Zoe Cristofoli rapinata, lo sfogo: «Pistola alla testa. Volevano soffocare mio figlio, me l'hanno portato via»

La compagna di Theo Hernandez ha condiviso su Instagram quanto le è accaduto

Zoe Cristofoli rapinata, lo sfogo: «Pistola alla testa. Volevano soffocare mio figlio, me l'hanno portato via»
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Sabato 4 Febbraio 2023, 15:41

«Quella sera mi sono ritrovata una pistola alla testa... No so le botte che ho preso... calci, pugni e schiaffi in faccia. Hanno cercato di soffocarmi con le mani». Zoe Cristofoli, la compagna di Theo Hernandez, ricorda il dramma vissuto a ottobre dopo aver letto della rapina nella casa di Roby Facchinetti a Bergamo. Ha usato Instagram, in particolare le Stories, per ricordare quanto le era accaduto.

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Lo sfogo

«Ancora una volta la stessa storia.

Dopo mesi nessuna novità. Mi sveglio e ogni giorno notizie identiche. Stesse dinamiche, stesse bande, stessi animali... Lavori una vita, compri cose in modo pulito e poi ti entrano in casa mentre ceni o mentre esci dal cancello... Ti picchiano e ti spaventano quasi a morte, toccano tuo figlio, ti rubano tutto quello hai... ti portano via la voglia, la serenità di vivere. Ebbene oggi parlo io. Sono stufa di vivere in un Paese dove, capisco, siamo oberati di casi, di queste situazioni, ma si può vivere così? Nella speranza che qualcuno faccia qualcosa? E intanto questa gente vive e campa nel nostro Paese allegra e spensierata... Perché vi assicuro parlavano italiano meglio di me ma non erano per nulla italiani (parlavano poi nella loro lingua). E quindi mi chiedo a chi mi dovrei rivolgere per avere giustizia? E non parlo di quello che hanno portato via, quello mi frega poco... Ma una c... di giustizia dov’è?».

La richiesta di tutela

Cristofoli prosegue: «Quella sera mi sono ritrovata una pistola alla testa... No so le botte che ho preso... calci, pugni e schiaffi in faccia. Hanno cercato di soffocarmi con le mani... Mio figlio tirato dalle braccia... Tirata per aria dai capelli, 3 uomini contro di me. Pronto soccorso, 20 giorni a letto, nessun rimborso assicurativo perché insomma ti devono prendere per il c... pure le assicurazioni. Nessun giornale ha approfondito perché era una “semplice rapina”, sapete ormai queste cose sono normali, non ci si può fare nulla, succedono. Fanno il boom con la notizia e poi ciao, grazie e arrivederci. Danno colpa alle persone vicino a te e dicono è colpa tua te la sei cercata. Eh già, quella sera arrivati i Carabinieri hanno guardato se qualcuno era gravemente ferito, per fortuna niente sangue... quindi dai vabbè non è successo nulla».

«Perché si muovesse qualcosa doveva scappare il morto? E poi è colpa tua che vivi, lavori, stai bene. Allora sei stronzo e te lo meriti. Parliamo di gente armata. Non solo pistole, ma è possibile tutto ciò? Gente straniera che vive qui e lavora qui, ve lo assicuro, per parlare così bene italiano. Sapere termini che nemmeno userei. E voi non fate un c... per proteggerci e tutelarci! Giustizia. Non per me per noi ma per tutti gli italiani. Che devono vivere nella paura anche di girare per strada sereni anche in Duomo a Milano. Perché qualcuno ti potrebbe strappare la borsa dalle mani. L’orologio. I soldi dal bancomat. I sacchetti del negozio dove hai appena comprato. Magari a fatica con il tuo stipendio, dove poi paghi valanghe di tasse». 

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