra, di certo, nessuna timidezza né ambiguità. Io credo che la politica tutta debba stare attenta a non essere mai ambigua sul tema della violenza. È nostro compito garantire diritto alla manifestazione del libero pensiero, come previsto dalla Costituzione. Ma non si può accettare che dietro questo si nasconda un intento di violenza deliberata».

Vede un rischio escalation?
«Bisogna tenere alta l'attenzione. Da sindaco assisto a un aumento di tensione che preoccupa. La politica deve essere molto ferma: le parole vanno pesate, soprattutto se si ricoprono ruoli istituzionali.I cittadini si aspettano chiarezza: è compito delle istituzioni garantire che la dialettica democratica non esca dai confini. La violenza va sempre condannata, senza se e senza ma».

Anche alla manifestazione di Firenze sono comparsi striscioni pro Cospito.
«Mi pare che le questioni siano molto diverse: faremmo un errore a mettere tutto sullo stesso piano. A Firenze c'è stata una manifestazione pacifica in risposta a un'aggressione di stampo fascista: non c'entra nulla con le violenze di Torino».

 

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