Aborto Usa, gli anti-abortisti esultano. Salvini: «Decidono le donne»

Il senatore Pillon: «Ora lavoreremo per le famiglie e il diritto alla vita»

Aborto Usa, gli anti-abortisti esultano. Salvini: «Decidono le donne»
di Diodato Pirone
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Sabato 25 Giugno 2022, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 08:42

 La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di abolire il diritto costituzionale all’aborto consentendo ad alcuni stati di vietarlo ha soffiato vento nelle vele degli anti-abortisti italiani. Favorevolissimo senza se e senza ma alla sentenza americana il senatore leghista Simone Pillon, che esulta e spera in una «brezza leggera del diritto alla vita di ogni bambino anche in Europa e in Italia».

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Pillon rilancia la campagna anti-abortista anche per il nostro Paese: «Lavoreremo per questo, senza metterci contro nessuno ma restando dalla parte delle mamme, dei papà e dei loro bambini».

Soddisfatto anche Mario Adinolfi del Popolo della famiglia: «È una giornata importante per il diritto e per il diritto alla vita. La decisione della Corte Suprema americana sull’aborto è storica, ma non ci si faccia fuorviare da inutili drammatizzazioni ordite da interessi precisi. Semplicemente ora decideranno democraticamente i singoli Stati come regolamentare l’aborto».

Da segnalare che l’associazione Pro Vita & Famiglia già da qualche settimana ha affisso nelle strade di Roma manifesti con una frase anti-abortista di Pier Paolo Pasolini, nel centenario della nascita dello scrittore e regista. L’associazione non è nuova a iniziative anti-abortiste che hanno determinato la rimozione di suoi manifesti da parte del Comune di Roma. Le nuove affissioni hanno suscitato la durissima reazione da parte di associazioni favorevoli all’autodeterminazione delle donne. Nel centrodestra si segnala l’assenza della voce di Giorgia Meloni mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, ha scelto una posizione in chiaroscuro: «Credo nel valore della vita, dall’inizio alla fine, ma - ha sottolineato Salvini - a proposito di gravidanza l’ultima parola spetta sempre alla donna». 


Sull’altro versante della barricata le reazioni sono infuocate. «C’è furore ideologico nelle scelte della Corte Suprema degli Stati Uniti che contemporaneamente dice no alle donne e dice sì alle armi. Un ritorno indietro che genera sconcerto, alimenterà sofferenze e farà divampare conflitti. Da noi nessun ritorno al Novecento», ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta, commentando la decisione Usa. Per la ministra per la famiglia, Elena Bonetti: «Si tratta di una posizione che lascia sgomenti». E l’esponente del governo paventa ora l’effetto della ripartenza degli aborti clandestini. Mentre la ministra Mara Carfagna di Forza Italia ricorda che «per fortuna in Italia la 194 é solida e nessuna forza politica la mette in discussione».


LE PREOCCUPAZIONI
Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, è durissimo: «La sentenza cancella mezzo secolo di battaglie per i diritti delle donne e ci dice che non dobbiamo mai considerare un progresso come acquisito per sempre». Preoccupato il commento del leader di Azione, Carlo Calenda: «Un diritto fondamentale diventerà oggetto di una violenta contrapposizione politica e religiosa. Assistiamo ad una regressione della democrazia americana di cui dobbiamo molto preoccuparci». Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, attacca la sentenza: «Riporta indietro l’America di 50 anni. E’ un drammatico passo indietro». mentre Alessandra Todde, vicepresidente M5S parla di «colpo tremendo ai diritti delle donne».

Preoccupazione viene espressa da coloro che si sono battuti da sempre per una legge sull’aborto come i Radicali Italiani che accendono i riflettori anche su alcune deficienze nel rispetto della legge 194 in Italia (che riguarda appunto il diritto all’interruzione di gravidanza) e sui rischi di un’inversione di tendenza anche nel nostro Paese. Secondo la radicale e promotrice della campagna “Libera di Abortire”, Giulia Crivellini, quanto avvenuto dimostra che «i diritti che sembrano acquisiti possono essere sottratti alle persone da un momento all’altro. Ci sono percentuali altissime di obiettori di coscienza e numerose giunte regionali, come quelle di Marche e Abruzzo, che sfruttano le zone grigie della legge 194 per impedire nei fatti l’accesso all’aborto».
La presidente di Telefono Rosa, Gabriella Carnieri, «certa che partirà una propaganda antiabortista anche in Italia», ha parlato di «attacco sistematico all’indipendenza delle donne». Insorge anche il fronte dell’associazionismo e di chi in passato ha condotto battaglie per i diritti delle donne. Per le attiviste di “Se Non Ora Quando?”: «siamo tornati al Medioevo» ,
 

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