Vincenzo Malagò, morto il padre del presidente del Coni Giovanni: il Cavaliere dell’auto che portò in alto la Roma

Scompare a 90 anni l’uomo che nel ‘56 con Samocar legò la Ferrari alla Capitale

Vincenzo Malagò, morto il padre del presidente del Coni: aveva 90 anni
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 07:06

Il mondo dello sport, e non solo, piange la scomparsa di Vincenzo Malagò, 90 anni, papà di Giovanni, attuale presidente del Coni. Malagò senior ha diviso la sua vita tra sport e impresa, calcio e macchine. È stato il simbolo di una Roma che in quasi cinquant’anni ha cambiato il suo approccio con il mondo del calcio, con i suoi alti e bassi; è stato un grande manager e imprenditore, nel settore delle automobili di lusso, tanto da essere nominato, nel 2001, Cavaliere del lavoro. Sport e automobili, le due facce di un uomo che ha vissuto la sua città sempre da numero uno, con lo sfondo quel circolo Canottieri Aniene, di cui oggi il figlio Giovanni è presidente onorario, e lui ne è stato assiduo e illustre frequentatore. Ha sposato Livia, di sangue cubano, tanto che il figlio Giovanni ha spesso dichiarato di essere per «metà romano e metà cubano».

LA DOPPIA FACCIA

Malagò ha traghettato il club giallorosso incenerito dalla gestione Ciarrapico nelle mani del duo Sensi-Mezzaroma: dopo l’arresto del presidente, il consiglio di amministrazione decise di affidargli la rappresentanza legale e i poteri di firma per la gestione ordinaria. È stata la sua ultima impresa romanista, di una carriera all’interno del club cominciata molti anni prima, quasi in parallelo alla sua gloriosa avventura nella vendita delle automobili di lusso.

Nel 1956 diventa il primo concessionario Ferrari-Maserati in Europa, con la sua Samocar, punto di riferimento per gli appassionati delle quattro ruote di tutto il mondo, l’uomo che ha unito industria e prodotto al dettaglio. Nel 1997, la Ferrari ha festeggiato i suoi cinquant’anni nella sua Roma, allo Stadio dei Marmi, e Vincenzo era inevitabilmente il padrone di casa della grande festa della Rossa. Ma il calcio è sempre stata la sua vera passione. Il calcio, la Roma, pur essendo il suo percorso cominciato come presidente della sezione nuoto e pallanuoto della polisportiva. Tifoso giallorosso e negli anni dirigente in varie forme, in prima linea dai tempi di Marini Dettina: viene preso sotto l’ala protettrice di due personaggi influenti di quella Roma, Silvio Sensi, ovvero il padre di Franco, futuro presidente della Roma, e Anacleto Gianni. Già da un decennio, Vincenzo si era affacciato nel mondo della Roma, partecipando in prima persona ad alcuni trasferimenti illustri, che ancora oggi fanno parte della leggenda del calcio, come quello di Giacomo Losi e di Arne Selmosson, «Raggio di luna», dalla Lazio alla Roma. A 24 anni, aveva scoperto il talento di Gianni Rivera, senza riuscire a fargli indossare la casacca giallorossa. Da “semplice” dirigente accompagnatore, al fianco di tanti allenatori, Malagò senior presto è diventato vicepresidente del club. Significativo il suo apporto a Trigoria anche con Dino Viola, che lo ha chiamato a capo del servizio organizzativo della società: era la Roma di Bruno Conti e di Falcao, gli anni della gloria per uno scudetto che mancava da 41 anni e che è arrivato sfidando la potente rivale del nord, la Juve di Platini e Boniek. Il calcio per lui è stato Roma ma non solo. Nel 1990 diventa responsabile delle relazioni esterne del Mondiale che si gioca in Italia e direttore dell’organizzazione dell’Olimpico, teatro delle “Notti magiche”. Vincenzo ha lavorato nella sua concessionaria fino a pochi giorni fa, nonostante l’età e gli acciacchi. Ha superato per due volte il Covid e l’ultimo Natale lo ha trascorso in serenità a Cortina. Oggi la camera ardente dalle 8,30 alle 14 alla Sala mortuaria dell’ospedale Sant’Andrea, i funerali lunedì alle 11 a Santa Maria degli angeli.

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