Vialli, dal vivaio del Pizzighettone allo scudetto con la Samp e la Champions con la Juve, star anche in Gb e in tv

Vialli, dal vivaio del Pizzighettone allo scudetto con la Samp e la Champions con la Juve, star anche in Gb e in tv
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 11:04

Risale alla sera dell'11 luglio 2021 l'ultima grande felicità di Gianluca Vialli, al netto degli affetti familiari anche se Roberto Mancini di fatto un suo familiare lo è. Un anno e mezzo fa l'abbraccio sul prato di Wembley fra lui, capodelegazione della nazionale, e il ct dopo il trionfo azzurro in finale contro l'Inghilterra ai Campionati europei. Lì, proprio a Londra, la Capitale che gli aveva dato il successo anche nell'inedito ruolo di giocatore-allenatore e dove aveva conosciuto la donna della sua vita decidendo al volo di andare ad abitare proprio all'ombra del Big Ben.

I gemelli del gol

La battaglia contro il cancro era lontana in quel momento di felicità che i campioni raccontano sempre brevissimo, un lampo fulmineo, perché poi nell'anima si spalanca il vuoto di nuovi obbiettivi che per forza di cose non sempre possono essere più alti, più brillanti. Ma per Vialli questo "problema" non c'era, lui  aveva da combattere una battaglia che non era quella di sopravvivere per sé stesso al tumore al pancreas, ma di poter accompagnare al cimitero i suoi genitori e all'altare le figlie Olivia e Sofia avute con la moglie londinese Cathryn White-Cooper.

La lotta al male che Vialli affrontava era stata rivelata, con la classe e il garbo che sono stati la sua cifra, nel 2018 dopo che le cure sembravano aver fermato quel cancro che è fra i più temuti anche in un uomo di 53 anni ancora nel pieno delle forze, nel pieno dei programmi per la seconda parte della vita. 

Una carriera enorme: il quinto fratello di una famiglia di origini trentine e senza assilli economici,  parte dal vivaio del Pizzighettone, poi nella Cremonese, la squadra della sua città, e infine a 20 anni nella Sampdoria con cui vince subito la Coppa Italia e così anche l'accesso al palcoscenico dell'Europa.

La svolta con Boskov che lo piazza definitivamente in attacco mettendolo davati a Roberto Mancini: nasce la coppia che fa volare la Samp e la nazionale. I gemelli del gol portano sotto la Lanterna anche due Coppe Italia e infine, nel 1991, lo storico, primo e mai più vinto, scudetto, frutto anche del patto di ferro fra i giocatori che rifiutarono in quegli anni allettanti proposte di grandi club.

Il patto ha ottenuto lo scopo e i campioni della Samp emigrano: Vialli nel 1992 approda alla Juventus con una compravendita record per il calcio italiano. Quaranta miliardi. Non sono tutte rose e fiori tra infortuni e formazioni che non vedono sempre davanti, ma poi arrivano una Supercoppa e soprattutto la Champions che mancava nella bacheca della Vecchia Signora. In quelle stagioni trova anche il tempo e l'orgoglio di prendere un diploma che non gli serve ma a cui lui e i genitori tengono parecchio: campione e geometra, da allora.

Nel 1996 nuovo capitolo: vola oltre la Manica per rinforzare il Chelsea, la squadra della Londra bene con cui vince subito la FA Cup. La stagione dopo comincia male perché non va d'accordo con il tecnico Ruud Gullit, ma alla fine il presidente Ken Bates ha un'idea rivoluzionaria. Via Gullit e avanti con Vialli nel doppio ruolo di giocatore-allenatore: la vittoria della Coppa delle Coppe è la dimostrazione della lungimiranza di Bates che poi tiene al timone il cremonese anche quando appende gli scarpini per fare il manager a tempo pieno. Alla fine ha giocato 737 ufficiali partite segnando 286 gol.

In tre stagioni diventerà il tecnico più vincente nella storia del Chelsea. 

 

Passa poi al Watford di Elton John ma non ne esce alcuna hit nonostante una "rosa" non così limitata, ma comunque insufficiente per le pretese della proprietà. Una stagione e spiccioli o poi l'esonero per fare posto a Claudio Ranieri. 

Sul versante della nazionale è già un veterano ex azzurro quando spopola in Inghilterra. E' già stato anche capitano azzurro (1989) e nel 1990 è fra i protagonisti del terzo posto ai mondiali disputati negli Stati Uniti. nel 1992 l'ultima convocazione. 

La carriera in tv

Si fa subito apprezzare a Mediaset, poi a Sky: preparato e brillante, mai sopra le righe. Un altro grande successo, insomma. 

Un giusto premio alla sua carriera arriva nel 2006 quando viene scelto, insieme a stelle quali Klaus Dibiasi, Sara Simeoni, Novella Calligaris, Livio Berruti e Mario Cipollini, per portare la bandiera olimpica nella cerimonia di chiusura dei Giochi invernali di Torino.

I libri

Nel 2018 scrive "Goals" in cui rivela la battaglia con il tumore iniziata l'anno prima. Nel 2021 torna in coppia con Roberto Mancini per scrivere nel 2021 "Una bella stagione" sull'epopea dello scudetto della Sampdoria.

La coppia in realtà si era già riformata perché nel frattempo la Figc l'aveva nominato capo delegazione della nazionale affidata a Mancini. Riecco i "gemelli del gol", riecco un abbraccio in campo, questa volta per il trionfo nel campionato europeo a Londra.  

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