Comunali, Schlein si gioca tutto in Toscana. Meloni punta su Ancona e Brescia

Per la segretaria del Pd è fondamentale la riconquista delle "roccaforti" rosse Pisa e Siena, per la premier la conquista di un fortino storicamente di sinistra come il capoluogo marchigiano

Giorgia Meloni ed Elly Schlein
di Andrea Bulleri
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Lunedì 15 Maggio 2023, 17:38

Per Giorgia Meloni è il primo vero test sul consenso del governo e sul progetto di rivedere la Costituzione. Per Elly Schlein, una cartina di tornasole per capire se la svolta a sinistra che ha imposto al Pd stia cominciando a portare i frutti sperati.

Elezioni comunali, risultati in diretta

Gli occchi della politica sono tutti puntati sulle elezioni amministrative: poco meno di 600 città al voto, di cui 13 capoluoghi di provincia (uno di Regione, Ancona) e circa 4,5 milioni di cittadini al voto. Ai quali se ne aggiungeranno altri due milioni tra due settimane, quando toccherà a poco meno di 170 comuni di Sicilia e Sardegna rinnovare i propri sindaci. 

Gli obiettivi del centrodestra

Il centrodestra parte in vantaggio, con 7 sindaci uscenti su 13 capoluoghi al voto.

E se la coalizione formata da FdI, Lega e FI punta a riconfermare tutte le amministrazioni uscenti (Vicenza, Treviso, Imperia, Pisa e Siena, ma anche Sondrio e Terni), il vero colpaccio, per i partiti di maggioranza, sarebbe quello di conquistare due città che, da sole, potrebbero valere la vittoria: Ancona, in mano da più di tre decenni ad amministrazioni di centrosinistra, e Brescia, tornata dal 2013 a guida Pd. Non a caso è proprio qui che Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini si sono dati appuntamento per chiduere la campagna elettorale, sostegno del candidato sindaco Fabio Rolfi. Ed è ad Ancona che una decina di giorni fa la premier è tornata sul palco, per la prima volta in presenza dalla vittoria alle Politiche di settembre. 

La sfida del centrosinistra

Il fronte progressista, dall'altra parte, è determinato a ribaltare i rapporti di forza. A cominciare dalla rimonta nelle (ex?) roccaforti rosse toscane: Pisa e Siena, in primo luogo, ma anche Massa. Tutte e tre amministrate dal centrodestra negli ultimi cinque anni. Per riuscirci, il Pd punta a replicare il “modello Udine”, con cui  Alberto De Toni ha strappato la vittoria nel capoluogo friulano all’ex sindaco leghista Pietro Fontanini, rovesciando l’esito del primo turno. Ossia: assicurarsi l’appoggio di M5S al ballottaggio in quelle realtà dove dem e pentastellati corrono divisi. 

Si tratta della maggior parte dei casi: grillini e democrat si presentano uniti in poco meno di un terzo dei Comuni medio-grandi al voto (quelli sopra i 15mila abitanti), e vanno insieme solo in 6 capoluoghi su 17: Brindisi (dove il candidato unitario è pentastellato), Latina, Pisa, Teramo. Elly Schlein, che ha evitato manifestazioni unitarie con Giuseppe Conte, ha chiuso il suo tour in Toscana, tra Pisa e Siena. Ma la segretaria dem punta anche alla conquista di Vicenza, dove il Pd schiera il giovane capogruppo in consiglio regionale veneto Giacomo Possamai (contro l'uscente leghista Francesco Rucco). 

L'incognita Terzo polo

Infine c’è l’incognita Terzo polo: unito al Pd a Brescia, Ancona e Vicenza, autonomo in buona parte delle città. E in qualche caso, diviso al suo interno tra Azione e Italia viva. Come a Massa, dove i calendiani hanno deciso di appoggiare il leghista Francesco Persiani, mentre i supporter locali di Matteo Renzi hanno preferito convergere sul frontman del Pd, Enzo Ricci.

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