Violenza sulle donne, Barbara Alberti: «Non vogliono vederci libere, il delitto d'onore esiste ancora»

La scrittrice: «C'è una profonda complicità culturale di tutta la società, servirebbe un nostro sciopero»

Violenza sulle donne, Barbara Alberti: «Non vogliono vederci libere, il delitto d'onore esiste ancora»
di Cristiana Mangani
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Giovedì 25 Novembre 2021, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 14:36

«Ricorda l'avvocato Tina Lagostena Bassi? Ha lavorato dieci anni per eliminare la legge sul delitto d'onore. Quella legge non c'è più, ma di fatto il delitto d'onore esiste ancora in Italia. E l'onore è l'obbedienza al maschio». Non bastano le denunce per la scrittrice Barbara Alberti, è il sistema che va cambiato, la mentalità, e soprattutto la risposta femminile.

Perché gli uomini continuano a uccidere le donne?
«Perché non vogliono che siano libere.

Se adesso si cominciassero ad ammazzare tutti quelli con i capelli biondi o tutti i preti, credo che verrebbero fatte leggi speciali. Qui è una strage per categorie: 108 donne uccise nel 2021. Un numero impressionante, al quale abbiamo finito per abituarci. Ho orrore della pena di morte, però, ho lo stesso orrore dell'indulgenza verso un assassino: c'è la stessa sorda immoralità».

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Ritiene le pene insufficienti?
«Se un delitto non viene adeguatamente punito, e questo succede di continuo, vuol dire che l'omicida ha ucciso per tutti. È una complicità ambigua tra chi ha ucciso e chi lo giudica, che sia maschio o femmina, non importa. Penso che la colpa esista e vada espiata. Deve essere chiaro che se tocchi una donna difficilmente esci di galera. Questi assassini hanno tutti la buona condotta, dopo che si sono sfogati si comportano benissimo in carcere. C'è una complicità culturale di tutta la società».

 

La politica ha responsabilità?
«Oggi non c'è una vera forza politica che si occupi di questo. Il problema è una totale assenza di femminismo vero in Italia. È tutto un femminismo di facciata, un femminismo che bada solo ai termini. Io sogno da molto tempo che si mettano in atto delle rivendicazioni precise, che ci sia uno sciopero di tutte le donne. Basterebbe che incrociassimo le braccia anche al 30%, fermeremo il mondo. Ma per fare uno sciopero ci vuole un vero femminismo, come era ai miei tempi».

Servirebbe anche un cambiamento culturale.
«Nell'educazione credo moltissimo, ma quanto accade è, in realtà, il risultato della maleducazione degli adulti. Non credo che adulti così possano educare. Semmai la scuola. Se tu non discrimini tua moglie non c'è bisogno che educhi tuo figlio, perché lui imparerà da solo. Ma se tu sei maschilista non lo educherai. Credo che stiamo vivendo in un mondo oscuro dal punto di vista del pensiero, la società di oggi è tutta fondata sull'affermazione di sé. Servirebbe un movimento, un'iniziativa forte: una coscienza politica, ma anche creativa».

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