Aifa, cambio alla guida: Nicola Magrini non sarà più il direttore generale. Ecco come cambierà l'Agenzia del farmaco

A comunicarlo, con una lettera inviata qualche giorno fa al direttore generale dell’ente

L'attuale numero uno lascerà il 23 gennaio, per effetto della legge sullo spoil system. L'ipotesi di un commissario esterno come successore
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 19:19

Nicola Magrini non sarà più alla guida dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. A comunicarlo, con una lettera inviata qualche giorno fa al direttore generale dell’ente che si occupa di approvare e decidere il prezzo di tutti i medicinali venduti nel nostro Paese, è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Magrini, che all’Aifa era arrivato nel marzo 2020, incaricato da Roberto Speranza nella fase più acuta dell’emergenza Covid, resterà in carica fino al 23 gennaio, cioè 90 giorni dopo l’insediamento del governo (come prevede la legge sullo spoil system per le nomine di diretta competenza dei ministri). Poi sarà indicato un successore.

Ancora ignoto il nome di quest'ultimo, anche se secondo quanto si apprende, al suo posto potrebbe essere nominato un commissario esterno, una volta che il ministro si sarà confrontato con i presidenti delle Regioni.

Ma c'è anche chi indica come prossimo numero uno l'attuale presidente dell'Aifa, Giorgio Palù. L’incarico, oltre che prestigioso, è ambito, perché l’Aifa gestisce una spesa di medicinali che tra farmacie e ospedali si aggira attorno ai 33 miliardi di euro all’anno. Ma di fatto un vero e proprio nuovo direttore generale non ci sarà: questa figura, infatti, non è più prevista dalla riforma che il governo ha varato per l’Agenzia, approvata con un decreto legge che è stato convertito lo scorso dicembre, e che entrerà in vigore la prossima primavera. 

 

La riforma

La riforma dell’Agenzia del farmaco prevede un profondo riassetto nella gestione e nell’amministrazione dell’ente. E in questo contesto è stata cancellata la figura del direttore generale, che fino a oggi aveva tutti i poteri di gestione e ne dirigeva l’attività. La modifica prevede invece che il presidente dell'Aifa (oggi, appunto, Giorgio Palù) ne diventi anche il legale rappresentante. Le sue funzioni dovranno essere definite da un decreto del ministero della Salute, di concerto con Funzione pubblica e Mef e con la Conferenza Stato-Regioni. Non solo: è previsto anche l'accorpamento delle due commissioni che si occupano da una parte di prezzi e rimborsi dei farmaci, dall'altra della valutazione scientifica delle nuove medicine prima che vengano messe sul mercato. Entrambe saranno sostituite da una Commissione unica (Cse), le cui modalità di nomina saranno anch'esse oggetto del decreto. 

Le critiche

Una riforma che nelle scorse settimane aveva fatto storcere il naso alle opposizioni, secondo cui l'Aifa andrebbe incontro a una perdita di indipendenza. Critiche, fanno notare dalla maggioranza, non motivate, dal momento che anche oggi il vertice dell'Agenzia può ascoltare, se lo ritiene, voci e pressioni che provengono dalla politica, indipendentemente dalle modalità con cui è stato nominato. La non riconferma di Magrini, in ogni caso, non piace al centrosinistra (Che l'aveva nominato). Con il segretario uscente del Pd Enrico Letta che definisce «grave e sbagliata» la «rimozione» del medico: «Una scelta di parte che è anche un segnale pericoloso e preoccupante - attacca Letta - Su salute, protezione dei più deboli e lotta alla pandemia c'è bisogno non di scelte faziose ma di continuità».

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