«Ho fatto qualcosa che non può e non deve essere fatto. Mai». Enrico Varriale, il telecronista Rai a processo per stalking e violenza nei confronti della compagna, intervistato da La Repubblica, ha raccontato la sua versione dei fatti rispetto ai quali è stato accusato di aver perseguitato la donna. L'ex vicedirettore di Rai Sport ha sempre respinto le accuse: «Ho sbagliato ma non sono un mostro e lo dimostrerò».
Varriale a processo per stalking, botte e minacce alla compagna. I magistrati: «Prove schiaccianti»
Varriale e le accuse di stalking: «Solo una lite per gelosia». Ma lei: seguita fino a casa
Il racconto della serata
«La sera del 5 agosto scorso dopo la vacanza estiva eravamo a casa della mia compagna a Roma, abbiamo discusso e me ne sono andato - racconta Varriale - Ci siamo colpiti tutti e due, ma non l'ho picchiata e non le ho mai messo le mani al collo.
La compagna di Enrico Varriale lo ha denuciato due volte: una il 9 agosto, per lesioni e il 14 settembre per stalking. La donna davanti ai magistrati come riportato dal Corriere della Sera, ripercorrendo la lite avuta con il giornalista la scorsa estate ha spiegato: "Mi ha stretto le mani attorno al collo metre cercavo di difendermi". Una discussione che si è conslusa con la donna refertata in ospedale, che ha ricevuto una prognosi di cinque giorni. La gip ha definito la sua come "una personalità aggressiva e provocatoria, incapace di autocontrollo". Per il momento nei confronti del giornalista è disposto un divieto di avvicinamento alla compagna e ai luoghi da essa abitualmente frequentati.
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