Valentina Ferragni: «Sempre stata insicura, i commenti sul fisico? Se sono di malumore non apro i social»

Sorella minore della celebre Chiara, due anni fa ha lanciato una linea di monili dalle forme geometriche: «Con questi gioielli brillo di luce mia. E sono stata coraggiosa, il confronto è sempre dietro l'angolo»

Valentina Ferragni: «Io insicura, in famiglia sono tutti realizzati. I commenti sul fisico mi hanno destabilizzata»
di Anna Franco
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Venerdì 10 Giugno 2022, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 11:39

Valentina Ferragni ama metterci la faccia. L'influencer e imprenditrice ventinovenne, sorella della Chiara nazionale (e internazionale), lo fa quando presenta i suoi gioielli, ma anche nelle interviste, che preferisce dal vivo o, almeno, in videochiamata. Il suo fondo di leggera timidezza passa in secondo piano grazie all'entusiasmo per il progetto Valentina Ferragni Studio, la sua linea di monili. Ne è molto orgogliosa, ma non tiene il successo tutto per sé e si presenta insieme ad Alessandra Osio, brand manager del marchio, «la mia partner in questo viaggio che non è in solitaria, ma di un team affiatato».

Per il suo debutto nella moda come mai ha scelto proprio i gioielli?
«A inizio 2019 ho collaborato con alcuni brand del settore.

Questo tipo di accessori mi ha sempre affascinato, fin da bambina creavo bracciali e collanine per le mie amiche. Terminate le collaborazioni, però, sentivo che mi mancava qualcosa, perché avrei voluto avere un brand mio, seguire tutto passo passo, e non solo una vetrina. Così, è nato il primo pezzo, l'orecchino Uali. Era disegnato su un foglietto e siamo andati a conoscere aziende che potessero realizzarlo, volevamo che fosse tutto made in Italy. Alla fine ci siamo trovati bene con una ditta di Arezzo e a settembre di due anni fa abbiamo lanciato il nostro sito».

La V che appare come elemento decorativo è l'iniziale del suo nome?
«All'inizio sì, ma poi si è staccato da me. È un monogram registrato, che richiama il mio amore per le forme geometriche e pulite».

Le sue più grandi soddisfazioni in questi due anni?
«I commenti che sottolineano che è palese quanto io sia orgogliosa del mio brand, tanto che indosso quei gioielli persino sui red carpet, quando potrei scegliere anche marchi più blasonati, Mi ha colpito una ragazza che ha scelto i miei gioielli per il suo matrimonio: pensare di essere accanto a lei in un momento così importante è stato magico».

Nel suo approccio alla moda c'è stato lo zampino di sua sorella Chiara?
«Siamo state sempre affascinate da questo mondo. Abbiamo ereditato la passione da nostra madre. Mi ricordo ancora come si vestiva quando ero piccola: stavo ore a guardarla. Quando Chiara ha aperto il suo blog avevo 14 anni, la aiutavo con le foto e mi piaceva tantissimo. All'epoca facevo le medie, non potevo lavorare, ma era bello sentirsi parte di quel mondo. Così, poi, ho aperto il mio profilo Instagram, che, agli inizi, era un territorio sconosciuto. Qualche piccolo brand mi ha contattato, ma qualcuno lamentava il fatto che non avessi un blog e che con solo Instagram non sarei andata da nessuna parte. Ma io volevo fare la mia strada, non essere la copia di Chiara e poi quel social è esploso...».

Quali collaborazioni l'hanno più entusiasmata?
«Da un po' di anni le ho limitate. Non volevo che il mio profilo diventasse una sorta di sponsor. Preferisco avere poche aziende con cui interfacciarmi, ma con cui condividere valori e dei quali essere consumatrice prima ancora che testimonial».

L'hanno mai considerata la sorella di...?
«Nessuno con cui ho lavorato. Ovviamente, non sono mancati i commenti tipo Vai alla sfilata di Dior solo perché sei la sorella di Chiara. Ma possono invitarti una prima volta per quello. Poi, se non sei capace stai pur tranquilla che le collaborazioni terminano. E, forse, sono anche più coraggiosa, visto che ho intrapreso un percorso simile a quello di mia sorella e il confronto è sempre dietro l'angolo».

 

Ha anche ricevuto feedback poco gentili sul fisico.
«Ormai ci ho fatto il callo. Ma ci ho messo tempo. Sono stata sempre insicura, ma di fallire come persona, visto che provengo da una famiglia dove tutti sono realizzati. All'estetica non avevo pensato, perché non mi sono mai sentita fuori luogo e questi attacchi mi hanno un po' destabilizzato. Però i miei cari mi sono sempre stati accanto e, soprattutto, questi giudizi provengono non da chi lavora nella moda, ma da chi è sul divano di casa. Se un abito mi sta male il giorno seguente ne sceglierò un altro e se devo perdere o prendere qualche chilo lo farò, ma per me. E se ho già avuto una giornata storta, non aprirò i social, così evito un ulteriore malumore. Non si può piacere a tutti».

Quindi non è sempre online?
«Nessuno espone l'intera sua vita a tutti. Io preferisco pubblicare progetti lavorativi o momenti positivi. Non mi piace piangermi addosso».

Come si vede tra qualche anno?
«Mi chiedo se lavorerò con Instagram, ma vorrei che il mio brand crescesse con lo stesso spirito di adesso. Siamo piccoli: oltre a noi ci lavorano altre cinque persone, tutte ragazze under 30. Ma siamo come una famiglia e amiamo quello che facciamo. Nel privato potrei dire che vedo un matrimonio o dei figli, ma, soprattutto, vorrei essere felice».

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