Algeria, il ministro Ramtane Lamamra: «La visita del presidente Mattarella rafforzerà i legami con l'Italia»

Algeria, il ministro Ramtane Lamamra: «La visita del presidente Mattarella rafforzerà i legami con l'Italia»
di Rossella Fabiani
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 12:51

Non solo gas nelle relazioni tra Italia e Algeria, ma una cooperazione – economica e culturale – che deve puntare a una dimensione globale tra Paesi che condividono interessi comuni. E’ l’auspicio del ministro degli Esteri algerino, Ramtane Lamamra, che si trova a Roma per il vertice ministeriale Italia-Africa del 7 e 8 ottobre e che abbiamo incontrato presso la residenza dell’ambasciatore Ahmed Boutache. E’ un auspicio che arriva a un mese esatto dalla visita che il presidente Sergio Mattarella compirà ad Algeri il 6 e il 7 novembre prossimi.

L’ultima visita di Stato di un Presidente italiano in Algeria è di 18 anni fa. Quale importanza avrà l’arrivo di Mattarella ad Algeri?

“La visita del presidente Sergio Mattarella sarà un grande momento nel percorso delle relazioni tra i nostri due Paesi. Abbiamo una storia comune importante che si è sviluppata ai tempi della lotta di liberazione dell’Algeria e poi con l’azione dell’Eni di Enrico Mattei e di altri italiani. Storia comune che continua oggi. Tutto questo è scritto in lettere d’oro nel sentimento che gli algerini hanno del rapporto con l’Italia. Si tratta di una relazione che non possiamo limitare a un solo campo. E’ vero che l’Italia è il nostro primo cliente nelle forniture di gas e quindi la questione del gas è molto importante, è un motore dello sviluppo dell’economia dell’Algeria. Il gas, malgrado la competizione che c’è oggi sul mercato mondiale, attraverso la pipeline sottomarina tra Italia e Algeria è diventato un legame organico tra i nostri Paesi. Quasi un ‘ombelico’ che ci unisce. Ma la dimensione del nostro partenariato nel campo del gas può essere ancora aumentata e deve essere il veicolo di una cooperazione da estendere ad altri settori perché abbiamo tutti l’ambizione di raggiungere una dimensione globale nei nostri rapporti in quanto entrambi Paesi mediterranei, Paesi che hanno prossimità sul piano politico, culturale, umano. Come dicono gli anglosassoni, ‘soltanto il cielo è il limite’: non ci sono frontiere, non ci sono barriere alle nostre relazioni. Quindi dobbiamo guardare in alto, al cielo, per dare una dimensione plurisettoriale a una relazione economica già così importante”.

In quali settori?

“L’economia algerina si sta rinnovando, è in piena espansione e il programma del governo, che è stato appena approvato dalle due Camere del Parlamento, prevede un certo numero di incentivi ai nostri partner tradizionali per prendere parte più attiva nello sviluppo di tutti i settori e noi speriamo che l’Italia, che ha un rapporto storico e degli interessi molto importanti, strutturali, direi, possa intervenire in tutti i settori dell’economia nazionale algerina attraverso degli investimenti diretti per realizzare il futuro delle nostre relazioni che hanno un valore strategico per i due Paesi”.

L'Africa è un continente al centro di molte sfide e anche delle ambizioni di molte potenze: l'intreccio tra esigenze di sviluppo e desiderio di controllo di materie prime e di mercati è grande. Complicato anche dalla presenza e dall'azione - nell'area del Sahel e non solo - di gruppi terroristici. Qual è il ruolo che l'Algeria intende svolgere e che cosa si aspetta dall'Europa?

“L’Algeria è un Paese africano che rivendica la sua appartenenza all’Africa da sempre.

La guerra di liberazione dell’Algeria ha accelerato il processo d’indipendenza di tutto il continente africano. Gli algerini che sono morti nella lotta di liberazione sono morti per tutta l’Africa. L’Algeria crede che la soluzione di tutti i problemi del nostro continente debba essere presa dai Paesi africani e anche con l’aiuto dell’Europa che è un partner strategico molto importante. Ma l’Africa non vuole essere considerata soltanto una riserva di materie prime, vuole condividere con l’Europa tutte le azioni per arrivare a raggiungere la prosperità e un partenariato da uguale a uguale. Per questo deve industrializzarsi e smettere di essere soltanto un pozzo di materie prime e di chiedere aiuti. L’Africa si è dotata di un arsenale potente per lottare contro il terrorismo e contro tutte le manifestazioni di violenza, ma anche per sradicare le cause del terrorismo che sono originate da lotte etniche o da problemi sociali. L’Africa è abbastanza forte per vincere questo fenomeno che non è riuscito a radicarsi e a crescere come era nei suoi piani”.

In un momento in cui giungono notizie preoccupanti dall’Afghanistan, qual è il ruolo delle donne nella società algerina?

“La donna algerina vive la vita del paese come un attore principale in tutti i campi, con tutti i diritti e tutti doveri che hanno anche gli uomini algerini. Ha accesso a tutti i livelli di studio, come ha accesso a tutte le professioni. Ci sono donne poliziotto, ci sono professoresse. Ci sono anche donne giudice in Algeria e questo è significativo perché il ruolo di giudice in una società musulmana è molto importante. Le donne algerine che lavorano nel settore della giustizia sono un terzo del totale. Ci sono anche molte donne avvocato. E ci sono molte donne nel settore della salute che, nella crisi del Covid, hanno avuto un ruolo decisivo. Abbiamo donne ministro, donne ambasciatore, donne nelle forze armate, anche con il grado di generale, donne che sono rettori di Università. La donna algerina, insomma, è parte essenziale della nostra società”.

E i giovani?

In Algeria c’è grande attenzione ai giovani, che siano uomini o donne. Di giovani nel nostro Paese ce ne sono tanti e proviamo in tutti i modi a evitare la marginalizzazione dei giovani che subito dopo la fine degli studi devono avere accesso al lavoro in tutti i campi. Il nostro ministro delle Start up e delle Tecnologie ha 27 anni e questo è un esempio di come la gioventù sia importante perché soltanto puntando sui giovani l’Algeria potrà raggiungere i livelli e i traguardi che si è data. L’Algeria considera sia le donne che i giovani come i punti di forza sui quali puntare per il futuro”.

Come sta affrontando l’Algeria la crisi della pendemia di Covid-19?

“Per quanto riguarda il Covid, la situazione va migliorando, il numero delle persone colpite dalla pandemia si sta abbassando e proprio da qualche giorno l’Algeria ha anche avviato la prima produzione del vaccino e speriamo che nei prossimi giorni riusciremo a concludere accordi per avviare un’altra catena di produzione di vaccini. E il nostro obiettivo non è soltanto quello di soddisfare le necessità nazionali, ma anche quello di fornire il vaccino ai Paesi che ne hanno bisogno”.

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